LA SITUAZIONE ALLA MENARINI DI FIRENZE
L’assessore Saccardi ha risposto ad una domanda d’attualità di PRC
L’assessore al lavoro Stefania Saccardi ha riferito, in Consiglio provinciale rispondendo ad una domanda d’attualità di PRC, sullo sciopero dei lavoratori del gruppo Menarini di Firenze. “Riguardo al premio di partecipazione – ha spiegato l’assessore Saccardi – la trattativa dei lavoratori della Menarini risale a circa un anno fa senza che in realtà sia mai stata raggiunta un’intesa. L’azienda ha offerto un incrudimento del 15% nel quadriennio, ha messo in busta ai lavoratori, spontaneamente, 400 euro ma le organizzazioni sindacali chiedono un aumento del 52%, sostenendo che quanto offerto dall’azienda sia in realtà inferiore a quella che è la media prevista dalle aziende del settore. L’azienda a sostegno delle sue posizioni sottolinea il clima di grande incertezza e di crisi economica che c’è anche nel settore dei medicinali e che giustificherebbe la ridotta proposta economica. Intanto non sono stati rinnovati 350 contratti a termine. Al momento nell’azienda licenziamenti veri e propri, nel senso tecnico della parola, non ce ne sono stati, per altro in un settore che, negli ultimi tempi, ha prodotto circa 5000 esuberi. La terza questione riguarda la preoccupazione in ordine agli investimenti. I dati che ho ricevuto parlano di un aumento del 25% degli investimenti nel 2008 e di un 22% previsto nel 2009. L’azienda per altro ha concentrato i dipendenti sui progetti che sono attualmente in fase avanzata, per poter accelerare lo sviluppo dei farmaci, la realizzazione dei farmaci che sono in questo momento allo studio e garantire in questo modo lo sviluppo del gruppo nel medio e lungo termine”. Per Calò: “L’obiettivo principale dei lavoratori è, come al solito, la determinazione di un piano industriale. Si vuole intravedere in questo gruppo un processo di stabilità, si vuole vedere la possibilità di un rilancio dell’azienda, prospettare un futuro, e in questo contesto vedere riconosciuto quindi ciò che la contrattazione nazionale e la contrattazione integrativa aveva posto al centro. I 350 lavoratori che hanno visto interrotto il proprio rapporto di lavoro si occupano di informazione scientifica. L’informazione scientifica è promozione, è divulgazione, è ricerca. Lo scenario è abbastanza chiaro: da una parte si disattendono le relazioni aziendali, si fanno resistente sul premio di partecipazione del piano di produttività e non si presenta il piano industriale, atteso un po’ da tutti, e dall’altra parte si licenziano gli informatori scientifici. E’ un passaggio che richiede chiarezza”.