LA FESTA DELLA TOSCANA IN PROVINCIA DI FIRENZE
Approvata all’unanimità una mozione. Gli interventi di Cristina Degl’Innocenti e Franco Vichi
Alla Presenza dello storico Cristina Degl’Innocenti, di Franco Vichi, Direttore della Fondazione di Firenze per l’Artigianato artistico e di Piero Peroni, Presidente della CNA Federmoda si è tenuto il Consiglio provinciale straordinario per la Festa della Toscana. Approvata, all’unanimità, una mozione della Presidenza del Consiglio, emendata da tutti i gruppi consiliari che invita l’amministrazione a sostenere la costruzione di canali di comunicazione fra imprese artigiane, regno del sapere informale, ed i centri del sapere formale, al fine di favorire l’innovazione tecnologica e il trasferimento dei saperi nella società della conoscenza, per un rapporto innovativo tra università, imprese ed enti locali; a farsi promotrice, di concerto con i comuni e la Regione, di politiche efficaci di marketing e di promozione del marchio “made in…” attraverso una campagna nazionale ed internazionale per attirare interessi per il recupero, la manutenzione e la valorizzazione dei beni culturali e monumentali della città e della provincia, utilizzando tra le altre cose le istanze del fund raising, ad attivarsi perché possa essere implementare l’istituzione di marchi di qualità, così come le relazioni con i consolati, le università straniere e i partneriati conseguiti negli anni con i vari gemellaggi istituzionali; a rafforzare l’impegno per semplificare l’accesso al credito, in particolare per le piccolo-medie imprese; a costruire, con il mondo della scuola, le categorie economiche e le imprese un sistema di informazione e relazioni che consenta di assistere i giovani nelle loro scelte formative e professionali, facendo in modo che queste maturino in maniera responsabile, coniugando aspirazioni e talenti con concrete e proficue prospettive nel mondo del lavoro; in particolare a far conoscere le figure dei maestri artigiani e i loro “saperi” anche attraverso attività di orientamento e formazione ad hoc per i giovani studenti; a impegnarsi affinché si valuti un ampio riconoscimento delle professionalità acquisite dopo anni di lavoro, quale patrimonio comune della tradizione artigiana e restauratrice fiorentina e che debba trovare riconoscimento nella attuale normativa. La dottoressa Degl’Innocenti ha ricordato come: “Firenze ha tracciato, nell’arco di due secoli, quello che voleva essere e che ancora è o può essere. Da piazza Duomo col Battistero a Orsanmichele fino a Palazzo Vecchio troviamo la storia dell’arte, dell’artigianato in occidente e anche nell’età moderna. Ma anche nella Chiesa del Carmine e tanti monumenti ci raccontano come la città nei secoli ha lavorato. Ogni monumento è il frutto non solo di una grande cultura ma anche di una grande manifattura e manifattura vuole dire bottega, artigiani, tecnici, artisti”. Il professor Vichi ha spiegato che: “Le Arti minori nell’800 si ponevano a fondamento della stessa arte del costruire. Il futuro delle arti sta nella formazione dell’individuo e nell’intreccio tra teoria e pratica svolta in laboratorio. L’artigianato di qualità e l’arte sono la stessa cosa, un’unica entità. Questa frattura consumatasi nei secoli, oramai non ha più senso, c’è una crescita complessiva nella manualità, nell’ingegno e nel pensare arte dei nostri maestri artigiani. Le due articolazioni arte artigianato sono figlie astratte di un passato che non ha più senso e sul quale occorre scrivere la parola fine”. Lazzerini (Sinistra per la Provincia) ha ricordato come: “La Cupola del Duomo di Firenze è fatta con il cotto dell’Impruneta e a questo mi riallaccio per sottolineare che è importante il ruolo delle istituzioni tutte: Comuni, Province, Regione per mettere a punto il discorso legato al marchio di qualità”. Cordone (Lega Nord) ha ricordato come: “Firenze si è contraddistinta per essere la culla dell’artigianato artistico. La contrapposizione fra Firenze e Milano era dovuta al fatto che Firenze era la capitale dell’artigianato, Milano la capitale dell’industria. Purtroppo oggi il nostro artigianato artistico è sotto il pesante attacco delle contraffazioni che arrivano dalla Cina e da alcuni paesi asiatici. I nostri imprenditori devono rispettare in maniera ferrea tutte le leggi, i cinesi fanno lavorare in schiavitù e compiono azioni di concorrenza sleale nei confronti delle nostre piccole e medie aziende artigiane”. Per Baldini (PDL) “Parlare di artigianato non è un voler rimanere fermi al passato o ricordarsi, in un modo nostalgico, di quello che fu e di quello che oggi pian piano non è più Firenze. Crediamo che questi settori, dall’arte alla cultura, all’artigianato a 360 gradi, abbiano una straordinaria importanza non solo economica ma anche sociale. Allora dobbiamo vedere e interrogarci sul perché e come fare affinché i nostri centri e i nostri paesi non continuino in una sorta di erosione commerciale e sociale”. Anche Biagiotti (PD) ha sottolineato come: “L’artigianato artistico, l’artigianato di qualità, è uno degli aspetti caratteristici del nostro territorio e delle nostre imprese, del modo di fare impresa, del modo di fare cultura. Noi dobbiamo contribuire a fare in modo che si abbia una ripresa, uno scatto di questa situazione proprio in questi settori. In che modo? Innanzitutto come istituzioni la nostra parte la possiamo fare cercando di agevolare quel rapporto tra istituzione, imprese, mondo dell’Università perché è lì: nell’incentrare una condizione di sinergie e quindi di agevolare una concentrazione che si può fare rete all’interno di un sistema, per una tradizione importante del nostro territorio”. Biagiotti ha inoltre sottolineato "l'importanza di trovare una soluzione, da parte del Governo, alla questione relativa al riconoscimento della qualifica di restauratore a quei tanti lavoratori che si trovano in una situazione di empasse dovuta alle modifiche all'art. 182 del Codice dei Beni Culturali. Bisogna rendere consapevoli i ragazzi di quelli che sono i possibili mestieri. Non ci sono solo quelli standard, ma anche quelli che riguardano l’artigianato artistico. I mestieri d’arte offrono, infatti, varie opportunità. Occorre dare un’opportunità di lavoro a tanti giovani che in questo momento non ce l’hanno. Lavorando tutti insieme, i vari attori istituzionali, si può riuscire a superare questo momento e porre le basi perché in futuro ci sia un’impresa e questi aspetti, che riguardano il bello e l’artigianato artistico possano essere una fonte di ricchezza per il futuro. Concludo in polemica col governo per quanto riguarda il restauro. C’è questa diatriba legata al riconoscimento della qualifica per i restauri, magari se si agevolasse anche questo aspetto e si riconoscessero le qualifiche già presenti a trovare una soluzione condivisa su questo aspetto credo che sarebbe un punto importante per dare una spinta a questo settore”. Infine Fusi (PD) che ha ricordato come: “La Toscana ha un legame importante con l’arte e l’artigianato che sono pezzi della modernità della nostra regione. E credo che come Provincia dovremmo fare di più per questo settore. Sia da un punto di vista economico, perché il tessuto economico delle piccole imprese e medie artigiane è un tessuto importantissimo per la nostra Provincia e per la nostra Regione ma anche per un fatto culturale”.