AN SUI DERIVATI SWAP
Presentata interrogazione
Premesso che i contratti di swap stipulati dagli enti locali sono oggi all’attenzione del CICR e della Corte dei Conti per la pesante esposizione in cui sono risultate coinvolte molte Amministrazioni.
Rilevato che se è vero che uno swap, che trasforma un tasso da fisso a variabile, fa diminuire il costo dell’indebitamento, è però altrettanto vero che genera un’altra conseguenza, questa volta negativa, in quanto espone l’ente al rischio di rialzo dei tassi e determina quindi una dipendenza dell’ente dai mutamenti del mercato.
Visto che, nel caso di coupon swap, se la trasformazione è da tasso fisso a variabile, il rischio da esso derivante è del tutto nuovo perché non sussisteva prima dell’applicazione dello swap ed è determinato da un possibile rialzo dei tassi di mercato; e che, se, invece, la struttura debitoria viene spostata da un tasso variabile ad un tasso fisso, il rischio nascente sarà quello legato ad una possibile diminuzione del tasso stesso.
Senza entrare specificatamente nel dettaglio dei molti problemi che tali tipi di operazioni possono comportare sull’intera collettività e riservandoci di approfondirne le relative ricadute;
Considerato che Trattandosi di enti pubblici in cui l’uso di posizioni speculative è di per sé già vietato dalle disposizioni legislative, appare inoltre quanto mai necessario utilizzare il criterio della prudenza, criterio che deve guidare ogni fase relativa all’implementazione di un qualsiasi derivato.
Visto che L’attenzione deve essere pertanto rivolta principalmente a definire degli obiettivi di copertura che siano caratterizzati da una bassa propensione al rischio e ad operazioni di ristrutturazioni attente ed oculate, da controllare non solo preventivamente, ma anche successivamente ed in modo costante, per verificare continuamente se il livello di rischio attuale si avvicini a quello desiderato e se occorra rimodulare le posizioni non più redditizie e troppo rischiose a causa di un’evoluzione sfavorevole del mercato. I consiglieri di Alleanza Nazionale hanno presentato un’interrogazione in Consiglio provinciale per sapere:
1. quali e quante sono le operazioni del genere sopra descritto ad oggi intraprese dall’Amministrazione;
2. Con quali Istituti di credito sono state poste in essere e come tali Istituti (i soli che traggono indubbio vantaggio economico) sono stati scelti;
3. come sono stati individuati gli advisor;
4. quali sono gli scopi da perseguire, gli strumenti relativi al successivo monitoraggio ed i criteri di contabilizzazione;
Tali approfondimenti assumono ancora più urgenza e rilevanza dato che, trattandosi di derivati, le conseguenze modificano le condizioni di indebitamento e hanno ricadute non solo sul bilancio attuale, ma anche su quelli futuri.
Si chiede inoltre di sapere, in ordine alle modalità di contabilizzazione:
- se, come consigliato dalla migliore tecnica contabile, sono stati contabilizzati solo i differenziali, se di valore positivo, come entrate extra-tributarie e, se di valore negativo, come “Interessi passivi e oneri finanziari diversi”;
- se è stato costituito un Fondo rischi che vincoli i risparmi iniziali eventualmente ottenuti con lo swap in vista della copertura di eventuali perdite successive.
Il monitoraggio delle posizioni e dei rischi deve essere dunque continuo e costante e gli swap sui tassi d’interesse non possono essere utilizzati come un mezzo per la risoluzione di tutti i problemi relativi ai disequilibri di bilancio.
Nicola Nascosti, Guido Sensi, Piergiuseppe Massai