FERMARE GLI OMICIDI BIANCHI SUL LAVORO
Approvata mozione in Consiglio provinciale
Il Consiglio provinciale ha approvato, all’unanimità (ma FI, AN e UDC non hanno partecipato al voto) la mozione dei consiglieri Targetti, Verdi e Calò (PRC), Campi (SD), Ragazzo (Verdi) e Marroncini (PdCI) ed emendata da Gori (PD) per fermare gli omicidi bianchi sul lavoro e per emanare nuove norme di legislazione in materia di sicurezza sul lavoro. Calò, presentando la mozione, ha ricordato che: “Le morti sul lavoro sono un fenomeno gravissimo e spaventoso che richiede il massimo allarme sociale. Oggi abbiamo un dato: in Italia la produzione di merci, purtroppo, è a mezzo di vittime che continuano a morire sul fronte della flessibilità, sul fronte del profitto, sul fronte dell’abbassamento della sicurezza nei luoghi di lavoro. Con questa mozione, che nasce dopo le tragiche morti alla Thyssen Krupp, chiediamo di fermare gli omicidi bianchi sul lavoro ed emanare nuove norme di legislazione in materia di sicurezza sul lavoro. Riteniamo che la Provincia debba intervenire per contrastare, in modo determinante, tutte le forme di precarietà e chiediamo un impegno affinché si possa procedere, in tempi rapidi, all’emanazione delle nuove norme in materia di sicurezza”. Romei (PD) ha ricordato però che: “C’è un impegno forte da parte delle istituzioni e, dal 2000 ad oggi, c’è stata una costante diminuzione delle morti sul lavoro. Siamo d’accordo nel dare più poteri agli organi di controllo all’Inail, in particolare, perché si possa davvero indagare meglio sulle condizioni di lavoro e si possa controllare meglio. Riteniamo giusto anche il richiamo nella mozione, da parte di tutti, a svolgere un ruolo più importante di assunzione di responsabilità. A questo riguardo è chiaro che devono essere richiamate ad un maggiore impegno anche le imprese. Spesso e volentieri c’è una scarsa attenzione, da parte delle nostre imprese, sul problema della sicurezza sul lavoro. Si pensa che questo compito spetti alle organizzazioni sindacali, alle istituzioni ed agli organi preposti credo, invece, che anche le imprese debbano svolgere un ruolo più importante”. Sensi (AN) ha spiegato di contestare: “Le concezioni di fondo che stanno dietro a questo documento e che sono rilevanti. Si parla di omicidi bianchi. Quando si parla di omicidio si presume che ci sia un assassino e che l’assassino sia il padrone e l’operaio la vittima predestinata non è vero anche se ho grande considerazione degli operai. Tutti partecipano alla produzione di ricchezza e vogliono partecipare, in quota parte, per quanto è la loro responsabilità e capacità; quindi, padroni e operai sono compartecipi della stessa azione di produzione di ricchezza. In Italia è, invece, molto trascurata la formazione. Viene fatta molto male e in maniera dilettantesca. Inoltre, nella mozione c’è una concezione vecchia, ottocentesca, del mercato del lavoro che non è più così e che ci spinge ai vertici dell’infortunistica”. Marconcini (PdCI) si è soffermato sui contratti: “Che oggi sono triviali. Contratti a tre, quattro, sei mesi e dove alle donne non viene garantito il diritto alla maternità, il diritto alle ferie. Si fanno contratti dal lunedì al venerdì per non pagare i giorni di festività. Sono tutta una serie di contratti previsti dalla legge 30 che, in maniera erronea, viene chiamata legge Biagi. Ciò che è successo alla Thyssen Krupp è molto legato al tipi di contratto perché, se noi lavoriamo con contratti insicuri e con un tipo di orario più lungo aumentano, gioco forza, le possibilità che ci sia un ferimento talvolta così grave da procurare la morte quindi la questione anche degli orari del lavoro e del tipo di contratto è fondamentale per andare ad attaccare il problema della sicurezza sui luoghi di lavoro”. Campi (SD) ha ribadito che i presentatori della mozione: “Sono sempre più convinti che l’accordo del 23 luglio del 2007 sia un accordo inadeguato rispetto alla situazione che ci troviamo davanti. Sulla questione anche dei lavori usuranti, purtroppo, ciò che noi ci troviamo davanti è una continua escalation: non solo di morti ma anche di incidenti sui luoghi di lavoro. Anche la C.G.I.L., con il Segretario Epifani, ha ammesso che, purtroppo, su queste questioni si registra un grande rallentamento di tensione e di controlli all’interno delle fabbriche e quindi si ritiene necessario che si riprenda tutta una serie di problematiche e di questioni che, ad oggi, sono state messe in disparte”. Targetti (PRC) ha sottolineato come: “Le forze della Sinistra chiedono, a livello nazionale, che questo famoso tesoretto, questi soldi entrati dal fisco, con un decreto, vengano utilizzati subito sia per il discorso del salario dei lavoratori sia per un maggiore fondo a disposizione per i controlli sui luoghi di lavoro”. Massai (AN), infine, ha detto che la mozione: “Strumentalizza queste tragedie già nel titolo: omicidi bianchi. Vorrei far presente che quando succedono queste tragedie non vi è la responsabilità solo dell’impresa ma, molto probabilmente, vi è anche la responsabilità oggettiva dei sindacati, pronti a fare barricate su altre cose, ma non a impegnarsi profondamente per quanto attiene l’applicazione della 626. Questo è il punto fondamentale”.