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LE MORTI BIANCHE IN CONSIGLIO PROVINCIALE
Il dibattito in aula

Il Presidente della VI Commissione Andrea Calò illustrando la risoluzione: "Fermiamo le stragi sul lavoro" votata all'unanimità dal Consiglio provinciale ha spiegato che l'atto: "Definisce quello che è accaduto una vera e propria strage che troppo spesso non dipende dalle fatalità o dal caso ma dipende dalle condizioni di lavoro, dai ritmi e dai turni massacranti imposti ai lavoratori. Di fronte a questa emergenza è necessario l’intervento puntuale, preciso e costante delle istituzioni pubbliche, del Governo centrale, in tutte le sue articolazioni, degli Enti Locali e l’attenzione e la vigilanza dell’opinione pubblica". Targetti (PRC) ha offerto una riflessione: "Perché intorno a queste grandi opere, alla variante di valico e all'alta velocità nel nostro territorio c’è stato un dibattito, sulle dimensioni di questa opera, sull’impatto sull’ambiente e, non ultimo, sulle condizioni dei lavoratori: 48 ore di lavoro, un giorno di riposo, 48 ore di lavoro e 2 giorni di riposo, 48 ore di lavoro e 3 giorni di riposo: questo è il ritmo continuo della Tav aumentato degli straordinari che ovviamente venivano fatti purtroppo anche in quei cantieri e pare che per la costruzione della variante di valico i tempi siano ancora peggiori. Molti ci dicono: codeste sono valutazioni ideologiche noi rispondiamo che le condizioni di lavoro peggiorano e che, purtroppo, ancora assistiamo allo scandalo, che ci fa tristezza, delle morti e omicidi sul lavoro". Per Gloria Campi (SD) occorre ribadire che: "Il problema del profitto e del mercato, del mercato che privilegia il profitto, e quindi annienta e annulla la dignità della persona umana, sia alla base dei problemi ai quali ci troviamo davanti rispetto a quanto si sta verificando nel nostro Paese. Non è una fatalità ha detto il sindacalista quando ha aperto il suo intervento. E’ vero non è una fatalità. Sono molto probabilmente dettate questi problemi da un modello di società, la nostra, che è stata costruita sull’esaltazione del ruolo dell’impresa e del profitto, una società che sempre più corre verso un egoismo rispetto al quale rimangono vittime anche i lavoratori". Per Ragazzo (Verdi): "Un numero di morti così elevato non si può addurre a fatalità nemmeno in parte. Si tratta di responsabilità. E queste responsabilità spero vengano individuate al più presto, ma credo che se c’è un principio dietro questi fatti, vada ricondotto sul principio dell’onestà. L’onestà e la mancanza di onestà e la ricerca di profitto a tutti i costi genera sul campo del lavoro tutti questi morti". Per Nascosti (AN): "Il problema sono gli orari, i contratti, le condizioni di lavoro, la ricattabilità che c’è nel mondo del lavoro. Ci sono delle persone che non soltanto sanno bene di lavorare in condizioni di precarietà, ma non possono nemmeno dirle, perché magari sarebbero allontanate. Come si può morire nel 2008 nella stessa maniera e nello stesso luogo dove morirono operai nel 1950? Oggi abbiamo la tecnologia, la capacità e ci sono imprese e ditte che producono materiale per mettere in sicurezza qualunque tipo di lavoro, qualunque tipo di lavorazione. Si costruisce un’autostrada per il futuro, per la prospettiva di sviluppo di questo paese, e si tengono delle persone su una base sorretta da due bulloni. E’ un sistema, quello del mercato, che induce le ditte a risparmiare sulla sicurezza ed è impensabile che oggi delle persone lavorino a 40 metri di altezza sostenute da assi di legno sostenute a loro volta da bulloni. se capitava in un paese del terzo mondo avremmo trovato la cosa normale ma invece è capitata in Italia che è tra le più importanti potenze del mondo". Per Bevilacqua (FI): "Nell'Ordine del Giorno ci sono tutte parole che ci diciamo addosso da troppo tempo. Il problema purtroppo è, e resta, a quelle famiglie che non hanno più quei padri che tornano a casa". Infine Gori (PD) che ha voluto ricordare come: "Se c’è un’ecatombe di lavoratori, questo avviene soprattutto nel settore edile delle costruzioni, e fino a prova contraria è quello il settore dove le ditte assumono a nero per fare più profitto, per non pagare contributi".

06/10/2008 19.03
Provincia di Firenze