IL CONSIGLIO PROVINCIALE SULLA SCUOLA
Il dibattito
Ospiti del Consiglio provinciale dedicato alla scuola due Sindaci. Gianni Gianassi di Sesto Fiorentino e Claudio Corbatti di Firenzuola. Gianassi ha fatto riferimento: "Alle possibili conseguenze che a qualcuno possono piacere e qualcun altro meno, della Legge Gelmini. Tante volte noi che svolgiamo un’attività politica guardiamo alla globalizzazione, alla sfida internazionale, alla crescita di una società della conoscenza e io, nel mio piccolo, dovrò pensare che ogni anno i nostri figli: i ragazzi e le ragazze di Sesto Fiorentino andranno a scuola con quasi un milione e mezzo di ore in meno rispetto al passato". Corbatti ha ricordato come: "Il Comune di Firenzuola ha solo tre di plessi scolastici e quindi abbiamo fatto notevoli sforzi per una razionalizzazione del servizio. La spesa complessiva per il trasporto scolastico che è pari 345869 euro con un contributo da parte degli utenti e da parte della Regione per il servizio di 47 mila euro. Quindi complessivamente uno sbilancio a carico del Comune di circa 300 mila euro che divisi per 188 alunni che trasportiamo fa una spesa annua per ogni ragazzo di 1589 euro. E questo solo per il trasporto. Per la refezione facciamo 33 mila posti con una spesa complessiva di 166 mila euro, ne riceviamo 75 dagli utenti e 6 dal contributo degli Enti Locali. Questo per fare solo degli esempi. Va bene fare i tagli e cercare di risparmiare sui tanti sprechi che ci possono essere ma è sbagliato fare tagli proprio sulla scuola in zone montane. In zone dove la scuola rappresenta una cosa centrale e sulla quale noi ci batteremo e ci impegneremo affinché sia soddisfatta e sia mantenuta nelle attuali condizioni". L'assessore Simoni si è chiesta: "Per quali ragioni si interviene proprio nella scuola primaria? In questi mesi abbiamo chiesto al Ministro, come Upi nazionale, molteplici incontri che sono stati rigettati. Abbiamo scritto un documento, firmato da tutti gli assessori alla pubblica istruzione d’Italia, di centrodestra o centrosinistra, evidenziando le preoccupazioni rispetto alle ricadute della legge. Non c’è mai stata data risposta e mai è stata data la possibilità di confrontarsi sulle eventuali conseguenze del provvedimento. E quindi io ritengo che questo sia stata sostanzialmente una scorrettezza e una mancanza di rispetto delle Istituzioni. C’è un’altra questione più importante che è la questione delle competenze: le province come le regioni e i comuni hanno delle competenze in materia. E bene ha fatto la Regione Toscana a ricorrere alla consulta per capire se ci sono i margini per privare la Regione nelle materie che le compete e che le sono state affidate dal titolo Quinto della Costituzione". Lensi (FI) e Nascosti (AN) hanno spiegato che: "Paradossalmente siamo d'accordo con Guido Sacconi, che si candiderà alle primarie per il Presidente della Provincia di Firenze, quando ha affermato che ci sono responsabilità da parte dell'attuale Giunta sulla situazione scolastica. Occorre più formazione e l'istituzione di borse di studio per i ricercatori e gli studenti meritevoli e meno Genio Fiorentino. Una delle ultime mozioni presentate da Graziano Grazzini, e votata all'unanimità dal Consiglio provinciale, impegnava la Giunta ad istituire delle borse di studio in memoria di Don Santoro. La mozione non ha mai avuto seguito. Targetti (PRC) ha fatto riferimento alle occupazioni. "In quelle occupazioni non c’è una sorta di background di marxismo. Ho avuto la fortuna di attraversare una stagione, quella del '68, che ci ha dato l’opportunità per tutta una serie di motivi e di condizione storiche di guardare oltre. Non tutte le generazioni hanno avuto queste possibilità e io credo che oggi il fatto di vedere migliaia e migliaia di persone, non solo studenti ma anche