VERDI: I RITARDI SULLA REALIZZAZIONE DEL “COLLETTORE IN SINISTRA D’ARNO”
“Ma senza il collegamento al depuratore Publiacqua non può più chiedere il canone in bolletta”
“Non è dovuto il canone di depurazione in mancanza del depuratore”; è quanto ha stabilito la Corte Costituzionale con una recentissima sentenza (la n. 35/2008) depositata il 10 ottobre – lo ricordano il Capogruppo dei Verdi in Provincia di Firenze, Luca Ragazzo e il Portavoce Provinciale dei Verdi di Firenze, Tommaso Grassi, intervenendo in merito ai ritardi accumulati nella realizzazione del cosiddetto “collettore emissario in sinistra d’Arno”, il nuovo sistema fognario che dovrà convogliare i reflui dei bacini fognari di metà Firenze e parte di Scandicci al depuratore di S. Colombano. “Attualmente infatti la zona in sinistra d’Arno della città di Firenze è caratterizzata da un sistema fognario che raccoglie le acque miste del territorio, ma poi le sversa direttamente in Arno, contribuendo ad abbassare i livelli di qualità del fiume – sottolineano Ragazzo e Grassi – la situazione di grave ritardo nella realizzazione del “fognone” che convogli questi reflui al depuratore (peraltro ancora da completare) fa si che la sentenza della Corte Costituzionale si applichi anche a gran parte degli utenti fiorentini, che non siano serviti dalla depurazione”. La Corte di Cassazione ha infatti dichiarato la illegittimità costituzionale di alcuni commi di due normative (la legge 36/1994, cosiddetta “Legge Galli” e del decreto legislativo 152/2006 che detta “Norme in materia ambientale”), nella parte in cui queste prevedono che la quota di tariffa riferita al servizio di depurazione sia dovuta dagli utenti “anche nel caso in cui la fognatura sia sprovvista di impianti centralizzati di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi”. Nella fattispecie la Corte ha stabilito che la quota relativa alla depurazione, richiesta sinora agli utenti della fornitura idrica, non si configura come tributo, ma costituisce il corrispettivo di un servizio reso: se non vi è il servizio (la depurazione) non può essere chiesto il corrispettivo. Questa sentenza – dichiarano i Verdi della Provincia – avrà due effetti rilevanti immediati:
1. l’ATO 3 e Publiacqua spa devono fin da ora cessare di fatturare il canone di depurazione per tutti quei casi per i quali la Corte Costituzionale ha rilevato l’illegittimità costituzionale (zone residenziali non servite da impianti di depurazione).
2. la sentenza produce anche effetti retroattivi per le somme versate negli anni passati che devono essere restituite agli utenti che le abbiano ingiustamente pagate.
Numerose associazioni di consumatori si sono già attivate offrendo consulenza agli utenti per richiedere rimborsi per le somme non dovute versate negli anni scorsi – concludono i Verdi – Non sarebbe male però che, vista la pronuncia della Corte, fossero proprio l’ATO 3 e Publiacqua a far si che questi importi (con la relativa IVA) vengano accreditati automaticamente a coloro che ne abbiano diritto, anche senza che i cittadini utenti interessati debbano fare domanda o presentare documentazione; essendo le bollette già conosciute dal gestore che le emette, il quale sa bene anche quali sono le zone della città che non sono servite dal depuratore.
Luca Ragazzo, Capogruppo Verdi Provincia di Firenze
Tommaso Grassi, Portavoce Verdi Provincia di Firenze