LAVORO: APPROVATA MOZIONE DEL PD
Respinte le mozioni di PRC, PdCI, SD e Verdi e di FI, AN e UDC
Dopo un lungo dibattito, durato due sedute, il Consiglio provinciale di Firenze ha approvato con 15 voti a favore ed 11 contrari la mozione del Partito Democratico sul lavoro. La mozione invita la Giunta provinciale: qualificare il patto per l’occupazione e lo sviluppo, rendendo produttiva e visibile nei risultati, una “governance” fondata sul principio della responsabilità sociale delle parti. Riaffermare, in questo contesto, che l'intensità e la qualità dello sviluppo ha un rapporto funzionale e simmetrico con la qualità e la quantità dell'occupazione nel garantire stabilità e coesione sociale. Operare perché negli sviluppi del patto, siano rese penetranti e sostanziali le iniziative per valorizzare le imprese che assumono come criterio direttore il principio di responsabilità, attraverso modalità che rendano riconoscibile il loro impegno; che, nello stesso contesto, si operi per un'evoluzione del modello distrettuale caratteristico della nostra regione, integrandolo con le funzioni che consentano di assistere il sistema delle imprese nel mercato globale, riducendone la vulnerabilità; adottare criteri premiali, nella gestione degli strumenti d'incentivazione economica, a favore delle imprese che garantiscano livelli elevati d’occupazione stabile ed operino nella logica di filiera corta; utilizzare criteri analoghi parimenti nella stesura capitolati di appalti di opere di fornitura di servizi e di beni in caso di accertate inadempienze prevedere penali pecuniarie da destinare a un fondo per i familiari delle vittime sul lavoro. Sottolinea, altresì l’esigenza che la Provincia di Firenze dispieghi in maniera coerente le proprie competenze, per costruire una rete di sostegno attivo all'occupazione, in cui le attività di formazione ed aggiornamento professionale si integrino con l’impegno dei centri per l'impiego e l'utilizzazione degli ammortizzatori sociali, nei casi di gestione delle crisi estreme; costruisca, con il mondo della scuola e dell’Università, un sistema di informazione e relazioni che consenta di assistere i giovani nelle loro scelte formative e professionali, facendo in modo che queste maturino in maniera responsabile, coniugando aspirazioni e talenti con concrete e proficue prospettive nel mondo del lavoro; assuma iniziative anche nei confronti del Governo e della Regione per il sostegno del reddito dei lavoratori, nelle diverse forme, anche considerando la possibilità di rendere disponibile il patrimonio fondiario di Enti o Istituzioni partecipate dalla Provincia, per favorire i Comuni che promuovono interventi di edilizia sociale a favore delle categorie più svantaggiate; provveda all’applicazione della L. 53/2000 per il sostegno della maternità e paternità creando vouchers di conciliazione al fine di facilitare la partecipazione delle donne in condizione di disagio ai corsi di formazione della Provincia, istituendo la certificazione del “bollino rosa” per quelle ditte che operano al loro interno per il miglioramento delle condizioni di lavoro delle donne, mettendo in atto politiche che tendano ad agevolare la mobilità delle donne residenti nel territorio della Provincia, per una migliore conciliazione fra i tempi di vita e di lavoro. Provveda forme di agevolazione per l'inserimento lavorativo dei disabili, sia sotto il profilo dell'incentivo alle aziende, sia con iniziative formative idonee a realizzare, anche per le categorie protette, un circuito virtuoso tra scuola, formazione e lavoro. Respinta, con 5 sì e 21 no la mozione di PRC, PdCI, SD e Verdi “Per la dignità del lavoro” che chiedeva di utilizzare e svolgere con coerenza le proprie competenze per costruire una rete di sostegno attivo all’occupazione e alla creazione di lavoro stabile, a partire dalle numerose crisi aziendali aperte sul territorio, in cui le attività di formazione, aggiornamento professionale, educazione ai diritti ed alla sicurezza, si integrino con l’impegno dei centri per l’impiego e l’utilizzazione degli ammortizzatori sociali, nei casi di gestione delle crisi più difficili; qualificare il patto per l’occupazione e lo sviluppo sulla base di criteri fondanti quali la stabilità del lavoro, il superamento e la eliminazione del lavoro precario nelle sue diverse forme, l’affermazione dei diritti sindacali e della sicurezza e