genitori, insegnanti, pubblici amministratori, che si mobilitano, che vogliono capire, che fanno le lezioni in piazza, che occupano edifici scolastici, è un bel segnale per riprendersi in mano un protagonismo e un fare politica in prima persona". Bassetti (UDC) ha parlato anche da Sindaco di Marradi: "Con problemi simili a quelli di Firenzuola. Anche a livello nazionale siamo contro questo provvedimento, però i moduli, varati nel 1990 sono ormai superati. Ci sono insegnanti che da 18 anni insegnano, in maniera prevalente, italiano o matematica. Dall’anno prossimo dovranno adeguarsi e tornare ad insegnare tutto e questo può essere a discapito anche del ragazzo. Con questo decreto non verrà licenziato nessuno ma non verrà assunto nessuno. Non ci saranno nuove forze, linfe nuove che entreranno nel mondo della scuola. La riforma della scuola è una cosa importante che non si può fare con decreto, è una cosa che deve coinvolgere innanzitutto le famiglie, la scuola, gli Enti Locali e chi è deputato a organizzare e realizzare il settore scolastico". Per Gloria Campi (SD): "E' chiaro alle famiglie, agli insegnanti, ai professori, a tutta l’opinione pubblica che l’obiettivo del governo Berlusconi è quello di impoverire in tutti i sensi la scuola pubblica. I tagli di risorse provocheranno la riduzione di insegnanti, il maestro unico e la chiusura di scuole, la riduzione di orario ma soprattutto la destituzionalizzazione del sistema pubblico dell’istruzione. In altre parole, verrà considerata la scuola esclusivo servizio e non istituzione". Per Gori (PD) "E’ un’esigenza di natura contabile quello che ha mosso il Governo a fare le scelte che ha fatto e che ha come padre putativo non la Gelmini, ma Tremonti; semmai la Gelmini è la matrigna che ha portato in dote a Tremonti circa 8 miliardi di euro. Il Governo ha voluto dare un piglio decisionista, una frettolosità, ma io lo voglio dire subito, anche un segno ideologico della visione che il centrodestra berlusconiano ha sulla scuola. E' un segno che si maschera di rigore e di meritocrazia. Al di là del dramma del maestro unico si parla del grembiulino, il voto in condotta, il voto in decimi e la possibilità di bocciare da parte del Consiglio di classe. Forse il grembiulino poteva essere accettato, non certamente la riduzione a 24 ore dell’orario. Guardate che il peso del taglio degli insegnanti sulla primaria sarà forse quello più pesante, perché il taglio degli insegnanti sulla primaria graverà per circa il 35%. Se si somma al 7% dei tagli dell’Ata che è il personale tecnico amministrativo, che serve non solo alla gestione della scuola, possiamo avere il quadro di quello che ci aspetta. Si prevede la riduzione del tempo pieno che può trasformarsi in doposcuola solo se gli Enti Locali si frugheranno in tasca e attiveranno tutto quello che deve essere attivato in questo senso. Chi diceva che si torna indietro, non di 10 ma di 20 o 30 anni ha ragione da questo punto di vista. Questo è il quadro che ci viene delineato da questo tipo di proposte". Tondi (UDC) ha ribadito il giudizio: "Totalmente negativo della riforma Gelmini. Siamo atterriti dal metodo che è stato adottato e che credo sia stato inopportuno. Decretare su una materia di questo tipo è un atto di arroganza che non va bene, ma è assolutamente coerente con una logica che è quella del Presidente del Consiglio. Alcuni elementi erano parte del programma che l’UDC aveva sottoscritto delle legislature precedenti. Ma questa riforma, come è già stato detto, non l'ha scritta la Gelmini, l'ha scritta Tremonti ed è stata un’occasione persa perché i contenuti di questa riforma sono interessanti ma un dibattito più ampio ci sarebbe piaciuto". Per Gloria Testi (PD): "In questa riforma c’è l’aspetto un po’ ideologico, che si sente nei confronti della scuola pubblica e nella