SETTIMANA DEI GEMELLAGGI
Intervento del Presidente della Provincia Michele Gesualdi
Questa nostra iniziativa sui gemellaggi coincide con il secondo anniversario dell’attentato alle torri gemelle di New York. Un dramma che ha procurato tanto dolore a migliaia di famiglie, gettato nello sgomento un’intera nazione e aperto una ferita nel mondo intero che a distanza di due anni rimane drammaticamente aperta su molti versanti.
Quel dramma ha spinto verso nuovi drammi: prima la guerra verso l’Afganistan poi quella verso l’Iraq. Due guerre che hanno fatto migliaia di morti di civili innocenti che vanno ad aggiungersi a quelli delle torri gemelle.
Il terrorismo e le guerre sono due mali spaventosi da combattere e da respingere perché il male chiama male, il sangue chiana sangue, l’odio chiama l’odio.
Due spaventosi mali da combattere innanzitutto aggredendo le cause che possono fare maturare l’odio e gli estremismi, sapendo che gli attentati e le guerre non vengono pensati ed attuati dai poveri, tuttavia sappiamo che i ricchi possono influire sulla povera gente attraverso la disperazione dovuta alla povertà, alla fame, all’analfabetismo e dalla mancanza di diritti fondamentali della persona umana. Se i paesi ricchi e potenti spendessero meno nelle armi da morte e di più nel sostegno dei diritti che danno senso alla vita umana in ogni parte del mondo, probabilmente ci sarebbe meno spargimento di sangue e più stabilità sociale.
Proprio il dramma dell’11 settembre e tutto ciò che ne è conseguito ha fatto apparire con più evidenza che in un mondo globalizzato lo sviluppo di un paese o di una comunità di stati deve tenere conto di quello degli altri e della domanda che viene da tanta gente affamata e priva di diritti, tenuta alla porta dei paesi ricchi e alla periferia del mondo.
I grandi movimenti di popolo che nel mondo intero a milioni sono scesi per le strade prima e durante la guerra in Iraq, chiedevano ai paesi forti di imboccare la strada della solidarietà e del rispetto reciproco tra i popoli puntando all’eliminazione della povertà, dell’analfabetismo e alla tutela dei diritti dei deboli della terra come alternativa alla guerra, alla distruzione, alle morti e come strada maestra per andare verso una crescita globale della civiltà nel mondo.
Non sono stati ascoltati. E’ mancato il coraggio della pace. Così ancora oggi le strade dell’Iraq e della Palestina e di Israele sono insanguinate da scellerati attentati e atti di guerra in una scia infinita e crescente d’odio.
Occorre senza sosta operare per eliminare le cause di sofferenza nel mondo come fondamento per garantire la pace e la pacifica convivenza dei popoli.
Gli Enti Locali della provincia di Firenze e della Toscana hanno imparato a tenere conto della cooperazione decentrata verso i paesi poveri del mondo, rafforzando i rapporti con i paesi industrializzati ed economicamente avanzati, sviluppando così la diplomazia della città. Quella diplomazia che sale dal basso e spinge le Nazioni verso una globalizzazione solidale tesa a garantire, e non a negare, i diritti a quanti nel mondo ne sono ancora privi.
Una diplomazia della città che si esprime attraverso i gemellaggi e i loro contenuti. Una intuizione della forza di questa diplomazia che gli Enti Locali avevano avuto da tempo e che il Sindaco Giorgio la Pira, proprio da Firenze, ha ulteriormente germinato, cogliendo nella città del giglio, l’ancora con cui setacciare il mare profondo della storia. e ha reso disegno politico un atteggiamento che, con l’Umanesimo e il Rinascimento, ha spinto Firenze ad uscire fuori dai propri confini e percorrere la strada del dialogo e della cooperazione che consente di raccogliere e rispondere all’angoscia di quanti nel mondo sono oppressi e colpiti da profonde ingiustizie.
