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GENIO FIORENTINO: LE MERAVIGLIE DI LUCA GIORDANO
Camminare fra le allegorie dell’Apologia della Famiglia dei Medici grazie al ribaltamento della famosa volta dipinta dall’artista napoletano

Gli affreschi della volta riprodotti sul pavimento della Sala di Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi (rendering)

La Galleria al primo piano di Palazzo Medici Riccardi ha un grande tesoro, uno dei più significativi ed ammirati esempi del Barocco fiorentino: la volta di Luca Giordano, realizzata dall’artista napoletano nel 1685 e che rappresenta l’Apologia della Famiglia dei Medici. Un capolavoro di grande bellezza e suggestione, in cui lo spettatore è colpito dai giochi di prospettiva e dalle raffinate sfumature di luminosità. Un’opera che può essere ammirata in tutto il suo splendore il 27 maggio, alle ore 21, all’interno della manifestazione del Genio Fiorentino, organizzata dalla Provincia di Firenze. La volta viene mostrata a grandezza naturale grazie ad una riproduzione ottenuta dal ribaltamento dell’affresco del Giordano, in modo da creare un contatto diretto, un impatto magico e di stupefacente carica suggestiva nello spettatore. L’Apoteosi dei Medici celebrata dai Riccardi, narra della vita umana attraverso le diverse stagioni e le età dell’uomo, la mitologia, l’Antico ed il Nuovo Testamento.
“Nelle scene…concatenate abilmente nella volta…si vedono personaggi di varia natura, tolti dall’immenso patrimonio figurativo reso disponibile alla pittura barocca da tre secoli di invenzione e di codificazine: essi provengono dalla mitologia greco-romana, dalla dottrina cristiano-cattolica, dall’allegorismo fiorito nel Cinquecento, dalla storia e dalla cronaca, e sono portatori non solo del significato di sé, ma di un ordine più riposto e riservato di significati simbolici.” Scrive Cristina Acidini nel volume Gli artisti dei Riccardi, i ricordi di Luca Giordano e oltre.
La riproduzione permette ai visitatori di ammirare da vicino il ricco sistema dei soggetti del dipinto, apprezzandone i minimi particolari.
Camminando nella Galleria diventa possibile immergersi nelle raffigurazioni non più stando a testa in su, ma volgendo il proprio sguardo verso il pavimento. Il ciclo pittorico, infatti, distante quasi sette metri e mezzo da terra -uno spazio equivalente alla somma di quattro persone di media statura sovrapposte- si avvicina fino a consentire un contatto fisico, che permette agli osservatori di scoprire le tante tematiche narrative: dall’Allegoria della Giustizia a quella della Temperanza, dall’Allegoria della Fortezza a quella della Prudenza e tutti gli altri soggetti. Un’immersione completa nel colore delle pennellate sapientemente distribuite sull’intonaco e nella magnificenza e maestosità dei soggetti.
I disegni diventano “un tappeto di opere d’arte”: l’istallazione conduce dentro l’opera e il visitatore cammina letteralmente tra Mercurio, Minerva e l’Empireo Mediceo. L’esperienza è guidata e il primo impatto mira direttamente all’inconscio. La percezione dello spazio inizialmente è alterata rispetto ai consueti riferimenti direzionali e ciò permette di ammirare l’affresco sotto una nuova prospettiva, una nuova dimensione estatica che porta lo spettatore a librarsi verso il soffitto, avvolto da un mondo fantastico. Una nuova dimensione che lascia senza parole e che si rivela sostenibile a lungo solo per i meditatori esperti. Questo effetto di separazione dallo spazio non dura però a lungo e, come dimostrano gli studi sulla percezione e sulla capacità di concentrazione, la mente ha, poco dopo, la necessità di tornare a decodificare ed organizzare tutto quanto ha intorno, secondo gli schemi consueti. Allora torna ad appropriarsi con rinnovata intensità dei punti salienti della narrazione pittorica, con le descrizioni e gli approfondimenti relativi.
Lo spettatore si trova davanti ad un doppio coinvolgimento con l’opera: prima emotivo e poi logico. L’esperienza rimane ed arricchisce la mente ed il cuore, grazie alla ricchezza degli elementi storici, politici, mitologici, etici ed artistici trasmessi.
Le opere d’arte possono trasferire sensazioni “magiche” ed è compito di chi opera nella comunicazione dei beni culturali far sì che il prodigio si rinnovi, diventando da esperienza conoscenza.
Proprio per questo la Provincia di Firenze ha promosso il progetto Le Meraviglie di Luca Giordano, grazie, anche, al lavoro dello scenografo Perla Gianni, che trasportata dalla sua passione per l’arte, ha contribuito ad avvicinare, nel vero senso della parola, la volta di Luca Giordano ai visitatori di Palazzo Medici Riccardi.

Ufficio stampa Genio Fiorentino
Giuditta Boeti
Giulia Coli
www.geniofiorentino.it

26/05/2007 19.19
Provincia di Firenze