DUE MOZIONI IN DIFESA DELLA COSTITUZIONE
Approvate dal Consiglio provinciale
Due mozioni, approvate dal Consiglio provinciale in difesa della Costituzione, la prima di Campi e Lazzerini (La Sinistra) e Gori (PD) e la seconda di Targetti, Verdi, Calò (PRC), Marconcini (PDCI) e Ragazzo (Verdi). “Una mozione – ha spiegato Gori – per stigmatizzare in modo chiaro e forte il comportamento del Governo nell’approcciarsi alla decretazione in generale. Il motivo scatenante, come tutti sanno, è stata la vicenda Englaro, sulla quale non entriamo in quanto c’è una proposta di legge in itinere. La questione invece è di natura formale, perché siamo in presenza, nel nostro paese, ormai da molto tempo, a una costante e pericolosa dialettica che mette in lotta i poteri dello Stato. Il Governo bypassa il normale iter dei disegni di legge ben oltre alla bisogna e questa decretazione ha impedito spesso una discussione aperta in Parlamento ed ha visto anche il ricorso alla fiducia per bloccare qualsiasi tipo di discussione. Decretazione più fiducia significa imbavagliare il Parlamento”. Per Targetti (PRC): “L’attacco alla Costituzione, fatto dal Presidente del Consiglio, al ruolo del Presidente della Repubblica e al ruolo della magistratura si inserisce in un tentativo più ampio di svolta autoritaria. C’è un attacco al pluralismo politico e alla questione dello sbarramento laddove, per altro, non è richiesto da esigenze di governabilità ma tende a aumentare il bipartitismo. Questo clima va assolutamente denunciato e l’attacco alla Costituzione fa parte di questo. Si cerca di attaccare la Costituzione come insieme di garanzie e di autonomia e distinzione di poteri”. Per Massai (AN): “Tutto è partito non da un attacco scellerato alla Costituzione o ai fondamenti della Costituzione ma solo e esclusivamente da un tentativo che il Governo ha fatto, per propria scelta, di fermare quella che, ma lo dico in termini personali, mi è sembrata un’esecuzione. Ormai il Centrosinistra si ricorda della Costituzione solo e esclusivamente quando si deve fare il proprio lavoro e cioè quell’attacco politico, in gran parte ideologico, al Governo, senza ricordarsi che il cambiamento della Costituzione ha un iter ben preciso. Panerai (PD) ha puntualizzato che: “Quello che è stato messo in discussione dal comportamento del Governo, e in primo luogo del Presidente del Consiglio, è un principio che sta a monte della stessa Costituzione e che costituisce il fondamento di ogni Stato di diritto: il principio della separazione dei poteri. Sulla base di questo principio non è dato ai tre poteri fondamentali dello stato: legislativo, esecutivo e giudiziario il potere di interferire nel campo di un altro. Se questo principio della divisione dei poteri vale, a questo ci ispiriamo”. Per Avezzano Comes (FI): “Il fatto clamoroso è che il potere giudiziario in questo paese si è sostituito al potere legislativo. E questo lo dimostra la Corte Costituzionale che ha fatto un riferimento e una valutazione in assenza di una legge del Parlamento italiano sulla questione della morte. Il problema è che la legge l’ha fatta la magistratura, non il Parlamento. Questa sentenza ha autorizzato l’eutanasia nel nostro Paese. C’è stato un tremendo precedente, di un uso del potere giudiziario al posto di quello legislativo, e credo che questo sia estremamente preoccupante. I casi straordinari di necessità e urgenza sono di sola e singola valutazione del Governo. E sul caso Englaro il Governo era di fronte ad una situazione di necessità e urgenza bloccata dal Presidente della Repubblica. Si è verificato un fatto grave che é destinato a fare storia”. Bernardini (PD) ha precisato che: “Berlusconi ha preso spunto da questa vicenda per ripetere una sua idea ossessiva e che è quella dell’uomo solo al potere. Tutti i principali atteggiamenti del Governo di Berlusconi tendono a modificare in senso autoritario l’impianto costituzionale italiano. E questo si potrà chiamare un fascismo più dolce, aggiornato all’epoca, probabilmente gestito anche in via telematica e con le televisioni, ma è fondamentalmente un’idea profondamente fascista”.