LA CRISI ALLA “RASSENO” DI MONTESPERTOLI
L’assessore Stefania Saccardi ha risposto a due domande d’attualità di Paolo Londi e Paolo Malquori (PD) e del PRC
La crisi alla Rasseno di Montespertoli è stata al centro di due domande d’attualità, di Paolo Londi e Paolo Malquori (PD) e di Rifondazione Comunista, alle quali ha risposto l’assessore al lavoro Stefania Saccardi. “Dallo scorso 24 novembre la produzione nell’azienda Arte del Cotto Industrie Montespertoli, conosciuta col suo marchio Rasseno, è ferma e la cassa integrazione ordinaria conseguente scadrà il 21 febbraio. L’azienda – ha annunciato l’assessore Saccardi – ha già avanzato una nuova richiesta per una cassa integrazione di ulteriori 13 settimane. La Rasseno non aveva mai chiesto la cassa in passato ma adesso, con la crisi del mercato dell’edilizia, e dovendo fare i conti con una concorrenza piuttosto pesante, l’imprenditore Parretti ha deciso di prendere tempo in attesa di un miglioramento della situazione. Nel frattempo il comune di Montespertoli ha annunciato il prossimo varo del cosiddetto fondo anticrisi, messo a disposizione dei lavoratori in difficoltà e finanziato con 50 mila euro”. Paolo Londi ha ricordato che: “Purtroppo siamo in presenza di un effetto domino che adesso coinvolge un’azienda leader nel settore, un’azienda storica di Montespertoli che non aveva mai avuto momenti di crisi. Nell’area dell’empolese-valdelsa stanno avvenendo fatti analoghi che coinvolgono diverse aziende, anche multinazionali, che operano nel settore della ceramica, della chimica e che sono, per buona parte, legate al settore edilizio. Comparto, anche questo che sta evidenziando una notevole criticità, come dimostra la contrazione di compra/vendite nel settore immobiliare. E’ da sottolineare che la proprietà della Rasseno sta facendo il possibile per riprendere un’attività produttiva, anche se i magazzini sono stracolmi di materiale invenduto. Esprimiamo un grosso plauso per l’iniziativa del Comune di Montespertoli, per aver adottato il “fondo anticrisi”. Siamo consapevoli che questo non è sufficiente, ma è un importante segnale politico e sociale da parte degli enti locali. Siamo coscienti che il ruolo determinante in queste situazioni deve essere posto in opera dal Governo e dalla Regione. L’impegno che chiediamo alla Provincia, anche per la prossima legislatura, è di continuare a seguire questi problemi, monitorarli costantemente e adottare tutte quelle iniziative specifiche per queste aziende di nicchia. Imprese che hanno fatto la storia dell’attività manifatturiera dell’empolese-valdelsa ed hanno reso importante questo tipo di lavorazione nei nostri Comuni, nella nostra Provincia e in Toscana. Naturalmente – ha concluso Paolo Londi – l’impegno e l’attività principale deve essere rivolta verso i lavoratori e le loro famiglie che improvvisamente trovano il loro reddito mensile decurtato o azzerato e molto spesso perdono il posto di lavoro. Purtroppo sempre più spesso in queste precarie situazioni si vengono a trovare contestualmente entrambi i coniugi di un nucleo familiare con le conseguenze drammatiche che scaturiscono”. Anche Calò ha ricordato come: “La vicenda della Rasseno si inserisce in quella costellazione di imprese e di indotti, anche nell’area del Circondario empolese, che sono coinvolti in questa pesante crisi economica e sociale. La Sesta Commissione ha già richiesto la possibilità di fare una riunione con tutti i sindaci del Circondario empolese per capire e per individuare quale strategia possiamo, come enti locali, mettere in campo per fronteggiare questa crisi e per stare affianco dei lavoratori e delle lavoratrici colpite da questo momento di ingiustizia. Credo che dovremmo fare un fronte comune, in questo momento di grave crisi economica, viste anche le misure del Governo che ha dichiarato guerra aperta al lavoro e guerra aperta ai lavoratori. Esprimiamo sulla Rasseno una grossa preoccupazione e pretendiamo che il Governo incrementi gli ammortizzatori sociali”.