GLI SCRITTORI ISRAELIANI ALLA FIERA DEL LIBRO DI TORINO: UN INVITO ANCHE IN PROVINCIA
Approvato maxiemendamento del PD alla mozione presentata da FI
Il Consiglio provinciale ha approvato, con 15 sì e 10 no, un maxiemendamento del gruppo del Partito Democratico che modificava una mozione del gruppo di Forza Italia, respinta con 6 sì, 18 no ed un astenuto, a favore della partecipazione dello Stato di Israele in qualità di nazione ospite alla Fiera del libro di Torino. “Appena lo Stato di Israele ha accettato di partecipare al Salone del Libro di Torino, dall’8 al 12 maggio 2008, si è scatenata una polemica molto pesante. Crediamo fermamente nel diritto di Israele di partecipare a qualsiasi tipo di manifestazione – ha illustrato Francesca Avezzano Comes – senza che, immediatamente, nel nostro Paese si urli alla necessità di un boicottaggio o si proponga, in una stranissima logica dualistica, la necessità di invitare alla stessa manifestazione la controparte palestinese. E’ ben noto il rapporto che lega questa Provincia a quella zona del Medio Oriente e anche la conoscenza delle attività che la Provincia sta mettendo in ponte per il prossimo mese di maggio, attività che pensiamo potrebbero tranquillamente includere anche l’incontro con gli scrittori israeliani che parteciperanno alla mostra di Torino”. Biagiotti (PD) ha chiesto di inserire nella parte finale della mozione: “Di ricevere in Palazzo Medici Riccardi gli scrittori israeliani per una iniziativa culturale di civile dibattito e confronto tra tutti coloro che credono nella forza delle idee e di aggiungere: E lavorano per la realizzazione della pace con la parola d’ordine Due popoli–Due stati”. Per Targetti (PRC): “Bisogna distinguere la partecipazione dello Stato di Israele alla Fiera del Libro di Torino da quella di scrittori, autori, poeti di nazionalità israeliana che partecipano a questa iniziativa. Riteniamo legittimo contestare la partecipazione di uno stato che si è reso responsabile e tuttora continua a rendersi responsabile di sistematiche violazioni di risoluzione dell’ONU”. Bevilacqua (FI) ha precisato che: “L’emendamento del PD presenta una modifica che andrebbe proprio a inficiare quella che è la portata del documento, un documento che si riferisce solo ed esclusivamente ad un aspetto culturale e quindi da parte di scrittori che non entrano nel merito della politica. Riteniamo non possibile chiedere ad uno scrittore di allinearsi su delle riflessioni, degli atteggiamenti dettati dalla politica”. Per Gori (PD): “Nell’emendamento non si parla solo degli scrittori, si parla di tutti coloro che vogliono attivare un civile dibattito basato sulla forza delle idee. Se si dice un civile dibattito tra tutti coloro che hanno caro la forza delle idee, mi consentirete allora di inserirci tra queste idee anche l’idea della pace basata sulla parola d’ordine Due stati–Due popoli”. Per Ragazzo (Verdi): “La mozione di Forza Italia è faziosa. Credo che un’istituzione come la Provincia debba accogliere gli scrittori di ambo le parti, che il dibattito civile ed il confronto con chi crede nella forza delle idee debba essere a 360 gradi. Un ente deve elevarsi a contenitore e ambito di confronto per tutte le voci su un tema comune”.