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LA SITUAZIONE OCCUPAZIONALE DELLA RHEA DI TAVARNELLE VAL DI PESA
L’assessore Di Fede ha risposto, in Consiglio, ad un’interrogazione di Calò e Verdi (PRC/PDCI/SC)

La chiusura della Rhea di Tavarnelle Val di Pesa, con conseguente licenziamento dei 17 dipendenti, è stata al centro di un’interrogazione dei consiglieri Calò e Verdi (PRC/PDCI/SC) alla quale ha risposto, in Consiglio provinciale, l’assessore ai Rapporti col Consiglio Giovanni Di Fede. “L’azienda ha comunicato la decisione di cessare l’attività a causa di gravi problemi finanziari, avviando le procedure di fallimento. Ciò comporterebbe la perdita dei 17 posti di lavoro, tutti qualificati. Tra l’altro senza l’utilizzo di ammortizzatori sociali visto che si intenderebbe procedere per singoli licenziamenti. Di proprietà al 50% del gruppo Atop di Berberino Valdelsa e al 50% della famiglia Becherucci, la Rhea produce e progetta macchinari per la produzione di motori elettrici. Le organizzazioni sindacali che hanno incontrato lo scorso 15 settembre i Sindaci di Tavarnelle e Barberino, stanno cercando di convincere l’azienda a richiedere un anno di cassa integrazione, per poi aprire una procedura di mobilità. Lo scorso 17 settembre i Sindaci hanno incontrato l’azienda per convincerla a ritirare i licenziamenti. Sembra che l’azienda si sia resa disponibile. Nel caso l’azienda decidesse per la richiesta della cassa integrazione nei prossimi giorni le stesse parti verrebbero convocate presso il tavolo procedurale della Provincia per l’esame congiunto previsto”. Per Calò la situazione non è chiara: “Perché alcune notizie ci dicono che sono stati bloccati i licenziamenti e l’accordo sugli ammortizzatori sociale è stato raggiunto. Da altre parti sembra che, invece, l’accordo è ancora da ratificare o, comunque, è in corso un tentativo di conciliazione tra le parti. L’importante è che si è evitato i licenziamenti ed è stata aperta una procedura di concertazione per ciò che riguarda gli ammortizzatori sociali. Rimane una preoccupazione per il futuro non solo per l’assetto produttivo di quell’area ma soprattutto per il futuro occupazionale dei 17 dipendenti. E’ chiaro che la chiusura per ora sembra scongiurata ma chiediamo chiarezza”.

08/10/2009 17.30
Provincia di Firenze