CONSIGLIO DEGLI STRANIERI: DIBATTITO IN PROVINCIA
Approvata mozione di PD e La Sinistra. Respinte mozioni di FI, Verdi e PRC
Il futuro del Consiglio degli Stranieri è stato al centro di un ampio dibattito in Consiglio provinciale. Approvata una mozione di Gori (PD) e Campi (La Sinistra) che dà mandato al Presidente del Consiglio, di concerto con la Conferenza dei Capigruppo, a formulare un’ipotesi di nuova configurazione della rappresentanza delle comunità straniere sul territorio provinciale per rendere più efficace e costante la collaborazione di questo con il Consiglio provinciale. Respinta la mozione di Bevilacqua (FI) che impegnava la Prima Commissione ad intervenire sullo statuto e sul Regolamento del Consiglio per porre, in tempi utili, la soppressione del Consiglio degli Stranieri. Respinta la mozione dei Verdi che esprimeva un giudizio fortemente negativo nei confronti delle modalità con cui l’amministrazione provinciale di Firenze ha finora valorizzato, coinvolto e sostenuto il Consiglio degli Stranieri nelle attività svolte sul tema dell’immigrazione e della vita degli Stranieri sul territorio provinciale. Respinta anche la mozione di PRC che impegnava l’amministrazione provinciale a prevedere il rinnovo del Consiglio degli Stranieri in occasione delle prossime elezioni provinciali, individuando proposte e strumenti adeguati per superare i limiti emersi e dare efficacia a questo organismo. Per Bevilacqua: “Il Consiglio degli Stranieri è costato a questa Amministrazione Provinciale, negli anni dal 2003 al 2008, qualcosa come 540 milioni. Per portare cosa? Tutti crediamo che sia necessaria una convivenza tra comunità provenienti da culture e storie diverse. Ciò non toglie che per arrivare a questo sia obbligatorio passare da uno strumento che si è dimostrato inadeguato ed estremamente costoso”. Gori ha ribattuto che: “A nessuno è sfuggito che il Consiglio degli Stranieri nei rapporti con il Consiglio Provinciale e nei rapporti anche con l’Amministrazione Pubblica, aveva marcato nel corso degli anni una serie di aporie, di insufficienze, di criticità. Ora ci troviamo in una situazione molto particolare e dobbiamo ragionare anche nell’interesse degli stranieri extracomunitari sul nostro territorio ma vogliamo confermare il nostro interesse a far partecipare alla vita delle istituzioni le comunità straniere extracomunitarie. Occorre una proposta di riconfigurazione della rappresentanza degli stranieri extracomunitari in questa istituzione”. Per Calò (PRC): “Il Consiglio degli Stranieri deve essere uno strumento reale di espressione e di rappresentanza sociale. Se c’è stato un limite alla partecipazione, occorre individuare iniziative di sostegno affinché questa partecipazione diventi effettivamente momento di espressione e di rappresentanza e diventi anche una risposta politica all’arroganza del Governo nazionale di Centrodestra che continua a colpire il migrante e a individuare in esso la figura del capro espiatorio, sul diritto alla casa, sul diritto al lavoro, sui costi di questa crisi e quant’altro”. Per Marconcini (PdCI): “Un lavoro serio, intelligente e utile sarebbe quello di rimandare alla prossima consiliatura la discussione e fare un lavoro che tenga presente di tutti gli errori fatti, se ce ne sono stati, e secondo me ce ne sono stati, perché a suo tempo non c’è stata compartecipazione e si è cercato di organizzare i migranti secondo le etnie mentre dovevano essere organizzati secondo le loro opzioni politiche: non é detto che tutti i cittadini pensino la stessa cosa, magari possono dividersi su opzioni di Sinistra o di Destra. Il problema non è il costo, si tratta di chiedersi qual è il progetto”. Anche per Tondi (UDC): “Il problema non è spendere tanto o spendere poco, quanto spendere bene. I dati prodotti dal collega Bevilacqua sono dati utili perché dimostrano, in modo oggettivo, che questo strumento non ha funzionato ma non condivido le conclusioni: l’abolizione del Consiglio degli Stranieri. Credo