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VERDI SULLA GRAVE MORIA DI FAUNA ITTICA NEL PADULE DI FUCECCHIO
Presentata domanda d’attualità

Premesso che il Padule di Fucecchio rappresenta una delle aree di maggiore pregio ambientale e naturalistico della Provincia di Firenze e come tale è inserito nell’elenco delle Zone di Protezione Speciale e nell’elenco dei Siti di Importanza Comunitaria, ovvero nel novero delle aree di maggiore importanza nella strategia di conservazione della natura a livello europeo. Esso dovrebbe pertanto essere oggetto di una particolare attenzione sotto il profilo della gestione da parte degli enti preposti ed in particolare della Provincia, che è titolare della maggior parte delle competenze in materia ambientale. Considerato che attorno alla metà di settembre nel Padule di Fucecchio si è verificata una moria di fauna ittica che per dimensioni non ha precedenti. Il fenomeno ha interessato principalmente il settore fiorentino dell’area palustre, ed in particolare i canali scolmatori (Terzo e Capannone) e l’emissario (Canale Usciana). Su quest’ultimo corpo idrico sono state prelevate ed avviate allo smaltimento carcasse di pesci per un ammontare di 1047 chili, ma l’entità della moria è stata di proporzioni ben superiori ed ha interessato tutte le specie ittiche presenti, comprese le più resistenti a fenomeni di anossia. Sulla base delle prime notizie provenienti dai laboratori di analisi, sembra infatti che le cause della morte siano da attribuire a soffocamento, ovvero a carenza di ossigeno nelle acque. Considerato che la dinamica dell’evento fa pensare ad un ennesimo caso di cattiva gestione dell’area palustre: da mesi infatti, stante l’assenza di piogge, la situazione dei livelli idrici risultava attestata stabilmente su valori minimi, senza tuttavia che vi fossero stati fenomeni di moria nemmeno nei mesi più caldi, ; nei giorni che hanno preceduto il fatto sono state attivate decine di pompe, collocate sui sopracitati canali e sul Fosso del Canaletto per allagare i chiari di caccia. In sostanza le operazioni di emungimento delle acque per fini venatori sono state compiute senza tenere in alcun conto della quantità e della qualità della risorsa idrica presente nei corsi d’acqua, con le conseguenze descritte, tanto più considerato il divieto di prelevare acque quando l’idrometro al Ponte della Cavallaia, a Massarella, indica un livello dell’acqua sotto i 40. Considerato che l’episodio descritto oltre a rappresentare un gravissimo danno ambientale, ha avuto conseguenze anche in termini di igiene pubblica ed ha comportato ingenti costi (pubblici) di smaltimento il capogruppo dei Verdi in Consiglio provinciale Luca Ragazzo ha presentato una domanda d’attualità dove si chiede di conosce dall’Amministrazione Provinciale:
Se non sia il caso, anche alla luce di quanto accaduto, di riconsiderare tutta la questione relativa alle autorizzazioni degli attingimenti per fini venatori di acque pubbliche, prevedendo che essa avvenga in maniera regolamentata, e sulla base di precise condizioni relative ai livelli idrici ed ai parametri di qualità delle acque;
se non sia il caso di riconsiderare radicalmente l’impegno della Provincia di Firenze volto alla tutela di una delle aree umide più importanti del nostro Paese, accogliendo le prescrizioni della Regione Toscana in materia di misure di tutela ed ampliamento della superficie protetta ed individuando e riavocando a se le prerogative di soggetto gestore, stante la sostanziale inadeguatezza dell’Ufficio Caccia del Circondario Empolese Valdelsa che attualmente svolge questo ruolo;
quali provvedimenti più in generale intenda adottare sulla questione.

Il Capogruppo Verdi per l’Arcobaleno
Luca Ragazzo

04/10/2008 14.48
Consiglio provinciale - Gruppo Verdi