L’AUTORIZZAZIONE PER LE EMISSIONI ALLA DIDDI & GORI DI CALENZANO
L’assessore Nigi ha risposto, in Consiglio provinciale, ad una domanda d’attualità di Lensi e Comucci (Forza Italia)
L’assessore all’ambiente Luigi Nigi ha risposto, in Consiglio provinciale, sulla domanda d’attualità dei consiglieri Lensi e Comucci (Forza Italia) in merito alle autorizzazioni per le emissioni alla Diddi & Gori di Calenzano. “Le emissioni citate – ha sottolineato l’assessore Nigi – non sono affatto considerate dalla Provincia “ad inquinamento atmosferico poco significativo”. Solo un atteggiamento strumentale, a mio avviso, può spiegare il motivo che induce a riprendere una definizione della vecchia normativa trovata sulla autorizzazione e poi inserirla tra virgolette nella domanda di attualità. La realtà è assolutamente diversa. L’amministrazione provinciale, consapevole della situazione in atto ed in particolare dei cattivi odori emessi dalle lavorazioni, in sede di nuova autorizzazione ha condizionato e prescritto tutti i possibili adempimenti generali e particolari per emissioni non solo entro i termini consentiti, ma più ridotte possibili. Sono stati addirittura prescritti controlli in continuo del funzionamento e della velocità dell’impianto, in modo che si evitasse il rischio di emissioni causate da aumenti della velocità in particolari orari. In sostanza l’ufficio che autorizza ha agito con assoluta accuratezza; pur di fronte ad una realtà aziendale importante con 80 addetti senza contare l’indotto, direi che non abbiamo esitato a “fare le bucce” nel nostro lavoro di ente autorizzatorio”. Per Lensi: “Sulla situazione della Diddi & Gori esiste un comitato di cittadini che chiede di fare attenzione sulle emissioni che provengono dalla ditta. Si parla di inquinamento atmosferico poco significativo che è altra cosa rispetto a non inquinante ma questo crea allarmismi, si creano comitati, si creano barricate, si creano fenomeni di tensione, incontri con i Sindaci, e come è successo con il termovalorizzatore, la risposta della Provincia è sempre quella: applichiamo la legge, firmiamo i protocolli d’intesa, ma quello che è il divario tra la società civile che consuma e la politica si amplia soprattutto in un contesto come è quello della salute”.