LA SITUAZIONE ALLA SUN CHEMICAL
L’assessore Di Fede ha risposto ad un’interrogazione di Calò e Verdi (PRC/PDCI/SC)
Un’interrogazione dei consiglieri Calò e Verdi (PRC/PDCI/SC) sulla Sun Chemical e le preoccupazioni per le sorti dell’azienda da parte dei lavoratori è stata discussa in Consiglio provinciale. L’assessore ai rapporti col Consiglio Giovanni Di Fede ha risposto che: “Si tratta del maggiore produttore di inchiostri da stampa e pigmenti e conta in Italia 5 punti produttivi: due in provincia di Milano, uno a Torino, uno a Firenze e uno a Turate, in provincia di Como. La vicenda è legata all’ipotesi di interventi urbanistici nell’area di Castello dove si trova lo stabilimento fiorentino. Ciò sembra abbia motivato nei lavoratori preoccupazione riguardo al futuro, sembra però che la multinazionale non abbia manifestato intenzione di ridimensionare o addirittura chiudere l’unità produttiva fiorentina. Gli stessi sindacati non hanno notizie in merito, hanno chiesto un incontro all’azienda e restano in attesa di risposta. Negli ultimi 12 anni l’azienda ha dato vita a una strutturazione, iniziata nel ’97, con l’individuazione di 50 esuberi in cambio di investimenti che ha ridotto l’organico da 220 agli attuali 90 addetti. Grazie alla suddetta ristrutturazione e al valore aggiunto del territorio, l’azienda è uscita dalla crisi, l’ultima procedura di mobilità risale, infatti, al 2001. Quando l’idea di insediamenti nell’area di Castello si è fatta più insistente, le parti hanno chiesto un incontro al Comune di Firenze per valutare la possibilità di reperire un’altra area che era stata individuata ma l’azienda avrebbe avuto modo di occupare solo 30 dipendenti in un centro di ricerca e dunque gli stessi sindacati si erano mostrati contrari”. Per Calò: “Rimane il problema della sede della Sun Chemical. La decisione di costruire la Cittadella Viola a Castello pone un problema sul destino di tutta l’area e sulle infrastrutture che ci sono. Abbiamo la necessità di tutelare tutta l’area e tutte quelle strutture che producono qualità e, soprattutto, occupazione”.