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GENIO FIORENTINO: TRE MAESTRI DEL GIORNALISMO
Montanelli, Terzani, Fallaci ricordati da Ettore Mo, Gianni Riotta, Paolo Occhipinti e Paolo Ermini

Un’occasione per ricordare tre grandi firme del giornalismo e per analizzare il loro rapporto, a volte appassionato, a volte contrastato, con Firenze. E’ questo l’obiettivo che si pone l’evento del Genio Fiorentino 2007 dedicata a Indro Montanelli, Oriana Fallaci e Tiziano Terzani, “Quando il genio sposa il giornalismo”. Tre forti personalità che hanno segnato la storia del giornalismo, attraverso diverse esperienze di vita, vissute sempre con grande intensità. Tre personaggi che, anche quando sono rimasti a lungo lontani dalla loro terra d’origine toscana, ne hanno sempre manifestato il forte attaccamento. Tre scrittori che hanno vissuto e raccontato le fasi più importanti della storia contemporanea.
La Provincia di Firenze, insieme alla Fondazione Corriere della Sera, ha dedicato ai suoi tre figli illustri una giornata del Genio Fiorentino 2007. L’iniziativa si svolgerà il 24 maggio, alle ore 19, nella sala Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi. L’introduzione di Paolo Ermini, responsabile delle edizioni locali del Corriere della Sera, sarà seguita dal ricordo che Ettore Mo, Gianni Riotta e Paolo Occhipinti faranno dei tre grandi colleghi. Gli interventi saranno intervallati dalla lettura di brani e di articoli scritti da Montanelli, Terzani e Fallaci.

Ufficio stampa Genio Fiorentino
Giuditta Boeti, Giulia Coli, 392/9770521
www.geniofiorentino.it

Indro Montanelli nacque a Fucecchio il 22 aprile 1909. Dopo il liceo si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza a Firenze, ma trascorse periodi in Francia, a Grenoble e a Parigi, dove iniziò l’apprendistato giornalistico collaborando con Paris Soir. Oltre che in Giurisprudenza ottenne una laurea anche in Scienze Politiche. Montanelli debuttò su Il Selvaggio di Mino Maccari, un quindicinale, i cui autori, seppur fascisti, furono i primi a rompere con il coro conformista del regime. All’inizio degli anni ’30 entrò in contatto con Berto Ricci e collaborò con L’Universale. Negli stessi anni conobbe Leo Longanesi, che Montanelli dichiarerà essere stato suo maestro di giornalismo. La passione per il giornalismo lo portò ancor più lontano da casa. Passò in Canada come corrispondente del Paris Soir e poi venne assunto dall’Agenzia di New York dell’United Press. Il suo spirito combattivo lo portò a partecipare come volontario alla guerra di Etiopia. Da qui inviò corrispondenze che sono state raccolte nel volume “Ventesimo battaglione eritreo” (“Sono nato come giornalista nella guerra d’Abissinia”). Sul campo di battaglia si guadagnò anche due decorazioni. Tornato in Italia ripartì per la guerra civile spagnola, come corrispondente per il Messaggero di Roma. Ma questa sua avventura finì prima del previsto a causa di un suo servizio sulla battaglia di Santader, considerato offensivo per l’onore delle forze armate. Venne così rimpatriato per ordine personale di Mussolini e sospeso dal partito fascista a cui non aderirà più. Il fatto gli costò anche l’esclusione dall’albo dei giornalisti. Successivamente si trasferì in Estonia, anche per non acuire i dissidi ormai nati con il partito fascista. Qui prima seguì un lettorato di italiano nell’università di Tartu e poi venne nominato direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Tallinn.
Ritornato in Italia iniziò a collaborare con Corriere della Sera. Tale collaborazione porterà Montanelli prima in Albania e poi in Germania, dove rimase fino allo scoppio della guerra, per spostarsi poi sul fronte dove assiste alla resa della Polonia.
Il giornalista non rimase però fermo a lungo e così passò dall’Estonia alla Finlandia, mentre gli anni successivi videro l’alternanza dei suoi soggiorni fra Svezia e Norvegia.
Tornato a Roma, fu presente alla dichiarazione di guerra da parte dell’Italia e venne inviato sul fronte francese. Successivamente fu poi inviato in Grecia a seguire la disastrosa campagna militare italiana. Si spostò quindi in Iugoslavia dove assistette all’indipendenza del Montenegro. Il 5 febbraio del 1944 viene catturato dai Tedeschi in Val d’Ossola dove cercava di raggiungere i partigiani del Partito d’Azione. Venne processato e condannato a morte. La sentenza, però, non venne eseguita grazie all’interessamento del cardinale Schuster. Fuggito di prigione riparò in Svizzera dove rimase fino alla fine della guerra. Nel 1945 riprese il suo posto al Corriere della Sera. Nel dopoguerra uscirono i suoi libri di carattere storico e di costume. Negli stessi anni collaborò anche con diversi periodici. Nel ’56 fu in Ungheria a raccontare in diretta la rivoluzione di Budapest e l’arrivo dei carri armati sovietici. Nel ’73 iniziò a collaborare con Oggi e l’anno successivo lasciò il Corriere della Sera per incompatibilità con la linea politica del direttore Piero Ottone. Fonda il Giornale Nuovo a cui collaborano firma prestigiose. Il 2 giugno del 1977 subì a Milano un attentato da parte delle Brigate Rosse. Nei primi mesi del ’94, dopo i contrasti con Berlusconi, Montanelli lasciò il Giornale e fondò La Voce, che però sarà costretta a chiudere per ristrettezze di capitale. Montanelli tornò quindi al Corriere della Sera e continuò a scrivere i libri sulla Storia d’Italia, curati insieme a Mario Cervi. Il 22 luglio 2001 Indro Montanelli muore a Milano; l’urna con le sue ceneri si trova a Fucecchio.

