LA BRUNELLESCHI S.R.L. SI TRASFERISCE A PELAGO
L’assessore Saccardi ha risposto ad un’interrogazione di PRC
Il Consiglio provinciale è tornato ad affrontare gli sviluppi alla Brunelleschi Industrie s.r.l. di Pontassieve con una domanda d’attualità del gruppo PRC alla quale ha risposto l’assessore al lavoro Stefania Saccardi. “E’ vero che la destinazione finale dell’azienda è la Massolina di Pelago dove c’era prima l’Altaeco. All’inizio la prospettiva era di un trasferimento temporaneo, adesso invece la Brunelleschi sta trattando l’acquisto dell’area e quindi si presuppone che il trasferimento in quel sito sarà un trasferimento definitivo. Nell’ultima riunione si puntava a rivedere in qualche modo il contenuto del protocollo d’intesa che a suo tempo era stato sottoscritto e che prevedeva il trasferimento della Brunelleschi a Salceto. Siccome sono cambiati i termini della questione si rende necessario modificare e integrare con un nuovo protocollo i contenuti del protocollo originario. La riunione comunque è stata interlocutoria – ha precisato l’assessore Saccardi – per cui non c’è ancora il nuovo protocollo, si sta ragionando sui nuovi impegni che le singole amministrazioni, insieme con l’azienda, dovranno prendere a seguito di questo mutamento della destinazione”. Per Calò: “La vicenda, nel Valdarno, ha assunto i caratteri della paradossalità. Due anni fa fu annunciato un accordo che doveva portare oltre 410 posti di lavoro, il trasferimento di un’azienda dalle Sieci a Rignano ed il rilancio del tessuto produttivo di una parte del Valdarno. Adesso veniamo a sapere che di fronte alle nuove richieste del gruppo Margheri la Brunelleschi andrà a Pelago. La Filcem C.G.I.L., neanche la Rsu, si parla della confederazione maggiormente rappresentata, si dichiara fortemente preoccupata per il comportamento del comune di Rignano. Non capendoci niente, e non avendo ancora avuto risposta dal sindaco di Rignano Gianna Magherini in Consiglio comunale, abbiamo chiesto notizie alla Provincia. Questa vicenda riguarda il destino di una fabbrica, riguarda 50 operai e riguarda una prospettiva di sviluppo occupazionale. Ed è una questione che può cadere in un conflitto tra amministrazioni comunali che non sanno che pesci prendere ed un gruppo imprenditoriale che sa invece che pesci prendere. Allora noi vorremmo che le Amministrazioni firmatarie di quell’accordo chiarissero, che il lavoro non è in svendita, il gestire una fabbrica non è in svendita”.