ANDREA CALÒ E LORENZO VERDI (PRC/PDCI/SPC) CONTRO L’OMOFOBIA, IL RAZZISMO, L’INTOLLERANZA E LA VIOLENZA SULLE DONNE
Presentata mozione in Consiglio provinciale
I consiglieri Andrea Calò e Lorenzo Verdi (gruppo PRC-PdCI-SpC) hanno presentato una mozione in Consiglio provinciale contro l’omofobia, il razzismo, l’intolleranza e la violenza sulle donne. La mozione sollecita i parlamentari toscani ad approvare in tempi rapidi la legge contro l’omofobia; a contrastare ogni discriminazione basata sull’orientamento sessuale, sulla nazionalità, sulle opinioni politiche e religiose, ad intensificare la lotta all’omofobia, al razzismo, alle discriminazioni politiche, religiose e di genere, mediante un’azione pedagogica, di informazione e sensibilizzazione; di aderire alla Rete Ready (Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni contro le discriminazioni) ed incentivare i Comuni della Provincia ad aderirvi; di istituire un osservatorio permanente col compito di prevenire l’intolleranza e la violenza contro gli omosessuali, gli stranieri, le donne.
Questo il testo integrale della mozione:
IL CONSIGLIO PROVINCIALE DI FIRENZE
Premesso che nella città di Firenze si è verificato nella notte fra il 9 e il 10 settembre un feroce pestaggio ai danni di un ragazzo omosessuale, tanto da riportare lesioni talmente gravi da essere stato costretto a subire un intervento ricostruttivo al volto preso il Cto di Firenze, al ragazzo e che gli serviranno almeno sei mesi per guarire completamente;
Ricordato come negli ultimi tempi si stia assistendo ad un crescendo di aggressioni e di pestaggi a danno di persone omosessuali, stranieri, rom e donne, la cronologia limitata alle sole aggressioni a gay e ai soli mesi di agosto e settembre è impressionante:
19 agosto a Roma è stato inseguito e picchiato il cantautore gay Emilio Rez;
22 agosto a Roma due ragazzi gay sono stati accoltellati all’uscita di un locale, uno di loro è stato operato d’urgenza;
26 agosto a Roma è stato appiccato un incendio davanti al locale che ospita la rassegna di cultura gay “Muccassasina”;
28 agosto a Napoli due ragazzi, uno svizzero ed uno armeno, sono stati insultati e picchiati perché gay da un gruppo di giovani;
1 settembre a Roma due bombe carta sono state lanciate in via San Giovanni in Laterano luogo di raduno e di ritrovo di persone omosessuali;
8 settembre a Bologna due gay sono aggrediti a sprangate;
8 settembre a Roma un gruppo di 4 ragazzi e 4 ragazze napoletani sono stati aggrediti da un gruppo, infierendo in particolare su un ragazzo che era rimasto a terra;
10 settembre a Firenze aggressione ai danni di un ragazzo all’uscita di un locale gay;
12 settembre a Bologna aggredito da più persone un ragazzo socio di un circolo gay;
Considerato che tale cronologia è esemplificativa di una clima di grave intolleranza frutto dell’azione di gruppi politici ben individuati di chiaro orientamento fascista, che si rifanno alle teorie della supremazia razziale e sessuale, ma anche delle irresponsabili dichiarazioni di esponenti di partiti di governo come la Lega;
Considerato inoltre che tale intolleranza si rivolge non solo contro le persone omosessuali, ma anche contro gli stranieri, i rom e le donne – che la destra estrema vorrebbe confinate al focolare o destinate ad essere solo oggetto sessuale;
Visto:
gli obblighi internazionali ed europei in materia di diritti umani, quali quelli contenuti nelle convenzioni delle Nazioni Unite sui diritti dell'uomo e nella Convenzione europea sui diritti dell'uomo e le libertà fondamentali;
le disposizioni della legislazione dell'Unione europea sui diritti umani, in particolare la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, nonché gli articoli 6 e 7 del trattato sull'Unione europea;
l'articolo 13 del trattato che istituisce la Comunità europea, che assegna alla Comunità il potere di adottare misure finalizzate alla lotta alle discriminazioni basate, tra l'altro, sull'orientamento sessuale e di promuovere il principio dell'uguaglianza;
La Risoluzione sulla parità di diritti per gli omosessuali nella comunità approvata dal Parlamento Europeo l'8.2.1994;
la direttiva 2000/43/CE del Consiglio Europeo, del 29 giugno 2000, che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica, e la direttiva 2000/78/CE, del 27 novembre 2000, che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro, che proibiscono le discriminazioni dirette o indirette basate sull'origine razziale o etnica, la religione o le convinzioni personali, gli handicap, l'età o l'orientamento sessuale;
