LA SITUAZIONE DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO
L’assessore Simoni ha risposto ad un’interrogazione di PRC/PDCI/SC
La situazione del Maggio musicale Fiorentino è stata al centro di un’interrogazione di Andrea Calò e Lorenzo Verdi (PRC/PDCI/SC) alla quale ha risposto l’assessore al lavoro Elisa Simoni. “La situazione del Maggio è molto difficile, soprattutto dal punto di vista occupazionale. I dipendenti del Maggio sono 431, ai quali si aggiungono i circa 90 contratti a tempo determinato. I problemi di cui si discute – ha illustrato l’assessore Simoni – sono legati, essenzialmente, a aspetti economici. I tagli decisi dal Governo per quanto riguarda il Fus, stanno mettendo chiaramente a rischio la realizzazione del programma triennale, perché il Maggio fa un programma triennale teso al pareggio di bilancio. Lo stesso bilancio pari a 33 milioni di euro ha registrato, nel 2008, un deficit di 5 milioni euro. Si tratta di uno sbilancio strutturale. Questo ha comportato tagli all’attività, ma l’aumento della dotazione patrimoniale di 8 milioni di euro, operata dal Comune di Firenze, ha solo evitato il commissariamento. Le cariche interne al Consiglio di amministrazione ed al Sovrintendente scadono a febbraio 2010. I sindacati hanno indicato la necessità di un piano industriale condiviso tra soci e soggetti cui è affidata la gestione. Tra le questioni fondamentali da risolvere: quali finanziamenti il governo intende mettere a disposizione nella prossima finanziaria e come evolverà l’iter del disegno di legge delle fondazioni”. Verdi ha replicato che: “La situazione del Maggio è molto difficile e i tagli portati dal Governo non sono una boccata di ossigeno, anzi hanno portato a ulteriori difficoltà. Quello che preoccupa i lavoratori è l’incertezza e soprattutto la mancanza di prospettive economiche. Andrebbero considerati alcuni aspetti rilevanti, come l’incremento dei ricavi complessivi del 10% del teatro e del 30% delle entrate di biglietteria. Questo secondo noi deve un po’ servire anche per leggere le prospettive di questo teatro e anche per capire che investire in questo teatro ha senso sia da un punto di vista culturale che economico”.