MASSIMO LENSI (FI PDL) LE STATUE DI NINGBO E I DIRITTI UMANI IN CINA
Trasformiamo la figuraccia in una iniziativa a sostegno della causa tibetana
Mettiamo da parte per un momento l’ennesima figuraccia del Comune di Firenze, che per inadeguatezza nel governare le relazioni internazionali non è riuscito a distanza di due anni a trovare una sistemazione alle due statue regalatele dalla città cinese di Ningbo. Focalizziamo, invece, l’attenzione sul tema dei diritti umani. Firenze è una città internazionale famosa in tutto il mondo. Sarebbe quindi auspicabile che il Comune fiorentino, un tempo guidato del sindaco La Pira, si facesse promotore di concrete iniziative per promuovere i diritti umani in Cina. Iniziative da attuare in contemporanea nella città di Ningbo e a Firenze. I temi sono tanti: l’occupazione in Tibet, la repressione della Chiesa cattolica, l’abolizione della pena di morte, il sostegno ai diritti sindacali e sociali, la tutela delle minoranze e delle opposizioni politiche. Insomma, che sia Firenze una volta tanto a proporre iniziative concrete per promuovere quei diritti irrinunciabili che travalicano i confini materiali degli stati, contrapponendole alla pratica commerciale e culturale che usa ridurre la dichiarazione universale sui diritti dell’uomo ad un optional turistico. Se poi la municipalità di Ningbo dovesse opporre a questa proposta un maldestro rifiuto, allora si approfitti del fatto che le statue sono ancora impacchettate in qualche scantinato e le si restituisca prontamente al mittente.
Massimo Lensi, consigliere provinciale (gruppo FI)