APPROVATA MOZIONE IN FAVORE DELLE COMUNITÀ MONTANE
Ribadita la necessità che siano le Regioni a ridisegnare questi enti
I costi della politica ed il futuro delle Comunità Montane sono stati affrontati in Consiglio provinciale con una mozione che ha unificato quella di Giunti e Sottani (PD) sull’articolo 13 della Finanziaria 2008 e quella di Bassetti e Tondi (UDC) sugli Effetti del DDL Santagata sui costi della politica nel sistema delle Comunità Montane del nostro territorio. La mozione, approvata con 19 sì (maggioranza, PRC e UDC) e 5 astensioni (FI, AN, PRC), richiede: che i riferimenti nella Legge Finanziaria siano limitati alla definizione di criteri orientativi per la riduzione dei costi, lasciando - in ossequio al titolo V della Costituzione - alla competenza delle Regioni la ridefinizione dei problemi ordinamentali relativi alla costituzione delle Comunità Montane; che la rivisitazione delle aree omogenee venga attuata sulla base di un insieme di parametri oggettivi (disagio economico, caratteristiche geomorfologiche, dispersione della popolazione, fruibilità dei servizi) e non solo e soltanto sulla base dell’altimetria. Per Lensi (FI): “Già la Finanziaria, anche se il testo deve ancora essere votato in maniera definitiva, ha affidato alle Regioni il compito di razionalizzare l’intero comparto delle Comunità Montane”. Per Sottani (PD), comunque: “E’ importante approvare la mozione prima che ci siano le espressioni della Camera e del Senato, sperando che tutti gli sforzi, tutte le sollecitazioni da parte dell’UNCEM, delle Regioni, dei Comuni e delle Comunità Montane possano portare a quel risultato che l’approvazione di questo emendamento all’Art. 25 sembra preannunciare”. Anche per Bassetti (UDC): “E’ opportuno che il Consiglio provinciale si esprima sulle Comunità Montane, al di là delle decisioni della Finanziaria perché le Comunità Montane riguardano nove comuni per il Mugello e l’Alto Mugello e 7 per quelli della Val di Sieve. Secondo la prima stesura in Finanziaria solamente due comuni, Palazzuolo e Fiorenzuola avrebbero potuto far parte, per un discorso di fascia altimetrica, della Comunità Montana. La proposta scaturita ora credo sia una proposta saggia. Spetterà alle Regioni ridisegnare le varie Comunità Montane. È vero che le Comunità Montane si sono a volte interessate di cose che non erano di loro competenza, però pensiamo a tutto il discorso dei servizi associati ed il ruolo che svolgono nei comuni più piccoli come Palazzuolo, Londa e Marradi con amministrazioni che, senza la Comunità Montana, troveranno molte difficoltà a gestire alcuni dei servizi”. Per Targetti (PRC): “Il problema di ridurre i costi della politica, è un problema che va posto però non si devono toccare, in modo particolare, le assemblee elettive. Credo che si debba agire su altri aspetti, la Comunità Montana non è un organo elettivo, è un organo di secondo livello, e quindi giustamente va fatta una verifica. Riteniamo che la Regione debba, per quanto riguarda la nostra Provincia, ricondurre ad una la Comunità Montana come era prima”. Anche per Bevilacqua (FI): “L’argomento Comunità Montane deve essere affrontato dalle Regioni, che meglio possono conoscere le problematiche del loro territorio. Certo, è auspicabile che le 15 Comunità Montane presenti in Toscana vengano notevolmente ridimensionate. Questo non solo per quanto riguarda la questione dei costi della politica, ma anche in funzione di quello che sono effettivamente le attività che queste Comunità Montane svolgono, che a nostro giudizio potrebbero essere svolte egregiamente anche con un sistema più snello e meno rappresentativo”. Massai (AN) ha ribadito che: “Vi sono Comunità Montane anomale, a livello del mare, quindi il riferimento altimetrico certamente è un dato importante. Ritengo che alcune deleghe che la Provincia ha ceduto alle Comunità Montane siano servite, esclusivamente, per dare la possibilità di sopravvivere alle Comunità Montane stesse ma, soprattutto dalle nostre parti, le Comunità Montane sono diventate dei poltronifici”.