della salute sul lavoro, le corrette relazioni industriali, l’aggiornamento e la qualificazione professionale, la ricerca e la qualità delle produzioni, il rapporto con l’ambiente (fabbisogno e risparmio energetico, produzione e recupero degli scarti, emissioni, impatto sul territorio) in relazione ai quali definire e selezionare gli incentivi pubblici da erogare alle imprese ed un adeguato sistema di servizi alle aziende (sostegno alla responsabilità sociale dell’impresa); utilizzare tutte le prerogative e gli spazi volti alla stabilizzazione di lavoratori/lavoratrici, previste dalla legge finanziaria 2008; approfondire l’analisi qualitativa del mercato del lavoro per verificare se, e fino a che punto, la crescita del Pil registrata nel sistema economico provinciale sia stata ottenuta scaricando sul lavoro i costi di ristrutturazione, per esaminare la distribuzione dei nuovi lavori per tipologia contrattuale, nonché per monitorare l’andamento dell’occupazione nei singoli settori con particolare attenzione a quelli legati alla produzione e nello specifico al manifatturiero; costruire un sistema di informazioni e relazioni con il mondo della scuola e dell’università che consenta di assistere i giovani nelle scelte formative e professionali e garantire loro maggiori e concrete prospettive nel mondo del lavoro; utilizzare i suddetti criteri anche nei bandi provinciali per l’affidamento di lavori, forniture e servizi, con l’obiettivo di ridurre le esternalizzazioni e limitare la pratica degli appalti e dei subappalti, verificando che l’offerta economicamente più vantaggiosa non sia basata sull’abbattimento del costo del lavoro ed a danno della salute e della sicurezza dei lavoratori; assumere iniziative di sostegno indiretto al reddito dei lavoratori dipendenti, per i periodi non lavoro, attraverso forme di reddito sociale di cittadinanza legato alla formazione e alo svolgimento di lavori socialmente utili, un piano coordinato con Regione e Comuni per l’edilizia sociale, da destinare prevalentemente ai giovani lavoratori, nell’ambito del quale possa essere reso disponibile il patrimonio fondiario disponibile, attraverso un’azione efficace per monitorare e contenere prezzi e tariffe dei servizi pubblici, ivi compresi quelli locali, con particolare attenzione ai lavoratori disoccupati e/o coinvolti in crisi aziendali, ai soggetti sociali precari e/o privi di reddito; dare concretezza alle seguenti azioni in tema di sicurezza sui luoghi di lavoro, frutto anche del lavoro coordinato fra Comune e Provincia di Firenze:
a) favorire iniziative tese a rafforzare il ruolo dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS), contribuendo all’organizzazione di un’assemblea di area vasta rivolta a tutti gli RLS;
b) rafforzare il ruolo di Comune e Provincia per coordinare tutti gli interventi necessari a garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro;
c) favorire la crescita della cultura della sicurezza, della legalità e della legalità del lavoro, utilizzando la formazione professionale e la rete scolastica della Provincia;
d) chiedere alle Aziende sanitarie di destinare risorse adeguate per la prevenzione collettiva e del rischio nei luoghi di lavoro, in particolare in quei settori, come l’edilizia, ad alto rischio.
Promuovere il reinserimento delle donne nel ciclo produttivo, dopo anni di assenza a fronte di cambiamenti delle strumentazioni e delle metodologie tecnologiche nelle aziende, avviando da parte dell’Ente Piani Formativi trasversali ad ogni professionalità. Riaggiornare, come previsto, un nuovo Bilancio di Genere, affinché attraverso la reale fotografia del territorio si possa verificare lo stato dei servizi pubblici (asili, trasporti, etc) con lo scopo di rimuovere tutti gli ostacoli per avviare ed attuare politiche a sostegno della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per il reinserimento delle donne nel ciclo produttivo.
Promuovere un bando per la sperimentazione del bilancio di genere in alcuni comuni pilota della Provincia affinché si conoscano i reali ostacoli e le azioni positive da mettere in atto da parte delle Pubbliche Amministrazioni; attivare una verifica sulla corretta e omogenea applicazione della Legge 53/2000 e la sua reale conoscenza, predisponendo un coordinamento fra i comuni della Provincia di Firenze per generalizzare e diffondere i diritti in essa contenuti.
