IMPEGNO DELLA PROVINCIA PER LA CASSA DI RISPARMIO DI FIRENZE
Approvata, all’unanimità, mozione della Conferenza dei Capigruppi
Il Consiglio provinciale ha approvato una mozione che impegna il Presidente della Giunta a voler far tutto ciò di propria competenza per la salvaguardia dei livelli occupazionali e delle imprese facenti parte il suo sistema, dei diritti e delle prerogative contrattuali del gruppo Cassa di Risparmio di Firenze salvaguardando i livelli di professionalità acquisiti garantendo quanto stabilito dal Patto per lo Sviluppo. Impegna altresì il Presidente a condividere con gli altri livelli istituzionali la possibilità di valutare preventivamente il progetto sulla base del quale dovrebbe avvenire l’eventuale fusione tra Cassa di risparmio di Firenze e Intesa San Paolo, progetto che non potrà fare a meno di garantire il consolidato rapporto con il tessuto socio-economico che la Cassa di Risparmio di Firenze ha sempre intrattenuto nel territorio. Impegna, inoltre, il Presidente e la Giunta provinciale ad intervenire nei confronti del Governo, della Regione Toscana, della Consob, dei vertici dell’Ente Cassa, del rappresentante della Provincia di Firenze nell’Ente Cassa di risparmio di Firenze affinché sia riposta la massima attenzione su questa vicenda ed impegna la Commissione Consiliare Lavoro a seguire lo sviluppo della situazione in stretto collegamento con le R.S.U. e le Organizzazioni Sindacali dei lavoratori del gruppo Cassa di Risparmio di Firenze. Targetti (Prc) ha sottolineato che: “La Cassa di Risparmio è un gruppo fortemente collocato sul nostro territorio che non versa in condizioni critiche dal punto di vista della gestione aziendale. L’eventuale acquisizione da parte di Intesa-San Paolo provocherebbe rischi occupazionali per i circa 2 mila lavoratori nella realtà di Firenze ed i circa 6 mila del gruppo a livello regionale”. Nascosti (AN) ha ricordato che: “La Provincia ha un suo membro nel comitato d’indirizzo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze. Chiedo quindi che la Conferenza dei capigruppo incontri il nostro rappresentante nel comitato d’indirizzo, perché non vogliamo rischiare quello che è successo nella zona del cuoio con la Cassa di Risparmio di San Miniato che si è allontanata dal riferimento territoriale, ha creato una holding importante, ed ha sguarnito il territorio e i conciatori di una banca di riferimento”. Sottani (DS) ha ribadito: “La preoccupazione delle persone che lavorano all’interno del gruppo bancario. Questa deve essere, per noi, l’occasione, per porre più attenzione alla grande ristrutturazione che sta avvenendo nel mondo del credito in generale e credo che sia importante non solo avere un occhio di riguardo per i problemi occupazionali ma per il fatto che Firenze deve mantenere la parte qualitativa della banca, cioè il cervello e le professionalità, sul territorio”. Anche Comucci (FI), che con Bevilacqua aveva presentato una mozione su questa acquisizione, ha ribadito che: “Dopo il caso dell’acquisizione da parte della General Electric della Nuova Pignone, dopo il passaggio della Fondiaria al gruppo Sai, con la perdita della Direzione di Cariprato confluita nella Banca Popolare di Vicenza e la scomparsa della Cassa del Tirreno acquisita dall’allora Banca Popolare di Lodi, vorremmo non dover registrare ancora una volta il ritardo, anche della Provincia insieme ad altre istituzioni, nella difesa della toscanità delle più importanti realtà economiche”. Gori (DS) ha chiarito che: “Dobbiamo essere nelle condizioni, e parlo non solo della Provincia ma dei vari livelli istituzionali, di poter interloquire sia con Cassa di Risparmio sia con i soggetti che intendono operare la fusione e venga prospettato a questa città, alle istituzioni di questa città, ed alla Regione, qual è il progetto che s’intende attuare”. Calò (PRC) ha ribadito: “La necessità di salvaguardare i livelli occupazionali di fronte a un processo di unificazione che ha come punti di riferimento: l’impresa, il mercato e i profitti”.