Progetto “studentato diffuso”, avviato il dialogo con i Comuni della Città metropolitana
Gli enti coinvolti mettono a punto in Palazzo Medici Riccardi la strategia per creare nuove opportunità. Il percorso andrà avanti con il coinvolgimento di altri stakeholders
Si è svolto questa mattina, mercoledì 21 febbraio, presso la sala Unità di Crisi della Città Metropolitana di Firenze, un incontro operativo tra Città Metropolitana con il consigliere delegato alla Promozione sociale Nicola Armentano, Università di Firenze, nella persona di Maria Paola Monaco, delegata all’inclusione e alla diversità, e i rappresentanti dei Comuni del territorio metropolitano fiorentino. Presente anche Convention Bureau, con la direttrice Carlotta Ferrari, istituzione che si occupa di promuovere la città di Firenze.
Partendo da una disamina effettuata dall’Università sullo stato degli alloggi per studenti emerge che una percentuale rilevante di fuori sede non trova una sistemazione a costi accessibili nella città di Firenze. Per contro, nell’area fiorentina circa il 15% delle abitazioni risultano non occupate.
"La proposta - spiega Armentano - riguarda la manifestazione di interesse da parte dei proprietari di immobili liberi, che potrebbero entrare in un circuito per ristrutturare e rendere fruibili i propri appartamenti secondo minimi standard di qualità, avendo la garanzia di poter liberare velocemente l’immobile. Ulteriori sviluppi si intravedono nelle forme di co-housing che offrono reciproci vantaggi, sia per il locatore che per l’affittuario che vedrebbe una riduzione della rata in cambio di un aiuto domestico. Al tempo stesso bisogna garantire modalità di trasporto dalle località alle sedi universitarie".
Convention Bureau si dichiara disponibile a offrire la propria piattaforma per l’incrocio della domanda e dell’offerta, e la gestione delle problematiche che si dovessero manifestare.
I rappresentati dei Comuni hanno messo in luce le difficoltà da superare in ordine al decentramento e ai costi di trasporto che graverebbero sullo studente.
Da parte degli enti è emersa una disponibilità al recupero di immobili, anche non di proprietà pubblica, ma che potrebbero per posizione o vocazione trasformarsi in studentati; per tale riqualificazione sono però necessari tempi maggiori e ulteriore programmazione urbanistica e finanziaria.
"Da sottolineare un aspetto non secondario - osserva Armentano - La possibilità che anziani e nuclei familiari accolgano studenti è una risposta anche a quelle forme di isolamento e di solitudine che spesso accomunano la vita delle persone anziane coniugando così interessi e agevolando giovani studenti universitari che intendono scegliere la nostra qualificata università“.
“Abbiamo riscontrato la disponibilità degli enti presenti a condividere un percorso innovativo a cui anche altre realtà universitarie del Paese stanno pensando – spiega la delegata all’inclusione e alla diversità dell’Università di Firenze Maria Paola Monaco -. L’idea di uno studentato diffuso parte da una prospettiva diversa, di una “grande Firenze”, e coglie l’importanza delle connessioni territoriali che possono offrire una soluzione a un problema che i nostri ragazzi ci rappresentano ogni giorno – ha spiegato Monaco –. In accordo con Città metropolitana pensiamo di convocare non appena possibile un tavolo di lavoro e di coinvolgere anche altri partner che possano portare un contributo”.
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