che sia da valorizzare quella che è stata un’esperienza di confronto e credo che non si debba buttare a mare questo tipo di esperienza, perché la nostra società va verso una progressiva multietnicità di cui non possiamo non tenere conto”. Per Massai (AN): “Si parla di poca collaborazione tra Consiglio provinciale e Consiglio degli Stranieri. Ma nessuno si è mai rifiutato di incontrare i componenti del Consiglio degli Stranieri e nessuno è mai venuto in Consiglio a dirci qualcosa, non solo su quali erano le esigenze, di quelle popolazioni, di quei cittadini, ma soprattutto nessuno è mai venuto a chiederci di intervenire su un qualcosa di specifico. Si cerca di difendere l’indifendibile e portare avanti, ostinatamente, la stessa politica fallimentare. Questo è demagogia. Quello spreco di soldi non è uno spreco perché c’è un organismo è uno spreco di soldi perché quell’organismo non è servito a niente: non a noi, non a loro”. Per Ragazzo (Verdi): “Occorre lavorare ad alcune modifiche. Non auspichiamo certamente la cessazione dell’organismo e anzi vogliamo che le funzioni e la gestione complessiva migliori. Si deve prendere atto del fallimento ed indicare delle soluzioni da integrare con le funzioni e le attività che la Provincia può fare e su tutta una serie di questioni che toccano gli immigrati”. Per Campi (La Sinistra): “C’è stata una compartecipazione di responsabilità rispetto alla situazione che ci troviamo oggi davanti. Nell’approccio iniziale non sono mancati supporti economici e finanziari ma sono mancati supporti materiali per fare entrare nel merito delle questioni i cittadini immigrati. Occorre un minimo di riflessione anche sul modello che noi abbiamo costruito nella nostra Provincia perché, in effetti, siamo stati quelli che abbiamo più di tutti spronato e pigiato affinché il Consiglio degli Stranieri non fosse una mera rappresentanza di ogni singola comunità degli immigrati. Dobbiamo renderci conto che ogni comunità degli stranieri vive dei problemi che sono diversi rispetto ai problemi di un’altra comunità”. Lensi (FI) ha ribadito che: “Nella mozione di Gori e Campi si propone di tenere le elezioni dei componenti il Consiglio degli Stranieri all’interno delle singole comunità prevedendo una rappresentanza numerica nel Consiglio connessa alla presenza numerica sul territorio provinciale, secondo una programma che sarà successivamente votato. In questa maniera si viene a configurare un qualcosa che è veramente all’opposto con quelli che sono i processi di integrazione, perché questo tipo di passo individua semplicemente il partito dei cinesi, il partito dei filippini, il partito per ogni comunità. Il progetto politico del Consiglio degli Stranieri è fallito per lo scarso interesse da parte dell’Ente Provincia ed anche per uno scarso interesse da parte dei Consiglieri degli Stranieri”. Targetti (PRC) ha ricordato che: “L’impegno che abbiamo fatto per eleggere direttamente il Consiglio degli Stranieri è stato un impegno che abbiamo portato avanti come tappa intermedia, verso il pieno diritto di voto attivo e passivo, dei cittadini stranieri residenti nel nostro Paese. Le persone che vivono in un territorio che siano nate lì, o che siano nate da un’altra parte, sono cittadini di quel territorio e dunque godono di diritti, sono tenuti ai doveri. Deve essere confermata l’importanza del Consiglio degli Stranieri, che è uno strumento che per ora è difettoso ma è uno strumento di espressione e di rappresentanza delle comunità presenti sul territorio”. Infine Giunti (PD) che ha ricordato come: “La Provincia di Firenze è stata tra le prime a realizzare un’assise del genere. E come ogni nuova esperienza c’è bisogno di un rodaggio. Ci troviamo di fronte ad uno strumento da far funzionare a maggior ragione oggi in un contesto culturale, dove la paura, l’individualismo e la voglia di rinchiuderci nei propri recinti porta le nostre comunità a trovare diffidenza e chiusura nei confronti degli extracomunitari”.