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L’INCHIESTA SUL VINO CHIANTI E IGT TOSCANO E LA CRISI DEL SETTORE VITIVINICOLO
L’assessore Roselli ha risposto ad una domanda d’attualità di Barillari, Ciampolini, Comucci, Massai e Villa (PDL)

La vicenda del vino CHIANTI e IGT TOSCANO taroccato è stata al centro di una domanda d’attualità di Barillari, Ciampolini, Comucci, Massai e Villa (PDL) al quale ha risposto l’assessore all’agricoltura Pietro Roselli. “allo stato non abbiamo elementi– ha spiegato Roselli – per valutare se si tratta di una vicenda analoga a quella che ha interessato il Brunello di Montalcino e forse la notizia è sproporzionata rispetto all’effettiva frode. Per il Brunello sembrava quasi che si fosse operata una pericolosa sofisticazione di un prodotto alimentare, mettendo a rischio la sicurezza delle persone, quando poi tutti sappiamo bene che si trattava semplicemente di avere utilizzato una percentuale di vitigno diverso per seguire i gusti internazionali e non certo per avere riduzioni di costi, o frodare chissà cosa. Sull’inchiesta in corso è bene che sia fatta luce al più presto evitando di rappresentare scenari che non rispecchiano la realtà di un prodotto di grande valore nel panorama vitivinicolo nazionale.
Ruolo della Provincia è quello di cercare di fare informazione corretta su questi argomenti. Il vero fatto drammatico è che, a tutt’oggi, non si hanno segnali significativi di ripresa nel mercato del settore vitivinicolo. Il Consorzio del Chianti Classico ad esempio sta cercando di fronteggiare la crisi non riducendo la produzione ma bloccando per 2 anni la vendita del 20 % del prodotto in attesa di una ripresa del mercato. Attualmente i segnali sono molto modesti. Lo sbilancio tra il dollaro e l’euro è talmente forte che penalizza le esportazioni dei prodotti di eccellenza come i nostri vini che, per un 30%, trovano mercato proprio in America”. Per Comucci: “E’ vero. Si è parlato di vino italiano taroccato e alla fine i risultati sono stati modesti, anche se lo scandalo è servito per ripulire il mercato da persone che puntavano più al guadagno che non alla quantità del vino. Ritengo che la nostra Provincia debba puntare sulla qualità di questo settore vitivinicolo. Un settore di eccellenza da preservare per proporlo all’estero. E questo lo possiamo fare tentando di proporre il nostro prodotto informando e aiutando le persone a capire quello che si ritrovano dentro il bicchiere”.

12/01/2010 13.50
Provincia di Firenze