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LE ARMONIE DI PAGLIAZZI NELLA LIMONAIA DI PALAZZO MEDICI RICCARDI
L’esposizione delle opere del pittore verrà inaugurata sabato 18 ottobre alle 17

Pagliazzi: il ritratto di Galileo Chini

Nella Limonaia di Palazzo Medici Riccardi a Firenze, in via Cavour 1, l’Associazione Culturale Palazzuolo per le Arti organizza, in collaborazione con la Provincia di Firenze e con il Comune di Palazzuolo sul Senio, un’importante esposizione delle opere di Francesco Pagliazzi, pittore vissuto tra il 1910 ed il 1988, attivo tra Firenze, Parigi, Venezia, New York. La mostra sarà inaugurata alle 17 sabato 18 ottobre 2008, e terminerà il 9 novembre 2008, riporta l’esperienza pittorica dell’artista, a partire dagli anni della guerra fino alla metà degli anni Cinquanta, racchiusa in una cinquantina di opere tra paesaggi, nature morte, ritratti; sono inoltre presenti le opere ispirate da Palazzuolo, residenza prediletta dell’artista. La mostra sarà aperta tutti i giorni dalle 9 alle 19, escluso il mercoledì.

Formatosi all’Istituto d’Arte di Porta Romana sotto la guida di Libero Andreotti e di Giuseppe Lunardi, negli anni Trenta Pagliazzi costituì insieme ai compagni ed amici Granchi, Toschi, Pignotti, una sorta di ‘gruppo’ che per il carattere eminentemente cromatico e luministico della pittura si differenziava dai modelli novecentisti, e venne riconosciuto da critici autorevoli come uno fra i più promettenti della Firenze del tempo.
L’interesse per la pittura impressionista e per le cadenze dell’Ecole de Paris si fanno sempre più riconoscibili nei dipinti di Pagliazzi, che presentati a mostre importanti come le Biennali di Venezia e le Quadriennali romane, vengono apprezzati da critici e collezionisti, che ne lodano l’abilissima fattura, l’espressività comunicativa e la capacità di utilizzare il colore in funzione della luce.
La guerra porta l’artista a Palazzuolo sull’Appenino tosco-romgnolo, dove si dedica essenzialmente al paesaggio e ai quadri d’interno pervasi di una sospesa malinconia; quadri dalle cadenze pacate, di reminiscenza macchiaiola, ed evocativi del clima dell’Ottocento toscano. A Palazzuolo grazie a Edoardo Gordigiani, Pagliazzi scopre il gusto di dipingere en plein-air.
Dal 1950, quando le sue riflessioni sull’attualità dei valori pittorici dell’impressionismo trovano conferma nella critica più autorevole, Pagliazzi ottiene un successo di critica e di pubblico internazionale che lo porterà a lavorare all’estero, a New York in Svizzera, ma soprattutto a Parigi dove espone con cadenza annuale fino al 1972, quando la scomparsa dell’amata figlia Adelina lo induce ad abbandonare la pittura per rifugiarsi a Palazzuolo.
Il catalogo della mostra, edito da Polistampa, Firenze, è curato da Silvestra Bietoletti con la prefazione di Simonella Condemi, vicedirettrice della Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti.

17/10/2008 13.58
Provincia di Firenze