Ugo De Vita legge e racconta Oriana Fallaci il 6 ottobre a Firenze
'Morirò in piedi' di Riccardo Nencini (ed. Polistampa) venerdì 6 ottobre 2023, ore 20.45, al Teatro Niccolini di Firenze, in via Ricasoli 3. Ingresso gratuito
Ugo De Vita legge e racconta 'Oriana Fallaci. Morirò in piedi' di Riccardo Nencini (ed. Polistampa) venerdì 6 ottobre 2023, ore 20.45, al Teatro Niccolini di Firenze in via Ricasoli 3. Al violoncello Andrea Sernesi eseguirà musiche di J.S. Bach.
Ingresso gratuito
È gradita la prenotazione: info@teatroniccolini.com
“Riccardo, l’Occidente è malato, ha perso la voglia di lottare, oppone valori vacui di fronte all’integralismo islamico. L’Europa è rammollita”
“Sono alla fine, Riccardo, e voglio morire a Firenze. Ed ora ci siamo. Ma morirò in piedi, come Emily Brontë”
"Oriana Fallaci ebbe pochi amici. Fra questi Riccardo Nencini, protagonista della politica italiana e apprezzato scrittore. Nencini passò con la grande giornalista, poco prima della sua morte, un’intera giornata. Fumarono molto, soli in una piccola camera a Firenze. Si dissero molte cose, ma soprattutto fu la Fallaci a parlare. Nencini ripercorre quel loro ultimo incontro, momento dopo momento, senza tradire nulla di quello che gli fu detto.
La Fallaci ci parla del suo rapporto con l’Alieno, come lei stessa chiamava il cancro che poi la uccise, del desiderio di morire a Firenze, in quella stanza da cui si vede l’Arno e dove durante la Seconda Guerra Mondiale era rimasta con suo padre partigiano. Discutono di tutti quei temi che sempre infiammarono l’anima di questa “meravigliosa, temibile e vanitosa creatura” come la definì Giuliano Ferrara: l’Occidente, l’Islam, le moschee, il ruolo degli Usa e dell’Europa. Nei suoi ultimi giorni la Fallaci appare come sempre è stata: tagliente, austera, decisa. Eppure, capace anche di sorprendenti tenerezze, di toccanti, inaspettati momenti di fragilità.
Nencini ci rivela una Fallaci per molti aspetti ancora inedita, privata, il ritratto di una donna corrosa dalla malattia eppure, come sempre, libera e spavalda: “Sono alla fine, Riccardo, e voglio morire a Firenze. Ed ora ci siamo. Ma morirò in piedi, come Emily Brontë”.