Oriana Fallaci nacque a Firenze il 29 giugno del 1929. Fin da giovane fu attiva nel movimento clandestino della Resistenza Giustizia e Libertà. Per il suo attivismo ricevette all’età di 14 anni un riconoscimento d’onore dall’Esercito Italiano. Fin dalla giovane età di 16 anni la Fallaci iniziò la sua carriera di giornalista. Lavorò prima come collaboratrice di quotidiani locali e successivamente come inviata speciale per L’Europeo. Il primo libro che scrisse, Se il sole muore, che dedicò a suo padre, descrive i preparativi dello sbarco americano sulla Luna. Nel 1967, sempre per L’Europeo si recò in Vietnam come corrispondente di guerra. In questo paese la Fallaci ritornò ben 12 volte in 7 anni raccontando la guerra. Tali esperienze vennero raccolte nel libro Niente e così sia pubblicato nel 1969. A metà del ’68 la giornalista si recò negli USA. Come corrispondente di guerra la giornalista seguì anche i conflitti al confine tra India e Pakistan, e quelli in Sud America ed in Medio Oriente. Nel 1973 la giornalista fiorentina conobbe Alekos Panagulis, leader della Resistenza greca contro il regime dei Colonnelli, di cui divenne compagna. Nel ’75 la scrittrice insieme a Panagulis collaborerà alle indagini sulla morte di Pier Paolo Pasolini e sarà la prima a denunciarne il movente politico dell’omicidio del poeta. Lo stesso anno uscì il libro Lettera ad un bambino mai nato, che segnò il primo grande successo editoriale. La Fallaci non fu solo un grande reporter, ma anche un’attenta analista dei principali fatti di cronaca, oltre che un’ottima intervistatrice di importanti personalità della politica, come Pietro Nenni, Giulio Andreotti, l’arcivescovo Makarios, Yasser Arafat, Henry Kissinger, Indira Gandhi, Golda Meir, l’Ayatollah Khomeini e Muammar Gheddafi. Oriana Fallaci ha scritto e collaborato a numerosi giornali e periodici di tutto il mondo, fra questi: New Republic, New York Times Magazine, Life, Le Nouvel Observateur, The Washington Post, Der Stern e Corriere della Sera. Nel 1990 esce Insciallah, romanzo ambientato tra le truppe italiane inviate dall’ONU a Beirut. Dopo l’uscita del romanzo la scrittrice andò a vivere a New York, sua città d’adozione. Negli anni successivi scoprì di avere un cancro ai polmoni, che la stessa scrittrice definirà “L’Alieno”. Dopo i fatti dell’11 settembre negli USA scrisse libri e articoli che hanno suscitato opinioni contrastanti nel mondo politico e nell’opinione pubblica. Libri ( La rabbia e l’orgoglio, La forza della ragione Oriana Fallaci intervista se stessa – L’Apocalisse) in cui la scrittrice sviscera tutti i suoi risentimenti e denuncia con aspre parole la decadenza della civiltà occidentale, che è incapace di difendersi dal fondamentalismo islamico. La Fallaci ha sempre manifestato chiaramente e con tenacia i propri ideali. Dopo una vita trascorsa a esprimere le proprie opinioni anticlericali, negli ultimi anni si avvicinò alla Chiesa cattolica. Oriana Fallaci è morta il 15 settembre 2006 a Firenze, dove aveva deciso di passare i suoi ultimi giorni.

