TROPPI LUPI ED UNGULATI IN MUGELLO
L’assessore Roselli ha risposto ad una domanda di Lensi e Comucci (FI)
In relazione alle denunce di troppi lupi e troppi cinghiali in Mugello l’assessore all’agricoltura Pietro Roselli ha risposto, in Consiglio provinciale, ad una domanda d’attualità di Comucci e Lensi (FI). “Abbiamo avuto più di un’occasione per affrontare la questione della diffusione del lupo e la presenza, davvero invasiva, di ungulati nel territorio della Provincia di Firenze che portano non solo danni all’agricoltura ma anche un pericolo di rottura dell’equilibrio sul nostro sistema di biodiversità e di equilibrio tra le varie specie. Noi teniamo nuovamente a precisare che continuiamo a mantenere attenzione per la tutela del lupo, specie particolarmente preziosa e tutelata dalle nostre normative e, contemporaneamente, particolare attenzione al mantenimento del nostro sistema di allevamenti nell’alta, bassa e media montagna, allevamenti soprattutto ovini ma anche allevamenti bovini, perché si sa che la presenza del lupo è di forte danno per le possibilità di mantenimento del pascolo aperto. Gli interventi che avevamo già indicato mirano ad incentivare l’azione di protezione dei pascoli degli allevamenti nel Mugello perché è lì che si registra la maggiore presenza di lupi. L’obiettivo – ha aggiunto l’assessore Roselli – è di fare in modo che il lupo rimanga dentro le zone vocate e quindi lontano dalle abitazioni, lontano il più possibile dai centri di allevamento. Per fare questo occorre che la presenza del lupo sia in numero misurato e, in forma di predatore, trovi di che sostenersi e vivere in forma naturale e non con i greggi. Inoltre, occorre contenere il numero di ungulati e contemporaneamente proteggere i greggi dai lupi. La Provincia, oltre a monitorare tutta l’area a rischio, sta costituendo un fondo di 70–100 mila euro per aumentare il budget a disposizione degli allevatori per realizzare le recinzioni, oggi sperimentate, che sono idonee alla protezione dei greggi. Questo budget, gestito da un’associazione e dalla Comunità montana, è finalizzato all’istallazione di sistemi di protezione e di tutela. Dobbiamo operare perché il lupo abbia sì diritto di vivere in sicurezza nelle aree vocate, ma permettere anche ai greggi di pascolare nelle zone dove gli allevatori giustamente ritengono possibile mandare le bestie al pascolo”. Per Lensi: “E’ indubbiamente una mole di interventi importanti quelli che sembrerebbe che la Provincia, insieme anche alla Regione, voglia attivare per questo che sta diventando, a tutti gli effetti, un problema. Ci sembra però, devo dire sinceramente nonostante le parole dette, che gli interventi della Provincia siano una tamponatura per non aver fatto interventi di natura contenitiva quando questi erano possibili. I capi uccisi da parte dei lupi e dagli altri animali di questa zona sono sempre un problema. Il capo ucciso diventa un rifiuto che deve essere smaltito a spese dell’agricoltore, che deve scendere a valle, denunciare l’uccisione del capo, e iniziare le pratiche burocratiche, ci sembra che tutto sommato la risposta che ci ha dato, che pure va incontro all’emergenza sia un po’ da quando i buoi sono scappati dalla stalla, perché di questa emergenza non se n’è avuta notizia oggi o in queste settimane. L’emergenza risale ad un anno fa”.