IL DISCIPLINARE PER L’UTILIZZO DELLE CARTE DI CREDITO
L’assessore Lepri ha risposto ad una domanda d’attualità di AN
Sul disciplinare per l’utilizzo delle carte di Credito l’assessore al bilancio Tiziano Lepri ha risposto, in Consiglio provinciale, ad una domanda d’attualità di Alleanza Nazionale. “La procedura di copertura delle spese di rappresentanza tramite l’utilizzo della carta di credito nell’importo massimo di spese mensili pari a 10.000 euro non sostituisce le ordinarie procedure in essere ma, per criteri di praticità, di cambio valuta, di economicità, si affianca ad essa nelle situazioni ritenute opportune. Il limite dei 10.000 euro mensili non costituisce autorizzazione preventiva alla spesa, in quanto ogni spesa deve essere autorizzata da apposita determinazione di impegno del Dirigente competente. Inoltre – ha aggiunto Lepri – si richiama la Legge 549/95 (art. 1 commi 47-53) che prevede l’utilizzo della carta di credito, nell’ambito dei vigenti sistemi di pagamento, per l’esecuzione di spese, anche all’estero, rientranti nella rispettiva competenza, qualora non sia possibile o conveniente ricorrere alle ordinarie procedure. Il D.M. 701/96 “Regolamento recante norme per la graduale introduzione della carta di credito, quale sistema di pagamento nell’ambito delle amministrazioni pubbliche” in attuazione dell’art. 1 commi 47-53 della Legge 549/95 precisa, fra l’altro, le spese previste: quelle di rappresentanza delle amministrazioni in Italia e all’estero; organizzazione e partecipazione a seminari e convegni; trasporto, vitto e alloggio in occasione di missioni”. Per Nascosti: “Lo strumento, al di là della pezza giuridica di appoggio che non era indubbio che ci fosse, ci pare inopportuno. La Provincia di Firenze è una delle poche amministrazioni locali che utilizza l’istituto della carta di credito. Ho fatto un giro di telefonate ai vari comuni, tra cui Firenze, per sapere se viene usata la carta di credito per le spese di rappresentanza e tutti mi hanno confermato che è uno strumento poco utilizzato. Non mi convincono, inoltre, le procedure perché, se la carta di credito serve per saldare le spese di rappresentanza e queste devono essere assoggettate a procedure amministrative dell’ente, occorre, comunque, avere una previsione di spesa. Non si può spendere mille euro e, invece, la spesa era 500. Da questo punto di vista, non credo si realizzi quell’obiettivo di celerità e di dinamicità che con lo strumento della carta di credito si vuole assegnare. Lo strumento era previsto dalla Finanziaria ‘96, quindi undici anni fa ma, alla luce delle polemiche di questi mesi costi della politica non so se era opportuno, dal punto di vista di immagine politica, mettere a disposizione degli amministratori carte di credito. Al di là del controllo, queste operazioni, viste dall’esterno, danno adito a polemiche, molte volte sterile, molte volte giustificate. Si parla di supporti, di prebende, di agevolazioni, di tutti gli strumenti che la politica può avere; credo che questa scelta di una carta di credito da 10.000 euro l’amministrazione provinciale se la poteva risparmiare. Si riduce l’indennità dei Consiglieri e poi si autorizza l’ente ad erogare un carta di credito da 10.000 euro. Più che l’aspetto di legittimità giuridica c’è un aspetto di immagine politica esterna che, secondo me, chi ha fatto questo provvedimento doveva valutare”.