LA SENTENZA DI CONDANNA DEI MANIFESTANTI CONTRO LA GUERRA DEL 13 MAGGIO 1999
Respinta mozione di PRC e Verdi
Respinta, con 6 voti a favore: PRC, PDCI, SD e Verdi e 16 contrari la mozione dei consiglieri Targetti (PRC) e Ragazzo (Verdi) sulla sentenza di condanna dei manifestanti contro la guerra del 13 maggio 1999. Calò ha spiegato, in Consiglio provinciale, che: “Nove anni fa, nel corso di una manifestazione nazionale indetta dal sindacalismo di base e dalle forze antagoniste contro la guerra della NATO nei Balcani, ci fu uno straordinario moto di popolo in difesa della Costituzione. Si chiedeva che l’Italia non entrasse in guerra e si rilanciasse una politica di coesistenza, di coesione e di rapporto con i popoli. In quel contesto avvennero dei fatti inaccettabili vicino al consolato americano quando partì una improvvisa e immotivata carica della Polizia. La Polizia caricò senza prima cercare un’interlocuzione con gli organizzatori dello sciopero nazionale. La sentenza del Tribunale di Firenze, che è arrivata dopo nove anni, ha condannato a sette anni, per resistenza aggravata, alcuni e alcune delle manifestanti che aderirono al corteo indetto nella giornata del 13 maggio. Questa sentenza la troviamo immotivata, così come l’ha trovata immotivata il Sindaco di Firenze Leonardo Domenici. Nella mozione oltre ad esprimere solidarietà ai manifestanti condannati si impegna il Consiglio provinciale a difendere e tutelare il diritto di manifestare e ad esprimere il proprio pensiero”. Anche Marconcini (PDCI) ha ribadito che: “La manifestazione era contro la guerra e, in questo tipo di atteggiamento, cioè di manifestazione contro la guerra mi riconosco pienamente in adesione totale all’Articolo 11 della Costituzione che dice appunto che la guerra non può essere usata come mezzo di risoluzione delle controversie”. Per Targetti (PRC): “Il conflitto sociale non deve essere criminalizzato e non deve essere demonizzato con condanne che appaiono evidentemente fuori luogo. Ero presente alla manifestazione e ricordo benissimo che la situazione sfuggì anche agli stessi dirigenti della Polizia. Tutti rimanemmo male per non essere riusciti a mediare la situazione direttamente in piazza. Quando il conflitto viene colpito così duramente con condanne molto pesanti, rischiamo di farlo degenerare, mentre abbiamo bisogno di un conflitto sociale che sia elemento di tutela, di resistenza alle cose ingiuste e di sviluppo ed emancipazione della nostra società”. Gori (PD), spiegando il voto contrario, ha precisato che: “Un conto è esprimere valutazioni che, in questo caso, possono anche essere di natura critica sotto il profilo politico per quanto riguarda l’entità di una sentenza di condanna, e l’ha fatto anche il Sindaco di Firenze, un conto è chiamare in causa il Consiglio provinciale con una mozione e criticare pesantemente una sentenza di un Tribunale. E’ evidente che non siamo contrari alle manifestazioni, soprattutto quando sono manifestazioni per la pace e contro la guerra, non siamo contro i conflitti sociali. Ci sono modalità che un Tribunale della Repubblica ha ritenuto non idonee ad una libera espressione di pensiero e di manifestazione quindi, soprattutto sul profilo metodologico, esprimiamo voto contrario”.