LO SCIOPERO PER IL CONTRATTO DEI LAVORATORI DELLE COOPERATIVE SOCIALI
L’assessore Saccardi ha risposto, in Consiglio, ad una domanda d’attualità di PRC
Il Consiglio provinciale ha affrontato lo sciopero per il contratto dei lavoratori delle cooperative sociali con una domanda d’attualità del gruppo PRC. L’assessore al lavoro Stefania Saccardi ha ricordato che: “Il contratto nazionale di lavoro del comparto socio-assistenziale educativo è scaduto da 27 mesi. Nella provincia di Firenze sono impiegati in questo comparto circa 12 mila addetti, 8 mila di questi sono dipendenti di cooperative sociali. I lavoratori operano nelle residenze sanitarie e assistenziali, negli asili, nei centri di riabilitazione, occupandosi prevalentemente di bambini disabili e anziani. Lo scorso 4 aprile i lavoratori delle cooperative hanno scioperato richiamando l’attenzione dell’opinione pubblica sulle difficoltà della trattativa con le controparti: Confcooperativa, Legacoop e AGC per il mondo cooperativo, Meba e Anas per quanto concerne i gestori delle case di riposo. Fino ad oggi gli accordi sindacali si sono basati sulla volontà dei datori di lavoro – ha spiegato l’assessore Saccardi – che, richiamando il basso guadagno dovuto agli appalti e a rette economicamente insufficiente, hanno concesso aumenti salariali ritenuti insufficienti dalle organizzazioni sindacali. Adesso i sindacati spingono per ottenere risultati migliori. Al tavolo della trattativa le organizzazioni sindacali hanno chiesto 110,00 euro di aumento per il biennio 2006/2007, e l’offerta, dall’altra parte, è stata di 90,00 euro circa per quattro anni. Il confronto appare abbastanza difficile, ma la prospettiva è di una soluzione positiva della vicenda. Per Calò: “Esistono una serie di condizioni di lavoro e di disparità di trattamento, di sperequazioni in questo spaccato del mondo del lavoro che richiede ascolto, attenzione e soprattutto richiede delle risposte positive. Lo sciopero nazionale che c’è stato riprende argomenti che riguardano non solamente il salario, che è una variabile determinante, ma riprende, più che altro, anche le condizioni di lavoro; ed è un settore sul quale spesso e volentieri le parti pubbliche e le parti private non risparmiano elementi di sovraccarico nel lavoro e una flessibilità un pochino esasperata”.