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LA CRISI ALLA MALO DI CAMPI BISENZIO
L’assessore Saccardi ha risposto ad una domanda d’attualità di PRC

Sullo stato di crisi alla Malo di Campi Bisenzio il gruppo di Rifondazione Comunista ha presentato una domanda d’attualità alla quale ha risposto l’Assessore al lavoro Stefania Saccardi. “La Malo è divenuta leader, in pochi anni a partire dal 1972, nella produzione di maglierie cachemire. Dal 1993 ha aperto punti vendita in Europa e negli Stati Uniti arrivando ad avere un fatturato, nel ’98, intorno ai 100 miliardi di lire. Dal ’99 la Malo è una holding con due stabilimenti a Firenze e Piacenza e 26 monomarca di proprietà. L’azienda, che ha sede a Campi Bisenzio, ha posto in cassa integrazione ordinaria per 13 settimane, 38 lavoratori e 5 dipendenti e sta attraversando una grave crisi con esposizione verso gli istituti bancari. Il gruppo controlla e coordina un gruppo di società che disegnano, producono e distribuiscono prodotti come Ferrè, Malo, Versace, Versace Sport, Cavalli. La manodopera è altamente qualificata per il tipo di prodotto di alto livello che propone. Dopo le ultime procedure di mobilità – ha aggiunto l’assessore Saccardi – non sono presenti in azienda lavoratori vicini alla pensione ed è stato, quindi, chiesto di potere accedere alla legge Marzano, che riguarda la ristrutturazione delle grandi imprese in stato di insolvenza e quindi l’accesso a una procedura di amministrazione straordinaria. La richiesta è stata accolta e il Ministero dello sviluppo economico ha già nominato i commissari. Le organizzazioni sindacali sono in attesa di incontrare i commissari nominati dal Ministero”. Calò ha ricordato che: “I 38 lavoratori che sono in cassa integrazione fanno parte di un ramo dell’azienda che è stata colpita duramente dagli effetti di questa crisi. E’ pero una crisi che investe il distretto produttivo della piana di Campi, quindi il settore che va dal tessile al settore della meccanica. Il provvedimento che interessa questo distretto parla solamente una voce, la voce della riduzione delle unità lavorative. La vicenda della Malo parla solo questo linguaggio perché non si sono cercate soluzioni alternative, cioè salvare il distretto, salvare quel ramo di azienda, salvare la connessione, salvare anche la vocazione di quell’area. Abbiamo assistito al primo segnale della crisi della moda nel Circondario Empolese dove il settore moda è stato massacrato. Da parte nostra diciamo ai lavoratori di non subire la crisi e agli Enti Locali che devono non solo contrastare questo tipo di operazione, ma devono sostenere il reddito dei lavoratori e delle loro famiglie”.

04/03/2009 12.29
Provincia di Firenze