LA DENUNCIA A CARICO DI QUATTRO DELEGATI SINDACALI DELL’ESSELUNGA
L’assessore Saccardi ha risposto, in Consiglio, ad una domanda d’attualità di PRC
Sulla denuncia a carico di quattro delegati sindacali di Esselunga l’assessore al lavoro della Provincia Stefania Saccardi ha risposto, in Consiglio provinciale, ad una domanda d’attualità di Rifondazione Comunista. “La vicenda si riferisce, sostanzialmente, a quanto accaduto nel supermercato di via Pisana. Le organizzazioni sindacali avevano manifestato la loro contrarietà su alcuni atti unilaterali da parte dell’azienda – ha spiegato l’assessore Saccardi – è iniziata, così, nella primavera 2007 una vertenza con scioperi che hanno preso le mosse da ordini di servizio aziendali a causa di una situazione di sotto organico in essere. Il punto fondamentale del contendere, tra le parti, è quella della condivisione operata tra l’azienda, i rifornitori ed i cassieri. A fronte delle agitazioni sindacali, l’azienda ha citato per sciopero illegittimo 4 delegati sindacali appartenenti alle RSU. Il periodo interessato va da settembre a fine novembre 2007. Il punto di contestazione dell’azienda è incentrato sulla modalità con cui lo sciopero è stato attuato. A metà dicembre le organizzazioni sindacali hanno chiesto la convocazione, davanti alla Direzione provinciale del lavoro, le parti per il tentativo i conciliazione. La Direzione ha tre mesi di tempo per convocare le parti; ove fallisca il tentativo di conciliazione, immagino che le parti ricorreranno davanti al giudice per decidere sulla legittimità dello sciopero che riguarda le modalità con cui questo sciopero è stato attuato. L’unità di crisi non è mai stata sollecitata ad intervenire”. Per Calò: “E’ un fatto grave e pericoloso. Un fatto inaccettabile sul piano delle relazioni sindacali. Su questa vicenda leggiamo nuovamente un atteggiamento che è ostativo alle relazioni sindacali. E’ una vicenda articolata e complessa che coinvolge, comunque, le organizzazioni sindacali. L’Esselunga uscendo fuori dal piano delle consuete relazioni sindacali introduce, di fronte ad una programmazione dello stato di agitazione, un provvedimento repressivo e non lo fa come elemento provocatorio ad un tavolo aziendale; prende e persegue, in modo unilaterale, i rappresentanti della RSU. E’ un tentativo di reprimere le libertà sindacali e su questo, non possiamo tacere”.