LA CHIUSURA DELL’ARGENTERIA DEL CONTE DI SOFFIANO
L’assessore Nardini ha risposto, in Consiglio provinciale, ad una domanda d’attualità di PRC
L’assessore ai rapporti col Consiglio Valerio Nardini ha risposto, per conto dell’assessore Stefania Saccardi, ad una domanda d’attualità di PRC sulla chiusura dell’argenteria Del Conte di Soffiano. “La Dal Conte produce, da molti anni, cornici di argento di alta qualità destinate in particolare agli Stati Uniti e al Medio Oriente. Alla crisi per mancanza di ordini del 2005 è seguita una ripresa e una fase di crescita. Attualmente, il fatturato della Del Conte si aggira sui 3 milioni di euro, negli ultimi due anni è pressoché raddoppiato. A settembre 2007 sono state effettuate 3 assunzioni, seppure a tempo determinato. Al momento, l’azienda vanta ordinativi per tutto il 2008, questi sono gli aspetti positivi dell’attività dell’azienda per la quale, tuttavia, è necessario dire che il bilancio continua ad avere perdite consistenti. La Dogi, proprietaria dello storico marchio, il 21 maggio scorso, ha posto in liquidazione l’azienda aprendo dal 28 maggio la procedura di mobilità per i 29 dipendenti, 26 a tempo indeterminato. Il motivo della drastica presa di posizione – ha aggiunto Nardini – è da rintracciarsi nella situazione critica della stessa capogruppo che ha attivato ad ottobre 2007 un concordato fallimentare. In questo quadro la Del Conte, nonostante gli aspetti positivi degli ultimi tempi, risulta in perdita per complessivi 4 milioni di euro. L’RSU aziendale ha proclamato 40 ore di sciopero e organizzato un presidio. A fine maggio le Organizzazioni sindacali hanno chiesto l’attivazione dell’Unità di crisi. Il 6 giugno si è svolto in Provincia l’incontro tra istituzioni, sindacati e RSU e le Organizzazioni sindacali hanno informato di una novità: alcuni soggetti industriali del territorio si sarebbero mostrati interessati all’acquisto. I lavoratori sono ancora presenti nello stabilimento, ma mancano le materie prime. Inoltre, a fine luglio, diverrà esecutiva la procedura di sfratto dai locali dell’azienda per scadenza del contratto d’affitto. La strategia di uscita dalla crisi sarebbe quella di riassorbire parte dei dipendenti in una nuova società in fase di costituzione che affitterebbe un ramo di azienda fissando il prezzo per il marchio”. Per Calò: “La stagnazione mette a rischio effettivamente 29 posti di lavoro. I sindacati, negli anni, avevano richiesto straordinari, avevano richiesto assunzioni, la proprietà ha risposto con contratti a termine. Purtroppo, non ci sono elementi di novità rilevanti sul versante di questo conflitto perché, dopo il presidio, dopo lo sciopero, dopo l’attenzione da parte delle istituzioni si attende ancora di più che si faccia avanti qualcuno che rilevi questa azienda. Ci sentiamo vicini ai lavoratori e ci sentiamo anche in stretta assonanza con quella che è stata la nota finale della RSU della FIOM che dichiara di non avere sciolto né le riserve né le forte preoccupazioni sulla situazione che si è generata con la messa in liquidazione dell’azienda e l’avvio delle procedure di mobilità”.