AN SULLA RIFORMA DEL SERVIZIO 118 E GUARDIA MEDICA: TRA REGIONE ED ASL C’È DISCORDANZA DI PROGETTI E PROSPETTIVE
Le nostre proposte per garantire la vita ai centri Pet e Guardia medica
“L’emergenza territoriale sanitaria deve rimanere nelle strutture dell’associazionismo”. Sono chiare e ferme le posizioni degli esponenti di Alleanza Nazionale intervenuti oggi in conferenza stampa ed in netta controtendenza con la proposta di ristrutturazione del 118 in atto dall’Asl 10.
“La ristrutturazione del 118 dell’Asl 10 ritorna su un progetto che Alleanza Nazionale aveva già bocciato da tempo – introduce così il Consigliere Provinciale Nicola Nascosti – Le misure adottate, oltre a causare un peggioramento del servizio ai cittadini rischiano di determinare la chiusura di alcuni punti Pet (postazioni emergenza territoriale) e la possibile sostituzione dei medici con personale meno qualificato. La strada che si sta perseguendo mira a privilegiare le automediche a discapito delle postazioni Pet e di guardia medica. E mentre l’Assessore Regionale Rossi aveva dichiarato che la riduzione delle postazioni di guardia medica sarebbe stata compensata dall’istituzione di 120 centri di primo soccorso nei Pet, con la presenza fissa di un medico, l’Asl 10 che sta riorganizzando il 118 su Firenze, toglie dalle associazioni i medici per portarli nelle postazioni Asl e nei pronti soccorso. Una discordanza di intenti e propositi che ci fa preoccupare”. “Nei fatti e nei dati si trova conferma di quello che sosteniamo – dichiara il Consigliere Provinciale Piergiuseppe Massai – delle 14 postazioni di guardia medica presenti su Firenze, si pensa di eliminarne 4, arrivando così a coprire un bacino di utenza con una proporzione di una postazione per 9000 abitanti, che è fuori dai parametri previsti, che pongono come limite massimo una postazione per ogni 6500 utenti”.
“L’automedica è vista sia come soluzione – spiega Paolo Baroncelli, delegato Anci Toscana – che permette all’Asl di fare a meno delle associazioni sia considerata la strada migliore per garantire un servizio efficiente. Noi ribadiamo che non solo è sbagliato pensare di poter fare a meno delle associazioni, ma soprattutto che l’automedica è causa di ritardo nei soccorsi perché spesso costringe ad un utilizzo doppio di mezzi e personale. Solo per fare un esempio citiamo la chiusura delle postazioni del 118 all’Isolotto, a Scandicci ed in Piazza San Giovanni e la decisione di prevedere interventi sostitutivi con automediche che partono dagli ospedali. Per un servizio al Duomo, per esempio, si prevede un intervento eseguito da un’auto che parte da Montedomini. Ed anche la scelta della direzione sanitaria di togliere personale dall’emergenza per collocarlo in centrale operativa quando già in centrale c’e un Direttore, un Vice Direttore ed un Medico per turno, ci trova alquanto perplessi.
L’impressione che si ha, è che ci sia una volontà di smantellare la guardia medica, togliendo compiti e funzioni e rendendola di fatto inutile”.
Al termine della conferenza stampa, i rappresentanti di Alleanza Nazionale hanno poi tracciato le proposte del partito in merito alla questione.
“Innanzitutto vogliamo ribadire – concludono gli esponenti di An – che è importante e determinante che l’Emergenza Territoriale rimanga nelle strutture dell’Associazionismo. La Guardia Medica ed il 118 infatti, avendo le postazioni sul territorio, oltre a fornire il servizio di Emergenza, garantiscono di fatto un servizio sociale, sia perché inseriti in un contesto associativo sia perché si caratterizzano come punto di riferimento per la popolazione del quartiere a cui fanno capo. Ed inoltre, considerato che l’Asl è in grado di garantire sull’automedica un infermiere ed un medico, proponiamo di dislocare nelle Associazioni un medico ed un infermiere lasciando alle Associazioni l’incarico di fornire il mezzo, l’autista ed i volontari. Mantenere le postazioni ed il numero dei medici della Continuità Assistenziale. Ed infine per garantire scelte condivise coinvolgere anche lo SNAMI nella contrattazione e organizzazione del 118 per evitare inutili instabilità da un punto di vista del personale medico e paramedico. Lo Snami infatti non è stato accettato al tavolo delle trattative, perché, come anche ha risposto ad una nostra interrogazione in Provincia l’Assessore Nardini, suddetto sindacato non è firmatario dell’accordo nazionale. In realtà, in tutte le altre aziende sanitarie della Regione, lo Snami ha partecipato a pieno titolo alle trattative.
Le nostre proposte partono dal semplice, ma spesso essenziale, buonsenso e sono volte ad assicurare stabilità e continuità del servizio che stanno garantendo la Misericordia, la Pubblica Assistenza, la Croce Bianca e tutte le altre associazioni del settore”.
Il gruppo provinciale di Alleanza Nazionale