Metrocittà Firenze, mozione per rinnovo dei contratti e stabilizzazione del personale precario della Corte d’Appello di Firenze e dell’intero distretto toscano
Presentata da Pd e Uniti per la Città Metropolitana. Nicola Armentano: "Una criticità nazionale che nel distretto di Firenze assume caratteri emergenziali". Kapo: "Figure professionali che svolgono mansioni non sostituibili"
I gruppi Pd Uniti per la Città Metropolitana nel Consiglio della Città Metropolitana di Firenze hanno presentato una mozione per il rinnovo dei contratti e la stabilizzazione del personale precario della Corte d’Appello di Firenze.
Il Consiglio della Metrocittà Firenze, quando voterà la mozione, approverà la necessità di rivolgere formalmente al Governo e al Ministero della Giustizia la richiesta urgente di rinnovare i contratti in scadenza del personale precario della Corte d’Appello di Firenze e dell’intero distretto toscano, evitando l’interruzione di servizi essenziali.
"A questa richiesta - spiega il capogruppo del Pd Nicola Armentano - si aggiunge quella dell’avvio immediato di un percorso strutturale di stabilizzazione, che valorizzi l’esperienza dei lavoratori precari oggi impiegati nella Corte d’Appello e negli uffici giudiziari, alla luce dei dati ormai incontrovertibili sulla loro indispensabilità. Nella sola Corte d'Appello di Firenze sono oggi impiegati 41 funzionari, che diventano 46 includendo la sezione lavoro e bancario, e tutti con contratto in scadenza il 30 giugno 2026".
Viene evidenziata la necessità di promuovere un’iniziativa politica ampia, coinvolgendo parlamentari del territorio, la Regione Toscana e gli enti locali, "per sostenere un piano nazionale di rafforzamento organico della giustizia - commenta Diana Kapo - Rendiamo noto il contenuto della mozione perché la cittadinanza sia informata della situazione critica che pesa sui servizi giudiziari della città metropolitana. I precari della giustizia svolgono mansioni non sostituibili: affiancano i giudici, redigono bozze, classificano e digitalizzano fascicoli, partecipano alle udienze, preparano provvedimenti e contribuiscono alla sicurezza e al funzionamento quotidiano degli uffici".
"I tempi della giustizia devono essere più definiti per non lasciare i cittadini in balia di una lunga attesa quando affrontano un percorso giudiziario - sottolinea Armentano - Non si possono far passare gli anni. L'allungamento dei tempi è una vera e propria ingiustizia in un sistema che invece la giustizia la deve garantire. Se questo poi accade per mancanza di personale, il governo deve porre rimedio. Il personale non può restare in bilico ed è formato da figure professionali che hanno acquisito una competenza che si rischia di perdere. I precari vanno stabilizzati".