PROVINCIA DI FIRENZE, PIU’ OCCUPAZIONE E MAGGIORE PRODUTTIVITA’
Presentato a Palazzo Medici il rapporto Irpet. Il Pil della Provincia di Firenze cresce del 2,1%. Il Vice Presidente Barducci: “Dati positivi, ma vogliamo lavorare per renderli ancora migliori”. Enrico Conti, ricercatore Irpet: “Superiore capacità competitiva derivante da un mix di fattori”
Il Pil della Provincia di Firenze aumenta del 2,1%, così come il tasso di occupazione nel lavoro, superiore alla media regionale (71% la media provinciale). Maggiore crescita della produttività industriale (+9,7% tra il ’95 e 2005) e più capacità di investimento (+65%). Questi alcuni dei dati presentati nel corso della presentazione del rapporto Irpet per la Provincia di Firenze, tenuta questa mattina in Sala Pistelli di Palazzo Medici Riccardi. Ha presieduto il convegno l’assessore allo Sviluppo e Vice Presidente della Provincia Andrea Barducci, che ha così commentato così il quadro emerso dall’analisi del rapporto Irpet: “Questi dati positivi ci fanno ben sperare per il presente, ma certo vogliamo lavorare per renderli ancora migliori. Per lo sviluppo economico del territorio è fondamentale mantenere aperto il confronto tra livelli istituzionali, categorie, sindacati, lavoratori – ha aggiunto l’assessore provinciale allo Sviluppo. - Con l’aiuto dell’Irpet stiamo portando avanti il lavoro del nostro osservatorio economico permanente. Questo osservatorio dovrà unificare tutti gli altri osservatori già esistenti, promossi da altri enti e associazioni, in modo da concentrare al meglio le energie e gli studi in questo settore”.
“La provincia di Firenze appare avviata da alcuni anni su un sentiero di sviluppo che in qualche misura si distacca positivamente dal resto della regione - ha spiegato Enrico Conti, ricercatore dell’Irpet, illustrando a Palazzo Medici il nuovo rapporto provinciale 2006. - Questa superiore capacità competitiva del tessuto economico provinciale appare il frutto di un mix di fattori che interagiscono”.
“Tra i fattori determinanti - ha proseguito Conti - si evidenzia la presenza di un mix settoriale equilibrato e di un tessuto economico aperto al commercio internazionale, che unito alla de-specializzazione in alcuni dei settori più colpiti dalla crisi, alla specializzazione in comparti manifatturieri relativamente più strutturati e innovativi e a un maggior peso relativo dei servizi hanno contribuito alla ripresa economica. Sicuramente – ha concluso Conti - non deve essere trascurata una componente rilevante di competitività locale, endogena al tessuto manifatturiero che ha ragioni e origini complesse, così come il buon andamento del turismo”.
L’economia fiorentina realizza risultati superiori a quelli toscani!
Dopo un 2005 all’insegna della stagnazione (-0,1%) nel 2006 l’economia della provincia di Firenze presenta un andamento nettamente positivo (+2,1%). L’aumento del PIL supera, in termini percentuali, quello regionale (+1,65%) e nazionale e si presenta come il più rilevante (dopo Livorno) tra le province toscane ma soprattutto come il più rilevante degli ultimi anni.
Osservando la congiuntura è evidente, nella provincia di Firenze, una crescita che supera di oltre 0,4% quella regionale (+1,9 rispetto al +1,5% regionale). Gli elementi trainanti sono ancora una volta rappresentati dalle esportazioni [con segni positivi nella meccanica (13,2%), metallurgia (26,7%) e mezzi di trasporto(32,5%)] dai consumi delle famiglie e dagli investimenti, che tuttavia crescono poco ed in misura inferiore rispetto alla regione. Tra i diversi territori crescono soprattutto alcuni tra i più “manifatturieri”: la Bassa Val d’Elsa, che ha accusato più degli altri sel negli anni precedenti una crisi profonda del proprio tessuto produttivo, ed il Valdarno Nord, il cui risultato può essere attribuito in buona parte al favorevole mix produttivo caratterizzante il territorio.