Respinta (6 sì e 20 no) anche la mozione di FI, AN e UDC che impegnava l’Amministrazione provinciale a sviluppare, nell’ambito delle competenze previste dalle leggi vigenti, concrete politiche sul lavoro rivolte ad nuova regolazione di alcuni contratti a orario ridotto o modulato (part time, lavoro a coppia, lavoro interinale) con lo scopo di incoraggiare la reciproca adattabilità tra le esigenze dei lavoratori e delle imprese in forme contrattuali tendenzialmente stabili.
A sviluppare, nell’ambito delle competenze previste dalle leggi vigenti, concrete politiche del lavoro sul territorio attraverso un forte impegno culturale, politico e finanziario, per dare ai giovani sempre maggiori opportunità di studio e di lavoro, basate sulla meritocrazia e sulla sicurezza del lavoro e al fine di ridurre il divario di opportunità causato dalla provenienza sociale, limitando così la vera precarietà del lavoro.
A sviluppare, nell’ambito delle competenze previste dalle leggi vigenti, concrete politiche del lavoro che insistano sulla possibilità di conciliare tempo di vita e tempo di lavoro al fine di consentire l'ingresso o la permanenza nel mercato del lavoro di donne e uomini che altrimenti ne sarebbero esclusi.
A sviluppare, nell’ambito delle competenze previste dalle leggi vigenti, concrete politiche del lavoro in funzione delle fasce più deboli del mercato del lavoro, cui sono rivolte le disposizioni di attenzione generale per la trasparenza e l'efficienza e le misure specifiche dedicate all'inclusione dei disabili più gravi o alla collaborazione incentivata tra enti locali e operatori privati per il reinserimento degli "ultimi" nelle aree urbane.
Impegna altresì l’Amministrazione Provinciale a promuovere un protocollo d’intesa tra Camera di Commercio, Anci Toscana, Provincia di Firenze, Circondario Empolese Valdelsa e parti sociali per realizzare uno sportello provinciale per l’innovazione tecnologica e per valorizzare la produzione di qualità, la tutela del marchio e della proprietà intellettuale, per l’incentivazione del prodotto a valore aggiunto sul nostro territorio, ottimizzando l’informazione sulle opportunità normative e di finanziamento messe in campo dalle strutture locali, nazionali e comunitarie.
Ad aprire un tavolo di confronto diretto tra le ASL del territorio , Provincia di Firenze e Circondario Empolese Valdelsa, nello specifico coinvolgendo direttamente le rispettive Commissioni Consiliari del lavoro, per definire un documento che indichi le “priorità” emergenti dall’esperienza diretta delle Aziende Sanitarie Locali da inserire nei bandi per l’assegnazione dei fondi sociali europei, redatti anche dalla Provincia, in modo tale da promuovere delle opportunità di copertura per le imprese dei costi inerenti la sicurezza e garantire la massima diffusione e applicazione della normativa nazionale vigente.
A promuovere un nuovo protocollo d’intesa tra Asl, Provincia di Firenze e Ministero del Lavoro e parti sociali con il quale far sorgere un tavolo di prevenzione provinciale istituito per programmare le iniziative sul territorio Provinciale per la sicurezza, sia in termini di comunicazione, di formazione, di prevenzione e di controllo, ottimizzando i costi e gli opportuni interventi, per monitorare le azioni intraprese in base a risultati e dati ufficiali.
A promuovere una concreta suddivisione per fasce di rischio delle varie attività delle aziende della Provincia , in base alla valutazione dei rischi redatto dalle singole aziende, in modo tale da organizzare in modo selettivo e utile, tutti gli sforzi di formazione sostenuti dall’Ente Provincia attraverso il tavolo di prevenzione provinciale.
A realizzare da questa suddivisone una mappatura provinciale delle attività per fascia di rischio sulla quale redigere un Programma annuale di intervento suddiviso a sua volta per ogni specifica categoria produttiva che vada ad interporsi in modo capillare, a seconda delle esigenze, attraverso opere di prevenzione da stabilire in base alle caratteristiche necessità, direttamente sul territorio.