APPROVATA MOZIONE DELL’UDC PER DIFENDERE LA POSSIBILITÀ DI SCELTA DEGLI ELETTORI SUGLI ELETTI CONTRO LE LISTE BLOCCATE
Voto favorevole anche di PD, PRC, Verdi
Il Consiglio provinciale ha approvato, con 20 sì (PD, UDC, PRC, Verdi) e 3 no (FI, AN) la mozione di Federico Tondi (UDC) sulla necessità di difendere la possibilità di scelta degli elettori sugli eletti e contro le liste bloccate. La mozione invita il Governo ed il Parlamento a non apportare modifiche al sistema di voto europeo che esproprino i cittadini del diritto di scegliere, con il loro voto di preferenza, i deputati da eleggere, nonché ad evitare che la determinazione di soglie di sbarramento troppo alte, mirate non ad evitare, giustamente, un’eccessiva frammentazione, bensì a favorire specificatamente un sistema esclusivamente bipartitico; ad avviare iniziative legislative mirate a garantire all’elettore il diritto-dovere di scegliere il loro rappresentante in parlamento. “La preferenza è espressione di democrazia e l’approvazione da parte del consiglio provinciale della nostra mozione è un dato politico di grande rilievo. Dispiace – spiega il consigliere UDC Federico Tondi – constatare che gli amici della PDL, con i quali abbiamo trascorso ben 15 anni di battaglie comuni, abbiano integralmente rigettato la nostra richiesta teorizzando la necessità di un uomo solo che deve decidere per tutti. Siamo inoltre contrari affinché si realizzi un bipartitismo indotto, ovvero scelto dai cittadini ma, artificialmente creato, grazie allo spropositato innalzamento degli sbarramenti per accedere alle varie rappresentanze istituzionali. Mai come oggi, in un contesto di grave crisi internazionale, ci sarebbe bisogno di dialogo e di rispetto tra tutte le forze politiche nazionali. Mentre accogliamo con soddisfazione l’inaspettato sostegno del PD, del PRC e dei Verdi, auspico che gli amici della PDL tornino sui loro passi e comprendano che la teoria dell’autosufficienza politica è una realtà virtuale destinata a non durare a lungo”.
“L’adesione alla mozione dell’UDC – ha detto il capogruppo del PD Riccardo Gori – ha soprattutto un valore politico ed è legata proprio all’attuale fase politica. Oggi vi è un rischio serio di impoverimento della vita democratica e lo sbarramento al 5% è l’abolizione del voto di preferenza alle elezioni europee può portare ad ulteriori conseguenze togliendo all’elettore la possibilità di scelta dei propri rappresentanti. Per i partiti aziendali e “padronali” questo può essere normale ma non in un sistema di democrazia piena. Dunque, al di la del dato tecnico, che per l’UDC è affidato alla preferenza e per noi ad altri sistemi, con i collegi uninominali, laddove i candidati siano prodotti dalle primarie, il problema posto dall’UDC esiste e, politicamente, noi abbiamo voluto sottolinearlo con il nostro voto favorevole”.