il paragrafo 1 dell'articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (2000/c 364/01), che vieta "qualsiasi forma di discriminazione fondata sul sesso, la razza, il colore della pelle, l'origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l'appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l'età o le tendenze sessuali", la risoluzione del Parlamento Europeo contro l’omofobia approvata il 18 Gennaio 2006;
Rilevato
che l'omofobia può essere definita come una paura e un'avversione irrazionale nei confronti dell'omosessualità e di gay, lesbiche e transessuali (GLT), basata sul pregiudizio e analoga al razzismo, alla xenofobia, all'antisemitismo e al sessismo;
che l'omofobia si manifesta nella sfera pubblica e privata sotto forme diverse, quali discorsi intrisi di odio e istigazioni alla discriminazione, dileggio, violenza verbale, psicologica, fisica e sessuale, persecuzioni e omicidio, discriminazioni in violazione del principio di uguaglianza, limitazioni arbitrarie e irragionevoli dei diritti;
i recenti eventi preoccupanti verificatisi anche in Sardegna, che vanno dal divieto di tenere iniziative per l'orgoglio gay o per l'uguaglianza all'uso di un linguaggio incendiario, carico di odio o minaccioso da parte di esponenti politici di primo piano e capi religiosi; l’emarginazione e la discriminazione con aggressioni verbali e fisiche a danno di persone omosessuali e transessuali in ambienti pubblici e privati; gli omicidi e le violenze a danno di persone omosessuali e transessuali a scopo di rapina o semplice discriminazione;
che si sono registrate reazioni positive, democratiche e tolleranti da parte della popolazione, della società civile e delle autorità locali e regionali che hanno manifestato contro l'omofobia, nonché da parte della magistratura che ha preso provvedimenti contro le discriminazioni più sensazionali e illegali;
la storia democratica e civile della nostra terra e l’impegno di questa Giunta e di questo Consiglio per il superamento di tutte le forme di discriminazione per cui anche quelle basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere;
che occorrono ulteriori azioni a livello dell'UE e degli Stati membri per sradicare l'omofobia, il razzismo e l’intolleranza e promuovere una cultura della libertà, della tolleranza e dell'uguaglianza tra i cittadini e negli ordinamenti giuridici;
Richiamata la propria risoluzione contro l’omofobia approvata all’unanimità il 21 maggio 2007;
IL CONSIGLIO PROVINCIALE DI FIRENZE
Nel far propria la risoluzione del Parlamento Europeo contro l’omofobia approvata il 18 gennaio 2006:
CONDANNA
ogni discriminazione fondata sull'orientamento sessuale, i discorsi omofobi carichi di odio o le istigazioni all'odio e alla violenza;
SI IMPEGNA
1. a sollecitare i parlamentari toscani eletti alla Camera dei Deputati ed al Senato della Repubblica ad approvare in tempi rapidi la legge contro l’omofobia, che riconosca l’aggravante della discriminazione fondata sull’orientamento sessuale al pari di quanto avviene per le discriminazioni fondate sul colore della pelle e sulle convinzioni religiose;
2. a contrastare ogni discriminazione basata sull'orientamento sessuale, sulla nazionalita, sulle opinioni politiche e religiose, sul genere in tutti i settori di sua competenza, quali uffici, delibere e manifestazioni di cui è promotore o in qualche modo partecipe;
3. ad intensificare la lotta all'omofobia, al razzismo, alle discriminazioni politiche, religiose e di genere, mediante un'azione pedagogica, di informazione e sensibilizzazione, ad esempio attraverso campagne contro l'omofobia, la xenofobia, l’intolleranza e la violenza, condotte nel territorio di sua competenza e favorendo a penetrazione di tali campagne nelle scuole, nelle università e nei mezzi d'informazione;
4. di aderire alla Rete Ready (Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni contro le discriminazioni) ed incentivare i comuni della provincia ad aderirvi;
5. di istituire un osservatorio permanente, che raccolga istituzioni, associazioni GLBT, magistratura e forze dell’ordine, col compito di prevenire l’intolleranza e la violenza contro gli omosessuali, gli stranieri, le donne.
Andrea Calò Lorenzo Verdi