CALÒ E VERDI (PRC/PDCI/SC) SULL’INQUALIFICABILE SGOMBERO DEI CITTADINI ROM DELL’OSMANNORO DAL FABBRICATO OSMATEX
Presentata mozione
I consiglieri Andrea Calò e Lorenzo Verdi (PRC/PDCI/SC) hanno presentato una mozione sullo sgombero dei cittadini ROM dall’Osmatex.
Questo il testo integrale:
Premesso che la vicenda dello sgombero dal fabbricato Osmatex dei cittadini Rom all’Osmannoro, avvenuta venerdi 15 gennaio u.s., evidenzia ancora una volta le drammatiche condizioni di vita di tante persone, in questo caso cittadini comunitari di nazionalità rumena, che vivono negli interstizi della nostra società senza acqua, senza luce, in condizioni igieniche intollerabili; considerato che il suddetto sgombero, attuato dal Comune di Sesto Fiorentino e dalla Questura di Firenze su ordine della Magistratura a tutela dei diritti della proprietà, è stato così rapido ed “efficiente” da non lasciare il tempo alle famiglie di recuperare le poche cose che avevano all’interno delle baracche e non ha previsto alcuna soluzione alternativa da parte delle istituzioni per accogliere ed alloggiare in modo dignitoso queste persone, uomini, donne ed anche alcuni bambini, che si sono ritrovati a cielo aperto su un piazzale senza la possibilità di ripararsi dal freddo intenso di questi giorni e cucinarsi un piatto caldo, dunque in condizioni peggiori di quelle già drammatiche all’interno dell’edificio diroccato ex Osmatex; considerato che, nonostante i ripetuti appelli e le richieste di intervento da parte di singoli cittadini, movimenti, associazioni e mentre il volontariato (parrocchia di Sesto, Chiesa Valdese, Pubbliche Assistenze, Comunità delle Piagge) si è attivato per dare un concreto, anche se temporaneo, sostegno umanitario ed ospitalità alle persone sgomberate, le diverse istituzioni (Comune di Sesto Fiorentino, Comuni della piana fiorentina, compreso Firenze, Società della Salute Zona Nord-Ovest, Prefettura, Regione, Provincia e Protezione Civile) hanno mostrato in questa vicenda la loro assenza e mancanza di coordinamento, con un inaccettabile scarico di responsabilità, venendo così meno al dovere di garantire i più elementari diritti della persona; rilevato che la gestione di questa vicenda contraddice con la tradizione solidale dei nostri territori e con le campagne portate avanti dagli stessi Enti Locali per contrastare discriminazione e razzismo.
IL CONSIGLIO PROVINCIALE DI FIRENZE esprime netto dissenso e condanna nei confronti della suddetta azione di sgombero, che sia pur richiesta da un provvedimento della Magistratura, doveva prevedere un’azione congiunta delle diverse Istituzioni con provvedimenti e soluzioni alternative che garantissero il rispetto dei basilari diritti della persona ed un reale superamento di condizioni di vita discriminatorie e precarie; ritiene che i provvedimenti di ordine pubblico e di sgombero, più volte messi in atto nei confronti di edifici rimasti vuoti per anni, provvedimenti privi di reali programmi di inserimento sociale delle persone coinvolte (cittadini stranieri, richiedenti asilo, cittadini sfrattati in emergenza abitativa) abbiano dimostrato di essere del tutto inefficaci, di produrre il solo risultato di spostare le questioni sociali da un territorio all’altro ed alimentare un clima di razzismo e intolleranza soprattutto in questa situazione di crisi economica; impegna la Giunta a fare la propria parte per determinare un netto cambiamento di linea su tali questioni e coordinare con urgenza la propria azione con tutte le Istituzioni interessate, a partire dal Governo, per:
- garantire in tempi rapidi soluzioni pacifiche e dignitose, alle persone sgomberate e in emergenza abitativa, attivando strutture e competenze della Prefettura, della Protezione Civile, della Regione e degli Enti Locali;
- fermare nuove azioni di sgombero prive di adeguate e concrete soluzioni alternative (come quelle previste per il Luzzi di Pratolino e per l’ex Mayer di Firenze);
- mettere in atto tutte le possibili iniziative per sospendere/rinviare tutti gli sfratti esecutivi per morosità e quelli privi di passaggio da casa a casa;
- utilizzare e bloccare la vendita del patrimonio pubblico dismesso, da riconvertire con adeguati progetti e investimenti per usi sociali polivalenti, tra cui l’accoglienza e l’emergenza abitativa, allo scopo di superare l’attuale mancanza di luoghi e strutture adeguate;
- riferire periodicamente al Consiglio sullo sviluppo dell’iniziativa, anche allo scopo di prevenire continue emergenze.
Andrea Calò Lorenzo Verdi