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I VERDI SUI FONDI RUSTICI ESCLUSI DALL’ATTIVITÀ DI CACCIA
“Servono criteri univoci per la tutela delle attività agricole e connesse”

E’ necessario che siano definite modalità univoche e certe per individuare le tipologie di “attività di rilevante interesse economico, sociale ed ambientale”, a tutela delle quali è possibile richiedere un divieto di caccia nei fondi agricoli in cui queste si svolgono: è la richiesta contenuta in un’interrogazione presentata in Palazzo Medici Riccardi dal consigliere provinciale dei Verdi, Luca Ragazzo.
L’art.15 della legge nazionale n.157/1992 – ricorda l’interrogazione – prevede, infatti, che il proprietario o il conduttore di un fondo agricolo possa richiedere l’esclusione di quel fondo dalle aree oggetto di caccia programmata quando l’attività venatoria “sia motivo di danno o disturbo ad attività di rilevante interesse economico, sociale o ambientale”.
La norma è stata recepita in Toscana con la legge regionale n.3 del 12 gennaio 1994, che ne demanda poi l’applicazione alle Province, presso cui è possibile presentare le richieste per questo tipo di divieto nei trenta giorni successivi alla pubblicazione del Piano Faunistico regionale: “si tratta di un’opportunità – sottolinea Ragazzo – che risulta ancora oggi poco conosciuta”.
Nella Provincia di Firenze l’esame e la gestione di queste pratiche sono svolte separatamente sia dal Circondario Empolese Valdelsa per i territori comunali che fanno riferimento a tale Ente, che direttamente dall’ufficio Caccia della Provincia di Firenze per gli altri Comuni del territorio provinciale.
Tra le domande presentate ma che non sono state accolte risulterebbe la tipologia di richiesta di poter applicare il divieto di caccia sul fondo agricolo dove avvenga la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (quali ad es. pannelli fotovoltaici): una decisione la cui ragionevolezza suscita particolari perplessità e che sono oggetto dell’interrogazione dei Verdi.
Diverse norme nazionali – ricorda Luca Ragazzo – hanno oramai stabilito che l’attività di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili agroforestali e fotovoltaiche provenienti prevalentemente dal fondo agricolo costituiscono “attività connessa” all’agricoltura – ai sensi dell’art.2135 del Codice Civile -, al pari di altre finora già considerate tali, quali ad es. l’attività di ricezione ed ospitalità agrituristica”.
Il consigliere dei Verdi chiede quindi di sapere lo svolgimento dell’attività di produzione di energia elettrica sul fondo agricolo sia riconosciuta quale “attività di rilevante interesse economico e sociale” – al pari di quanto risulta avvenire per l’attività agrituristica – che consenta quindi l’accoglimento della domanda di esclusione di un fondo agricolo dall’attività di caccia.
“Difficile comprendere, infatti, una diversità di trattamento tra queste attività “connesse” all’agricoltura – sottolinea Luca Ragazzo – sia in considerazioni del significativo impegno economico che la realizzazione di tali impianti richiede che per il rischio che questi possano venir danneggiati in occasione dello svolgimento dell’attività venatoria nei loro pressi”.
“Riteniamo che la valutazione delle domande presentate dai conduttori o proprietari dei fondi agricoli debbano far riferimento ad un’univoca modalità di applicazione – conclude Ragazzo – chiediamo quindi che siano chiaramente individuate le tipologie riconosciute quali “attività di rilevante interesse economico, sociale e ambientale” anche al fine di un’uniforme applicazione della norma sull’intero territorio provinciale, compresi i Comuni del Circondario Empolese Valdelsa”.

Il Capogruppo Verdi
Luca Ragazzo

24/02/2009 12.56
Provincia di Firenze