Gli Enti Locali, anche attraverso i gemellaggi, percorrono strade molto concrete per aiutare ad uscire da un senso di irrilevanza di fronte ai grandi scenari del mondo, nel mondo interdipendente, globalizzato, dove il pianeta ti passa di fronte a casa attraverso quella grande svolta epocale che è rappresentata dalla immigrazione pacifica di milioni di persone dei paesi poveri verso quelli ricchi in cerca di lavoro o fuggendo dalla guerra. Un fenomeno assolutamente irreversibile fino a quando nel mondo esisteranno così grandi squilibri che purtroppo spesso è affrontato in modo sbagliato perché non guardiamo alla disperazione di chi bussa alle nostre porte bensì a paure senza perché.
dipende da ciascuno di noi interpretare l’immigrazione come opportunità.
Tante volte la voce che si solleva dall’Africa e giunge nelle nostre strade, attraverso la presenza degli immigrati, ci dice tanto dell’angoscia dell’Africa e dell’Asia. Credo che la cooperazione solidale si faccia anche trovando strade d’aiuto per gli immigrati, persone meno fortunate di noi, sottoposti dalla nostra legge sbagliata alla equazione inaccettabile clandestini = delinquenti.
Una logica da noi respinta per affermare invece la loro dignità di persone umane favorendo l’integrazione e l’affermazione dei diritti umani.
Per questo ci siamo posti tra le prime Province che vanno alle elezioni del Consiglio degli Stranieri, realizzato servizi su misura nei centri per l’impiego operanti per realizzare strutture ed iniziative di integrazione nella nostra collettività.
Molti Comuni della nostra Provincia sono gemellati con Comuni di Stati della Comunità Europea. Un’Europa che è nata e che sta crescendo. Un’Europa che ha abolito le frontiere, costruito l’unità monetaria e che oggi è impegnata a costruire l’Europa dei diritti, della piena occupazione e delle pari opportunità in ogni campo, allargando i propri confini verso i Paesi dell’Est. Una grande Europa che sta crescendo e che dovrà essere capace di guardare alla periferia del mondo occidentale come l’Africa ed in generale i Paesi del terzo mondo, per innestare azioni politiche ed economiche capaci di favorire la solidarietà tra gli Stati e la crescita dei diritti e la pace nel mondo.
Una grande Europa che faccia sentire la sua voce sulle grandi questioni aperte nel mondo, a partire dalla questione palestinese e dell’Iraq.
Gli Enti Locali, attraverso i rapporti di gemellaggio possono aiutare a costruire un’Europa che incida sui grandi squilibri del mondo e come presenza pacificatrice che ricerca tenacemente la pace respingendo la guerra.
La Provincia di Firenze, anche grazie all’impegno della Commissione Pace del Consiglio, presieduta dal Consigliere Gianni Panerai, ha investito in un disegno di cooperazione con molte realtà dell’Europa, dell’Africa e dell’Asia, tra queste richiamo il gemellaggio con la città di Nablus in Palestina pesantemente colpita dalla guerra.
Ed è proprio pensando a questo dramma, di giorno in giorno più cruento, che mi spinge a dire che la Provincia dovrà trovare la strada per contribuire a far riprendere il dialogo di pace che porti alla costruzione della pace e di due stati autonomi con pari dignità e autodeterminazione dei due popoli. In tal senso mi sento di proporre ai gruppi del nostro Consiglio Provinciale di riflettere sulla possibilità che una delegazione si rechi a Nablus in Palestina e ad Haifa in Israele per tentare di riallacciare i colloqui interrotti tra le scuole di queste città e di Firenze.
Non è molto, ma il niente è un macigno molto più pesante.
Concludo auspicando che questa settimana dei gemellaggi consenta di unire ulteriormente le nostre risorse e rafforzare la rete di rapporti umani e di progetti di cooperazione, in modo da far crescere l’Europa operatrice di pace che si batte per lo sviluppo dei diritti dei popoli di ogni angolo del mondo.