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LO SCIOPERO DELLA FAME DELLE DETENUTE ED IL SUICIDIO DI UN GIOVANE A SOLLICCIANO
L’assessore Ballini ha risposto a due domande d’attualità di Calò e Verdi (PRC/PDCI/SC)

L’assessore alle Politiche Sociali Alessia Ballini ha risposto a due domande d’attualità di Calò e Verdi (PRC/PDCI/SC) sullo sciopero della fame delle detenute di Sollicciano per le carenze in fatto di igiene e di vitto e sul suicidio in carcere di un giovane straniero. “Ci troviamo di fronte ad una questione di natura emergenziale e sulla quale, come detto altre volte, alla Provincia manca la competenza istituzionale. Le nostre attività, che stiamo portando avanti all’interno del carcere, non sono risolutive dei problemi di cui si tratta. Proprio perché quando si parla della questione del carcere – ha aggiunto l’assessore Ballini – non si parla di un problema solo, ma di una serie di questioni che messe tutte insieme, intersecate, rendono appunto drammatica la situazione che si sta verificando. I problemi sono quelli che i fatti di cronaca portano in superficie: il sovraffollamento, la questione igienico sanitario per la popolazione detenuta, ma anche le condizioni di lavoro e di sicurezza per gli operatori e l’insufficienza di tutti quegli strumenti che potrebbero rendere efficace quel principio di recupero, di riabilitazione, di reintegro nel sistema nella società, dei detenuti. La Provincia si presenterà a tutti quei tavoli dove può fungere a riferimento politico istituzionale. Tra i temi che affronteremo anche i progetti pilota per l’affidamento speciale dei detenuti tossicodipendenti. Esiste un piano speciale per le misure alternative alla detenzione e su questo mi riallaccio al suicidio del giovane nell’istituto minorile. Un giovane che era in carcere, in attesa di giudizio, per un presunto reato di tentato furto. E’, chiaramente un caso dove misure alternative alla detenzione sarebbero state più opportune e più efficaci”. Calò ha ricordato che: “Negli ultimi mesi i detenuti sono tornati a fare sentire la propria voce tenendo ben stretto il nodo del sovraffollamento. Il problema risale a quando anche le politiche della sicurezza hanno fatto del carcere una discarica sociale. Molti di questi sono trattati come rifiuti, costretti a mangiare pane rancido, a coricarsi al quarto piano dei letti a castello o sui materassi. Queste proteste hanno modificato il dibattito politico: dopo anni di raffinate teorizzazioni sul numero di stelle da attribuire alle carceri, ci si è dovuti confrontare con la realtà carceraria. Il numero dei detenuti è in aumento, questo è dovuto anche alle leggi liberticide che hanno previsto la riduzione degli organici di Polizia Penitenziaria. La misura della situazione è colma. La rivolta delle detenute, che hanno attuato lo sciopero del carrello, il rifiuto del cibo, è stato fatto per denunciare le pericolosissime condizioni igieniche del carcere e perché queste donne detenute hanno ricevuto un trattamento farmacologico sbagliato e qualcuna ha perso, addirittura, la vista. La situazione di queste detenute è lo specchio della situazione sanitaria che si vive nelle carceri. Il suicidio di quel giovane detenuto, infine, ci ha lasciati sconcertati. Sappiamo che su questo argomento è intervenuto anche il Presidente della Provincia chiedendo urgentemente modifiche legislative ed è necessario intervenire in una situazione nella quale i diritti non è che non ci sono, sono sospesi”.

25/11/2009 17.30
Provincia di Firenze