FIRENZE, ARRIVA ‘LINEA FORTE’ DA PONTE VECCHIO A FORTE BELVEDERE
Il nuovo collegamento presentato stamani in Palazzo Medici Riccardi
Sosta anche a Costa San Giorgio: a Villa Bardini la mostra su Fattori
E’ stato presentato stamani in Palazzo Medici Riccardi dall’assessore provinciale alla Mobilità e Trasporti Maria Cristina Giglioli, il vicesindaco del Comune di Firenze Giuseppe Matulli e l’assessore Silvano Gori, insieme a Mirco Cantelli, direttore Comunicazione e marketing di Ataf, e al Vice Presidente dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze Michele Gremigni, un nuovo servizio sperimentale dell’Ataf che collegherà Ponte Vecchio a Forte Belvedere. La durata è di tre mesi. Il servizio, avviato ieri, terminerà il 30 giugno. La nuova linea, che si chiama “Forte” e collega Ponte Vecchio a Forte Belvedere con una frequenza di 25 minuti effettuando le seguenti fermate: Via de’ Bardi, Via San Miniato, Costa San Giorgio, Piazza de’ Pitti, Borgo S.Jacopo. L'orario di attività della linea è 9.30-20.30.
Il costo del servizio ammonta a complessivi 27.500 € sostenuti dalla Provincia e dal Comune di Firenze i quali forniscono rispettivamente 13.500 € e 14.000 €.
Questa integrazione del servizio di trasporto pubblico è fondamentale per collegare un luogo come Forte Belvedere al centro della città, per incentivare l’uso del mezzo pubblico tra coloro che vivono la quotidianità di Firenze, ma anche tra i numerosi turisti che potranno muoversi nella città con maggiori possibilità.
Il trasporto pubblico su gomma si conferma ancora una volta una risorsa per valorizzare il territorio e la città in tutte le sue possibili sfaccettature. Continua l’impegno della Provincia di Firenze affinché, spiega l’assessore provinciale alla Mobilità e trasporti, “il mezzo pubblico sia sempre più usato, anche nel tempo libero. Creare questo ulteriore collegamento significa anche offrire un’opportunità in più ai molti utenti occasionali e fra questi i turisti che si muovono nel territorio fiorentino”.
Questa nuova linea nasce dalla collaborazione tra Provincia, Comune di Firenze, ed Ente Cassa di Risparmio ed è pensata per collegare il centro ad un luogo che ospita attività culturali di spessore come la mostra “Fattori e il naturalismo in Toscana” allestita a Villa Bardini.
La mostra di Giovanni Fattori
Vasti paesaggi e natura incontaminata, lavoro dei campi e placidi buoi, boschi e colline, fiumi, molti cavalli, contadine, soldati e popolani, vita cittadina. La Toscana di fine Ottocento si accende di luce e di colori nella particolarissima mostra da poco inaugurata a Villa Bardini, la prima del ciclo Firenze per Fattori promosso e prodotto dall’Ente Cassa di Risparmio e dalla Sovrintendenza Speciale per celebrare il grande vecchio dell’arte italiana a un secolo dalla morte con una serie di importanti esposizioni ed eventi che abbracceranno l’intero 2008 e una parte del 2009, coinvolgendo vari luoghi e istituzioni in tutta la città.
Curata da Francesca Dini, Fattori e il Naturalismo in Toscana (19 marzo – 22 giugno, www.firenzeperfattori.it, catalogo Polistampa) mette a confronto il più celebre dei Macchiaioli con i più illustri tra gli artisti che raccolsero l’eredità innovatrice della Macchia per declinarne temi e aspirazioni in versione naturalistico – borghese, in sintonia con le evoluzioni della cultura francese ed europea.
Per quanto possa apparire bizzarro considerata la viva attenzione per il periodo, la mostra di Villa Bardini propone accostamenti del tutto inediti. Mai Fattori era stato messo deliberatamente a tu per tu con i vari Cannicci e Cecconi, Ferroni e Micheli, i fratelli Gioli e i cugini Tommasi, Sorbi e Panerai, ovvero quei più giovani pittori toscani di cui fu maestro (alcuni) e amicissimo (tutti). Artisti destinati nel primo Novecento a superarlo per fama anche oltre i confini nazionali, certo perché più adeguati alla moda impressionista, più aderenti alla nuova estetica di quanto lo fosse Fattori, schivo e fiero, mai affascinato da quelle sensibilità parigine, fedele fino alla morte (1908) a una pittura legata al solo imperativo del colore, a un realismo senza retoriche o abbellimenti, asciutto e sintetico e dunque oggi rivalutato per la sua evidente quanto sorprendente modernità.
Attraverso un percorso di 35 opere, per lo più di grandi dimensioni (ben otto mai esposte) e in perfetta nuance con il parco di Villa Bardini, la mostra sottolinea quindi affinità, suggerisce influenze, illumina diversità anche profonde, e ristabilisce così i giusti rapporti tra un caposcuola, che non fece mai nulla per esser tale, e suoi valorosi compagni d’arte, ovvero tra i protagonisti di una stagione pittorica bella e fuggitiva, in cui l’idealismo risorgimentale finì per affliggersi nelle delusioni post-unitarie e l’idea di un progresso incombente si venò rapidamente di sottili nostalgie.
Undici sono i Fattori, sei i Francesco Gioli, tre i dipinti del fratello Luigi (pittore di cavalli all’epoca famoso in tutta Europa) e di Panerai, due ciascuno i Cannicci, Cecconi, Ferroni, altrettanti quelli di Angiolo e Adolfo Tommasi, uno i Micheli e i Sorbi. Opere messe a disposizione dalla collezione Ente Cassa di Risparmio (due gli acquisti recenti) e da numerosi collezionisti privati, oltre che dalla Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti e dal Museo civico Villa Mimbelli di Livorno, che collaborano alle celebrazioni del centenario della morte di Fattori insieme a Firenze Musei, Fondazione Parchi Monumentale Bardini e Peyron, Accademia di Belle Arti, Museo Nazionale Alinari della Fotografia, Biblioteca Marucelliana, Centro europeo per il restauro di Siena.
Per comodità di lettura la mostra è divisa in cinque sezioni (Pittura dei campi, Naturalismo ‘cortese’, La Maremma, La veduta urbana e Un grande pittore di tutta la natura, quest’ultima riservata alle tele di Fattori), che individuano i temi comuni e più frequentati dagli undici artisti: rappresentano la Toscana delle piccole grandi cose, dell’umile vita di ogni giorno, delle terre vergini e bellissime, del lavoro anonimo, delle strade e delle piazze animate, degli idilli agresti, del selvaggio west maremmano. Attimi di esistenza colti nell’immediatezza del loro divenire, spesso amplificati nelle dimensioni a gloria imperitura, con forza visionaria impressionante e formidabili capacità tecniche. Scenografie di taglio cinematografico, fotogrammi spettacolari, memorie palpitanti di un inconfondibile angolo di mondo.
In allegato il percorso della nuova linea e alcuni dati sul tragitto (met.provincia.fi.it/news_st.asp?id=45758)