La crescita della provincia è trainata dal manifatturiero ed in particolare dalla meccanica (+ 6,9%) e da alcuni comparti del settore moda (+2,9%) ma crescono di più rispetto alla regione anche il settore alimentare (5,3%), l’agricoltura (+1,6%), ed alcuni settori dei servizi, in particolare il commercio (+2,6%) e gli alberghi (+3,6%) e pubblici esercizi, aiutati dalla buona annata turistica.
Aumentano generalmente anche le Unità di lavoro impiegate, ma in misura inferiore rispetto al Valore Aggiunto (VA); questo è un segnale evidente di processi di ristrutturazione e recupero della produttività soprattutto per i settori manifatturieri (meccanica e moda su tutti) e nei comparti dei servizi.
La crescita nei territori interni alla provincia
I sistemi economici locali della provincia beneficiano della ripresa in misura differente, e risultati positivi si riscontrano soprattutto nelle aree a maggior presenza manifatturiera. Tre appaiono i territori che mostrano una maggiore difficoltà nell’intercettare la ripresa: il Mugello, la Val di Sieve ed il Chianti Fiorentino, il cui Pil cresce “soltanto” dell’1,5% a fronte del 2,1% della provincia.
PESO DELL’INDUSTRIA MANIFATTURIERA SUL VALORE AGGIUNTO (2005) E CRESCITA DEL PIL 2005/2006
Fonte: IRPET
In questo contesto, la dinamica della produzione industriale mantiene il differenziale positivo rispetto alla regione. L’industria fiorentina, pur partecipando alle oscillazioni cicliche comuni alla maggior parte delle province, mantiene un profilo di crescita superiore alla Toscana, tanto da prefigurare, senza ancora poterlo confermare, l’imbocco di un vero e proprio sentiero di sviluppo peculiare e trainante rispetto alla regione. L’andamento della produzione industriale conferma che i settori manifatturieri sono trainanti per la ripresa: meccanica, chimica, settori del comparto moda ed alimentare.
Anche l’andamento del fatturato artigiano (+1,4% contro lo 0,2% regionale) conferma il giudizio tratto dall’osservazione del valore aggiunto. Firenze si comporta decisamente meglio della regione. In particolare, mentre il settore artigiano fiorentino sembra partecipare appieno della ripresa economica viceversa ciò non accade per la maggior parte delle province toscane e dunque per l’insieme della regione. I settori artigiani trainanti la ripresa sono in larga parte gli stessi evidenziati dall’analisi della produzione industriale; solo il settore alimentare fa registrare un andamento negativo (-3,4% rispetto al +3% toscano), addirittura più accentuato rispetto all’anno precedente, e con la parziale eccezione costituita anche dal settore del tessile abbigliamento, che nel comparto artigiano resta al palo. Da notare, invece, l’ottimo risultato del settore della concia (+6% rispetto al +4% toscano), trainato dal successo delle grandi “griffe” della provincia.
Anche la dinamica imprenditoriale (+1,2% saldo al 2006 rispetto al 2005) mostra i segni inequivocabili della ripresa. Mentre si mantiene pressoché stabile il numero di nuove imprese iscritte decresce in modo consistente il numero delle cessazioni. Segno che la selezione operata dalla crisi volge in certa misura al termine. Tale andamento risulta, tuttavia, in controtendenza rispetto alla quasi totalità delle province toscane ed è un ulteriore elemento di distinzione in positivo del sistema economico fiorentino.
Aumenta la domanda di lavoro e l’occupazione ma anche la produttività!
La provincia di Firenze registra il più alto tasso di attività della regione (71%), appare caratterizzata da un ricorso rilevante alle nuove forme contrattuali ed è massima rispetto alle altre aree la percentuale di contratti part-time (+15,5%). Anche la percentuale dei contratti a progetto è superiore (3,2%) alla media toscana (2,3%), mentre non risultano particolarmente diffusi i contratti a tempo determinato (11,3% contro il 12,5% nella regione). Il territorio è, inoltre, contraddistinto da un’elevata presenza femminile nel mercato del lavoro, con un tasso di occupazione molto elevato (60,1%), in linea con l’obiettivo fissato dal Consiglio Europeo di Lisbona per il 2010 e con i valori delle province dell’Emilia Romagna, e da un tasso di inattività piuttosto contenuto (35,8%), il più basso della Toscana.
