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Metrovideo - Carlo Levi a Firenze. Un anno di vita sotterranea
Ogni lunedì i video realizzati dall'Ufficio Stampa della Città Metropolitana: nuovi e d'archivio. Secondo appuntamento: https://www.youtube.com/watch?v=FuO4nbIH19o

Frame Video Domenico Costanzo Mostra Carlo Levi a Firenze - Un anno di vita sotterranea

Dal 9 febbraio al 19 marzo 2023 le due Sale Fabiani, al piano terra di Palazzo Medici Riccardi, ospitano la mostra intitolata a "Carlo Levi a Firenze. Un anno di vita sotterranea", con riferimento al periodo in cui l’intellettuale torinese visse in clandestinità nella città del fiore, accolto nel rifugio di Piazza Pitti 14. In questo anno di segregazione, tra il 1943 e il 1944, si dedicò alla stesura di “Cristo si è fermato a Eboli”, divenuto un classico della letteratura del nostro paese. E’ un periodo esplorato da Nicola Coccia nel libro “L’arse argille consolerai”.

In mostra a Palazzo Medici Riccardi le opere dipinte durante il confino ad Aliano nel biennio 1935/1936: Tonino, Dietro Grassano, La Strega e il bambino, La figlia scarmigliata della Strega. Tutt’intorno una galleria di ritratti che prendono vita da uno sfondo incolore: la madre, le donne amate e gli amici: la compagna del tempo, Paola Levi Olivetti; poi Anna Maria Ichino, la partigiana che lo accolse nella sua casa fiorentina. E ancora i protagonisti del mondo intellettuale antifascista concentrato a Firenze: lo scultore Alfieri, il pittore Colacicchi, i letterati Montale, Bazlen e Cancogni, lo scrittore psichiatra Mario Tobino, e Leone Ginzburg, assassinato nell’estate del ‘44 da mano nazifascista.
La guerra viene evocata dal pittore con l’immagine sgradevole di un capretto scuoiato (La guerra partigiana), con i desolati paesaggi arrossati dai fuochi di guerra, con mucchi di cadaveri giacenti in un presentimento dell’Olocausto (Nudi. Il lager presentito).
Nella sala adiacente, dominata dalla riproduzione in scala originale dell’imponente telero Lucania 61, trovano posto le opere più militanti, come Contadine rivoluzionarie, Il nonno, la contadina calabrese, e i ritratti sentimentali di combattenti per la giustizia, come Salvatore Carnevale, sindacalista siciliano ucciso dalla mafia, e il sociologo-attivista della non violenza Danilo Dolci.
Lo stesso Telero, commissionato dal comitato per le celebrazioni del centenario dell'Unità d'Italia per rappresentare la Basilicata nella mostra torinese, e oggi custodito nella Sala Levi di Palazzo Lanfranchi a Matera, è considerato la trasposizione grafica del Cristo si è fermato a Eboli, e allo stesso modo coinvolge lo spettatore trascinandolo in uno scorcio di Italia contadina e arcaica confinata in un sud che vive fuori dai tempi della storia.
Eppure, come il romanzo, il Telero, che si richiama anche alle suggestioni fotografiche di Mario Carbone, racconta la presa di coscienza di un popolo che si stringe intorno alla figura di Rocco Scotellaro, il poeta della libertà contadina, di cui Levi traccia la biografia circolare: “Ci appare ragazzo col viso lentigginoso, pieno di melanconica speranza; uomo sulla piazza, con i compagni di un mondo che si è aperto, morto nella grotta da cui cominciano i tempi”.
Per la prima volta sono esposti in una mostra dedicata a Carlo Levi anche due dei tre quadri, provenienti da una collezione privata, da lui realizzati per l’amico scrittore Giuseppe Brancale e il suo romanzo Echi nella valle, edito nel 1973, e riproposto recentemente in un’edizione di ‘Opere complete’ dell’autore. Giuseppe Brancale, con Egidio Ruggiero, era uno degli scrittori lucani con cui Levi aveva sviluppato contatti e stretto amicizia durante i suoi ritorni in Basilicata ma anche in incontri a Roma. Nei quadri di ‘Echi nella valle’ Levi si autoritrae con una donna anziana prima della partenza dal confino lucano. Il tema del distacco torna ne L'addio dell'emigrante, e in una visione contemporanea, L’icerberg e il naufragio e Ancora galleggiante.
Con gratitudine l’esposizione fiorentina affronta le tematiche ricorrenti nell’opera leviana, legate al senso dell’esilio e della distanza, del naufragio e della consapevolezza, nel tentativo di ricondurle a una unità proprio nella città in cui il pittore seppe dare un senso definitivo alle straordinarie intuizioni ed esperienze giovanili.

Metrovideo - Carlo Levi a Firenze. Un anno di vita sotterranea: https://www.youtube.com/watch?v=FuO4nbIH19o

Realizzazione Ufficio Stampa Città Metropolitana di Firenze
(Michele Brancale Capo Ufficio Stampa - Loriana Curri)
Collaborazione di Daniela Mencarelli, Antonello Serino
Musiche di Michele Brancale
Testo e voce narrante Chiara Frigenti

Riprese e montaggio Domenico Costanzo

27/02/2023 10.24
Città Metropolitana di Firenze