AGABUS E ATRICEPS: MA QUANTI ABITANTI NELLE AREE UMIDE FIORENTINE
Donata alla Specola la collezione Rocchi di coleotteri acquatici. Un volume della Provincia di Firenze
Una pozza, un ruscello, un’area palustre. Difficile rendersi conto con un colpo d’occhio di quanta vita si nasconde in questi luoghi. C’è il “duvergeri” e l’Agabus, ma anche anche il delicatulus e l’atriceps. Saverio Rocchi, collezionista che dalla passione amatoriale ha percorso poi tappe di crescita fino a diventare un entomologo apprezzato in tutto il mondo, ha dedicato una vita a studiare le forme di vita che animano le aree umide e ha fatto dono della sua collezione di coleotteri alla Specola di Firenze, sede del Museo di storia naturale dell’Università, impegnandosi a curarla e ad incrementarla con future acquisizioni. Diverse centinaia gli esemplari di coleotteri collezionati in 200 scatole di grande formato. “La Provincia – spiega l’assessore provinciale all’Agricoltura, caccia e pesca Pietro Roselli – lavora per restituire alle aree umide una dignità adeguata negli strumenti di pianificazione territoriale e di tutela ambientale” e ha editato un volume ‘Le zone umide della Toscana’, a cura di Luca Bartolozzi, in collaborazione con il Museo di storia naturale e l’Università degli Studi di Firenze, con un’approfondita disamina della collezione Rocchi. Le copie di libro, arricchito da un corredo fotografico e da grafici, possono essere richieste presso la direzione Agricoltura caccia e pesca e risorse naturali, o presso il museo della Specola.