La domanda di lavoro (ULA) espressa dalle imprese aumenta complessivamente dell’1,2% a fronte di un più modesto 0,8% dell’insieme della regione. Si rafforza nel 2004-05 sia l’incremento del tasso di attività (+1,8%) che del tasso di occupazione (+1,4%), superiori a quelli medi regionali (rispettivamente +0,8% e +0,9%). Contestualmente il tasso di disoccupazione totale è diminuito, segno di un buon matching tra offerta e domanda di lavoro, determinato dalla ripresa economica. Lo stesso non si può dire per ciò che riguarda la componente femminile, il cui tasso di disoccupazione cresce, viceversa, dal 5,9% al 6,4% proprio perché il mercato del lavoro non sembra riuscire ad assorbire l’aumento del numero di donne in cerca di una occupazione, ciò che si riflette nel rilevante incremento del tasso di attività femminile (+1,4%).
La vera novità del 2006 è, tuttavia, rappresentata dalla produttività del lavoro. Incrementi significativi si verificano, in particolare, in alcuni dei settori di punta dell’economia fiorentina: il settore della concia e dei prodotti in cuoio pelle e calzature (+ 4,2%) che per converso riduce l’utilizzo del fattore lavoro dell’1%, il settore chimico (+4,4%) che aumenta il ricorso al fattore lavoro dell’1,3%, il settore delle macchine ed apparecchi meccanici, che pur aumentando l’utilizzo di lavoro di ben il 7%, aumenta al tempo stesso il suo rendimento del 2%. Generalmente meno brillanti le performance, in termini di produttività, nei settori dei servizi; fanno eccezione in positivo il settore del commercio (0,41% addetti, +2,1% produttività), e il settore dell’intermediazione monetaria e finanziaria, che presenta dinamiche analoghe. In negativo si distingue, invece, il settore della ricerca informatica ed altri servizi (+3% in ULA e –1,4% in produttività) e della sanità e altri servizi sociali (-2,3%) mentre una sostanziale stagnazione si registra nei settori delle attività immobiliari e noleggio (+0,4%) e delle costruzioni (+0,3%).
Il turismo: motore ulteriore dello sviluppo regionale tra riqualificazione e diversificazione
Sì, oltre alle vendite direttamente effettuate dalle imprese fiorentine al di fuori dei confini locali esiste un secondo importante canale per attrarre reddito dall’esterno del territorio: il turismo. La rilevanza della spesa dei turisti, per abitante residente, nella provincia di Firenze è nel 2006 pari a 1.924 euro, la più alta della Toscana ed esattamente il doppio della media regionale, con un’incidenza di turisti stranieri pari al 71% contro il 47% del resto della Regione. La provincia mantiene ritmi di sviluppo delle presenze turistiche sostanzialmente in linea con quelli regionali (+51% tra il 1993 ed il 2006) ed un rapporto tra presenze turistiche complessive e residenti che è il quarto nella regione, dopo le aree costiere di Grosseto e Livorno e la provincia di Siena. Molto positiva appare anche la capacità di reazione alla crisi delle presenze verificatasi dopo il 2001: tra il 2003 ed il 2006 le presenze turistiche in provincia segnano un +23,5%, rispetto alla media regionale dell’11,6%.
Previsioni 2007-2008: la crescita torna a stentare?
Le previsioni circa il prossimo futuro dell’economia sono ancora molto incerte, gravate come sono dai dubbi sull’evoluzione del ciclo internazionale e dall’incerto scenario nazionale. Al momento sembra probabile un peggioramento del ciclo. Le esportazioni rallenterebbero, quindi, di nuovo la propria espansione e la crescita dell’economia sarebbe sostenuta più dalla domanda interna che da quella estera, consentendo un aumento del PIL ben al di sotto del 2%. Per l’economia fiorentina si potrebbe registrare un parziale riassorbimento del sentiero di sviluppo superiore imboccato dalla provincia.
In allegato: le strategia per lo sviluppo della Provincia di Firenze: http://met.provincia.fi.it/news.asp?id=43486
Addetto stampa IRPET Francesca Calonaci
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