PROVINCIA, UN LIBRO RACCONTA I LUOGHI PIÙ BELLI DOVE PESCARE
Gli itinerari della valle dell’Arno, del Mugello e della Val di Sieve e dell’alto Mugello descritti in un volume ricco di aneddoti e leggende
“Nell’acqua e sulle rive”, itinerari di pesca in provincia di Firenze. Tra aneddoti e leggende”. Questo il titolo del libro di Pier Luigi Ghilarducci, ex pescatore, giornalista e scrittore. Un viaggio a ritroso nel tempo, tra i parchi fluviali del territorio fiorentino, raccontato con le parole di un amante dell’acqua. “Con questo volume – ha detto l’Assessore Provinciale all’agricoltura, caccia e pesca, Pietro Roselli – l’Amministrazione provinciale di Firenze vuole dare un contributo originale alla conoscenza del territorio fiorentino, accompagnando i lettori lungo itinerari che seguono il corso dei principali fiumi sulle nostre terre, scoprendone il lento dispiegarsi tra anse e rapide, pescaie e gore di vecchi mulini, tra aneddoti storici e suggerimenti per battute di pesca”.
Il libro si articola in tre sezioni: la Valle dell’Arno, Mugello e la Val di Sieve, l’alto Mugello. In merito all’Arno, Ghilerducci scrive: “Alle porte di Firenze, l’acqua si presenta di un bel colore verde opalino ed invita alla pesca a passata e a fondo. Qui l’Arno, che inizia a distendersi con tutta l’imponenza e maestosità del grande fiume, supera la briglia del Mulino di Nave, salta un ennesimo sbarramento, passa sotto il Ponte di Varlungo e poi sotto quello da Verrazzano prima di entrare nel cuore della città. Da qui in avanti, il fiume, racchiuso entro enormi argini, scorre silenzioso sotto i celebri ponti che fanno parte della storia della città. Ad un attento osservatore non possono sfuggire le grosse carpe che si cimentano, con potenti colpi di coda, in vorticosi caroselli nel tentativo di afferrare il cibo che viene loro gettato dai turisti. Tale spettacolo si ripete affacciandosi da ogni ponte cittadino: da quello di San Niccolò a quello alle Grazie, dal Ponte Vecchio a quello Santa Trinita, dal Ponte alla Carraia a quello Vespucci ed infine dal Ponte alla Vittoria, dove le acque dell’Arno prima di lambire il Parco delle Cascine, salutano l’antica Florentia, rimpiangendo di non essersi potute fermare, neanche un attimo, a riflettere su tanta bellezza. E i pescatori? Simili a turisti, che non hanno fretta come il fiume, sono sempre presenti in ogni periodo dell’anno. L’Arno, infatti, non è mai solo. Sulle rive , in barca, sulle briglie, l’esile profilo di una canna che si protende nell’acqua non manca mai. E chi pesca in città può ritenersi fortunato poiché alzare la “fiorentina” in aria ed osservarne la vetta che si staglia contro il profilo del campanile di Ognissanti, o la vetrata degli Uffizi, o la Torre di Arnolfo, o la Chiesa del Cestello, non è da tutti. Inoltre, l’Arno, specie nel tratto cittadino, riserva una sorpresa di tipo faunistico: il siluro, un pesce Teleosteo che divora tutto ciò che trova, o quasi, la cui presenza è contestata dalla maggior parte dei pescatori. Di fronte a questo nuovo ospite, però c’è chi si è già attivato riuscendo a fare catture record, naturalmente adoperando attrezzature ed esche ben diverse da quelle usate per pescare le carpe e i cavedani. Alla Pescaia di San Niccolò, tra l’omonimo ponte alle Grazie, pescatori d’ogni età si alternano dalle prime ore della giornata fino al crepuscolo quando la superficie si tinge di porpora. Nel tratto che va dal Ponte alle Grazie al Ponte Vecchio dove secondo la canzone di Spadaro “si specchiava il firmamento”, le acque dell’Arno sono sempre solcate dalle veloci imbarcazioni dei canottieri fiorentini, intenti sì, a costruirsi un bel fisico, ma tesi a raggiungere sempre più ambiti traguardi nel mondo sportivo. Sulla Briglia di S. Rosa, tra il Ponte alla Carraia e il Ponte Vespucci, durante l’estate per gran parte asciutta, si esibiscono bagnanti in cerca di un’abbronzatura “domestica” e pescatori intenti a raccogliere quei trofei che il fiume concede sempre nell’arco della giornata. Coloro che desiderano documentarsi sulle attrezzature usate dai pionieri della pesca, tra cui un’ingegnosa macchina “acchiappa insetti”, possono visitare (l’ingresso è gratuito) l’Art Athletic Center di Walter Rontani, in vis Maggio a Firenze, unico museo al mondo nel quale è raccolta un’importantissima collezione di attrezzi sportivi usati sin dal XV secolo nelle varie di discipline.
A valle del Ponte alla Vittoria, dove entrambi gli argini sono stati ripuliti e resi accessibili come campi gara, l’Arno passa sotto il ponte di recente costruzione della nuova tramvia Firenze – Scandicci e lambisce, in riva destra, lo storico Parco delle cascine, una straordinaria oasi ammantata di piante secolari e di verdissimi prati. L’argine di sinistra, denominato Lungarno dei Pioppi, è stato adibito a giochi per bambini e al passeggio e alla sosta dei cittadini che intendono trascorrere qualche ora sulle panchine all’ombra dei giovani lecci. Dopo la passerella pedonale delle Cascine, l’Arno, con il suo quieto procedere verso valle, trabocca dalle due briglie che assieme danno luogo ad una grande pescaia, meta di pescatori provenienti da ogni parte, attirati, per dipiù, dalla straordinaria presenza del barbo europeo. Oltre la Pescaia delle Cascine, l’Arno riprende il suo aspetto di fiume a carattere torrentizio, dalle sponde aperte e verdeggianti, dall’alveo intarsiato di ghiareti, sui quali in estate, si alternano bagnati e pescatori, fino alla località l’Indiano, dove riceve il Mugnone in riva destra”.