LA CARENZA DI ORGANICO SCOLASTICO A SOLLICCIANO
L’assessore Valerio Nardini ha risposto, in Consiglio, ad una domanda d’attualità dei Verdi
L’assessore ai rapporti col Consiglio Valerio Nardini ha risposto, in Consiglio provinciale, per conto dell’assessore alla Pubblica Istruzione Elisa Simoni, alla domanda d’attualità di Luca Ragazzo, capogruppo dei Verdi, in merito a quanto previsto per gli organici della scuola pubblica e gli effetti determinati sull’attività scolastica carceraria. “A Sollicciano – ha spiegato Nardini – la percentuale di stranieri supera l’80% dell’intera popolazione detenuta tanto che la scuola dell’obbligo si è posta, già da anni, il problema dell’alfabetizzazione urgente e rapida di queste persone. La composizione delle classi a Sollicciano è la seguente: 7 classi di scuola primaria, il meccanismo sperimentale individuato da qualche anno è stato quello di lavorare su due livelli. Esistono poi delle classi definite “gruppo filtro” dove entrano tutti coloro che non sanno né leggere né scrivere in italiano e che, man mano che imparano, passano alle classi ordinarie, definite “gruppo laboratorio”. Quattro classi di secondaria di primo grado: una per la sezione ordinaria maschile, una per la sezione ordinaria femminile, una per la sezione sorveglianza, una per la sezione protetta. Quanto afferma la domanda, ovverosia che non è possibile accorpare per motivi di sicurezza allievi che provengono da reparti diversi fra loro è vero, e questo comporta che gli organici vengono ridotti ai minimi termini tanto da dover chiudere completamente un reparto alla possibilità di accedere agli studi. Gli insegnanti sono dodici: 8 alle elementari e 4 alle medie. Nell’anno scolastico 2006–2007 togliendo una delle insegnanti dal reparto femminile, la scuola interna aveva accolto la richiesta della sezione protetta di avere una scuola anche per le persone isolate in tale sezione. Questo comportava già la carenza di un insegnante dall’organico necessario. Dato che in carcere la scuola ha un ruolo centrale sia nel trattamento riabilitativo che come spazio di incontro, la Provincia di Firenze si farà carico di un intervento presso il ministro dell’istruzione per rappresentare la complessità della situazione e vedere se è possibile non procedere a un taglio non facile da sostenere”. Soddisfatto si è detto Ragazzo: “In quanto la risposta mette in luce le problematiche serie che un taglio di personale complessivo e, di conseguenza, all’interno del carcere possono avere. Conseguenze sociali gravi e per cui si andrebbe a estinguere il servizio di insegnamento dentro le carceri. Spero che la Provincia si impegni ad evitare questa grave conseguenza e che faccia di tutto per mantenere il servizio”.