Tiziano Terzani nacque il 14 settembre 1938 a Monticelli, quartiere fiorentino. Proveniente da una famiglia di umili origini, con grossi sacrifici si diplomò al liceo classico “Galileo” di Firenze. Vinse il prestigioso concorso per poter frequentare il Collegio Medico-Giuridico di Pisa, dove si laureò brillantemente in giurisprudenza nel 1938. Nel 1962 iniziò a lavorare per la Olivetti, che lo inviò in molte aree del mondo fra cui il Giappone e il Sud Africa, contribuendo alla sua decisione di voler esplorare il mondo. Lasciata l’Olivetti si mise a studiare la lingua e la cultura cinese presso la Columbia University di New York. Terzani iniziò le sue collaborazioni giornalistiche prima con L’Astrolabio e poi per Il Giorno, ma la sua vera occasione arrivò grazie al settimanale tedesco Der Spiegel, con l’opportunità di recarsi in Asia come corrispondente. All’inizio degli anni ’70 Terzani con la moglie e i suoi due figli si trasferì a Singapore, dove ebbe la possibilità di seguire da vicino le fasi decisive della Guerra del Vietnam. Tale esperienza dette origine ai suoi primi due libri. Anche grazie alle collaborazioni con il Corriere della Sera e La Repubblica, Terzani divenne uno fra i più importanti giornalisti a livello mondiale. Lo scrittore fiorentino è stato un grande conoscitore dell’Asia, appassionandosi alla filosofia ed alla cultura del luogo. Tante sono le città asiatiche che lo hanno ospitato e in cui il giornalista si è sentito a casa. L’Asia è raccontata da Terzani non solo con i suoi articoli, ma anche con i suoi numerosi libri, a cominciare da Pelle di leopardo (1973), in cui vengono raccontate le ultime fasi della Guerra in Vietnam, per finire con l’ultimo lavoro, Un altro giro di giostra. Quelli di Terzani sono libri che raccontano anche l’Asia nascosta, quella sconosciuti agli occhi di un comune turista, come quella che lo scrittore ci mostra nel libro Un indovino mi disse, cronaca di un viaggio di un anno attraverso numerosi paesi dell’Asia realizzato, dopo una profezia fattagli da un indovino, senza mai prendere un aereo. Nel 1997 Terzani ricevette il “Premio Luigi Barzini all’inviato speciale”. Dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 lo scrittore rispose alle invettive anti-islamiche di Oriana Fallaci nel libro Lettere contro la guerra. Terzani, malato di un cancro all’intestino, passò i suoi ultimi giorni presso Orsigna, sull’Appennino pistoiese, dove morì il 28 luglio 2004.


23/05/2007 18.43
Provincia di Firenze