cultura che dovrebbe pervadere e pervade la scuola pubblica, che è una cultura sostanzialmente di sinistra. Questo aspetto un po’ ideologico su come è stata affrontata la scuola mi sembra proprio sbagliato. I bambini aumentano sia nelle scuole primarie che nelle scuole medie, fino a 30 per classe, e poi anche nelle superiori, ed al numero di alunni per classe corrisponde la diminuzione delle ore: 24 per la scuola elementare e 29 ore nella scuola media, dalle 30 alle 32 per gli istituti tecnici, 30 per i licei. In questo sta la questione". Bevilacqua (FI) ha puntualizzato che: "Si è parlato di riforma ma qui nessuno ha messo in piedi una riforma. Lo stesso Ministro non parla di riforma, ma parla di provvedimenti di buon senso che a seguito di un taglio finanziario, predisposto con la minifinanziaria di luglio, ha colpito tutti i ministeri. Un provvedimento finanziario dovuto per rispettare il patto di stabilità e crescita e rimanere quindi vincolati a quell’area europea che ci vede sempre come fanalino di coda, con un debito pubblico enormemente più alto rispetto a tutte le altre nazioni; quindi proprio per questo il Ministro delle Finanze ha adottato questo provvedimento. Noi invitiamo il Ministero a proseguire su questa attività, vigilando su quelle che sono le necessità della scuola e auspichiamo che ci sia davvero una riforma del sistema scolastico". Marconcini (PDCI) ha difeso la scuola pubblica: "C’è un attacco chiaro e netto alla scuola pubblica, laica e di alto livello. Si inizia dalle elementari ma avremo presto una delle scuole pubbliche dove ci sarà un insegnamento minimo e chi potrà dovrà rivolgersi alla scuola privata. L’Università sarà privatizzata attraverso le fondazioni e i finanziamenti arriveranno attraverso l’interesse legittimo. E i nostri ragazzi non avranno quella base culturale che gli permetterà di essere competitivi sul mercato a livello internazionale". Francesca Avezzano Comes (FI) ha sottolineato che: "I nostri studenti alle superiori, e purtroppo anche all’Università, presentano problemi di ortografia, errori di scrittura, errori di comprensione, errori di elaborazione. E'la scuola elementare il luogo dove si formano le competenze del saper scrivere e saper contare, e ci ritroviamo ancora con tanti ragazzi che non hanno avuto le basi dagli insegnanti delle elementari. Il nostro sistema pedagogica prevede il ritorno al maestro prevalente affianco da due specialisti, il maestro e il maestro di informatica. E' evidente che in questo modo si libereranno dei maestri che potranno continuare con l’esperienza del tempo pieno. Vogliamo sfatare il mito che più ore i ragazzi stanno a scuola e più imparano perché il tempo che un ragazzo passa a scuola non è direttamente proporzionale al numero delle competenze e delle nozioni che questo ragazzo apprende". Per Ragazzo (Verdi): "In questa riforma trovo solo tagli di spesa, sono tagli nel rapporto alunni, docenti, sono tagli nel rapporto docente, alunni, classi. E questi tagli non possono che poi uccidere la nostra futura generazione, condannandola o a emigrare o a essere sfruttati, nonostante le qualità che poi gli studenti hanno". Infine Massai (AN): "Dobbiamo essere europei o dobbiamo essere solo italiani, non è che si diventa europei a giorni alterni e quando serve, perché se dobbiamo essere europei ci dobbiamo avvicinare a quegli standard perché non possiamo avere l'Erasmus e dall’altra una quantità completamente diversa. Perché questo non è integrazione europea. E’ solo ed esclusivamente quello che è successo in questi giorni, e cioè portare avanti, in maniera propagandistica, una protesta. Questa non è una riforma, è una razionalizzazione della spesa, che è cosa ben diversa. siamo stati abituati, negli anni passati, ad avere grandi progetti e poi successivamente a non trovare fondi".