LA SITUAZIONE ALLA ALTAECO DI PELAGO
L’assessore Saccardi ha risposto ad una domanda d’attualità di PRC
La Provincia continua a seguire la vicenda della Altaeco di Pelago. L’assessore al lavoro Stefania Saccardi ha risposto, in Consiglio provinciale, ad una domanda d’attualità di PRC ed ha spiegato di essersi recata a Milano: “Per incontrare la proprietà della Altaeco. C’eravamo preso questo impegno nel corso dell’ultimo incontro che avevamo fatto nel Comune di Pelago. Abbiamo preso atto di quello che, in qualche modo, già avevamo capito. La situazione è veramente difficile; ci sono una serie di diffidenze e accuse reciproche tra le parti e quindi c’è una forte rigidità di una parte rispetto all’altra. Il nostro compito era di provare a convincere l’azienda a sedersi ad un tavolo delle trattative insieme al sindacato. L’azienda ci ha, invece, riconfermato la volontà di voler dismettere il sito produttivo di Pelago. Abbiamo provato a convincerli, a mettere una pietra sopra al passato e provare a sedersi per intavolare una trattativa per verificare l’applicabilità di alcuni ammortizzatori fiscali ma la situazione è di estrema difficoltà visto che si entra in rapporti reciproci ed in accuse reciproche, sia da una parte dei sindacati che dell’azienda. Prontamente, il giorno dopo, abbiamo ricevuto i sindacati e abbiamo riferito l’esisto del colloquio con l’azienda, ora si vedrà cosa succede”. Calò ha ribadito che: “La tracotanza del vertice aziendale ha ribadito, ancora una volta, di voler liquidare l’Altaeco ed il destino di 29 famiglie. Si prosegue con una rigidità inaccettabile ed una incomunicabilità con la parte sociale che, di fronte all’indisponibilità dei vertici, ha dichiarato conflitto con il datore di lavoro. Prendendo atto che quell’azienda poteva essere considerata a scadenza potevamo, con modalità diverse, cercare una ricollocazione per le 29 persone. Quando siete andati a parlare con i vertici dovevate cercare di far comprendere all’azienda che, se non c’erano più le condizioni di mercato, si dovevano utilizzare i famosi ammortizzatori sociali, attraverso la cassa integrazione o attraverso un istituto straordinario”.