IL NUOVO REGOLAMENTO DI CONTABILITÀ
Previsto anche l’utilizzo, se necessario, di strumenti di finanza derivata previa autorizzazione del Consiglio provinciale
Il Consiglio provinciale ha approvato, con 18 sì, 3 no e 5 astensioni il nuovo Regolamento di contabilità con un emendamento di Bevilacqua (FI) che prevede che la Giunta debba chiedere l’autorizzazione al Consiglio se desidera accedere a strumenti di finanza derivata. “Il Regolamento vigente risaliva al 1992 – ha illustrato l’assessore al bilancio e personale Tiziano Lepri – ed è largamente superato dalla normativa sopravvenuta in molte sue parti. Il testo proposto si compone di 67 articoli contro i 92 di quello attualmente vigente e la nuova disciplina regolamentare è orientata alla completezza della definizione delle proprie competenze e rinvia alle norme vigenti nel tempo per tutto quanto sia oggetto o riserva di legge. In particolare, con questo regolamento, si specificano le procedure e le competenze interne per quanto riguarda tutte le fasi della gestione della contabilità e degli atti finanziari dell’amministrazione, e vengono regolamentate e definite normativamente le questioni relative ai controlli. Abbiamo inserito, per completezza di disciplina, anche la previsione che l’ente possa utilizzare strumenti di finanza derivata. Credo che dovremmo guardare a queste cose con il necessario equilibrio. Gli strumenti di finanza derivata, di per sé, non sono strumenti illegittimi o non utilizzabili nella pubblica amministrazione. Naturalmente per poterli utilizzare occorre avere le competenze, per potere valutare se l’operazione è proficua, se l’operazione è valida, oppure no. La Provincia di Firenze è fra i pochi enti di una certa importanza che non ha mai fatto operazione di finanza derivata, per il semplice motivo che si trovava nelle condizioni di non potere ottenere alcun beneficio da operazioni di finanza derivata. Né abbiamo, a oggi, le condizioni e le intenzioni di farle, e credo che nel prossimo futuro neanche ci saranno”. Ragazzo (Verdi), che aveva presentato un emendamento, poi respinto, per abrogare l’articolo che permetteva l’utilizzo di strumenti di finanza derivata ha sottolineato che: “Una sana amministrazione non deve procedere in tal senso. Una sana amministrazione deve prevedere un contenimento della spesa, riduzione degli sprechi, e un’attenzione agli strumenti delle proprie politiche”. Bevilacqua (FI) ha sottolineato: “Due punti delicati di questo regolamento. Un punto è quello sollevato anche dal Consigliere Ragazzo, l’articolo 64, dove si fa riferimento alla possibilità di accedere anche a strumenti di finanza derivata per l’indebitamento dell’ente. Ritengo che potremmo superare questo ostacolo con un’autorizzazione del Consiglio; con visione da parte del Consiglio di quella che è la proposta della Giunta e conseguentemente con un atto deliberativo del Consiglio. In questo senso si va a istruire anche la parte che detiene il Consiglio: di indirizzo e di controllo della parte amministrativa. L’altro punto riguarda l’articolo 55, sul Collegio dei revisori: nomina e cessazione”. Anche su questo Bevilacqua aveva presentato un emendamento che è stato respinto. Soddisfatto del percorso che ha portato a questo regolamento si è detto Gori (PD): “Riguardo all’articolo sulla finanza derivata penso che ci sono strumenti che possono essere utilizzati, con cognizione di causa, perché mettono nelle condizioni l’ente di avere una possibilità in più sotto il profilo finanziario. Oggi siamo suggestionati psicologicamente da quello che succede nella finanza mondiale, che è stata pesantemente condizionata dall’esistenza di questi titoli derivati. Ritengo sbagliato rinunciare ideologicamente a questo tipo di possibilità”. Per Marconcini (PDCI). “Va bene che la scelta di utilizzare strumenti di finanza derivata passi dal Consiglio ma ricordo che questi strumenti bisogna prenderli con cautela: non erano il toccasana ieri non è detto che siano il diavolo oggi: vanno usati con cura”. Bassetti (UDC) ha ricordato che: “Sono 9 i Comuni della Provincia che hanno utilizzato la finanza derivata. Forse in un ente grande come la Provincia ci sono gli strumenti, c’è lo staff, il personale in grado di stabilire se il prodotto che ti viene offerto è un prodotto adeguato alla realtà dell’ente. Sicuramente questo purtroppo non è successo nei piccoli Comuni, ma anche in Comuni di medie e grandi dimensioni come il Comune di Fiesole e il Comune di Firenze”. Sottani (PD) ha sottolineato come: “La Provincia ha sempre ben operato su questi temi I derivati sono strumenti che debbono essere utilizzati o per coprirsi da rischi di cambio o da rischio di tasso. Questi strumenti, da copertura assicurativa si sono trasformati in strumenti speculativi e tuttora tantissime aziende continuano ad operarli. Giusto che si rafforzi il coinvolgimento del Consiglio nel caso in cui ci dovesse esserci una situazione in cui l’uso di questi strumenti possa essere conveniente”.